L'analisi dei
dati sul trasporto merci per via terrestre (inland freight transport),
suddivisi per modalità come strada, ferrovia, vie navigabili interne e condotte
(pipeline), nel periodo 2019-2023 rivela significative variazioni tra paesi
OCSE e non-OCSE, in risposta a fattori economici, pandemici, geopolitici e
infrastrutturali. Il volume complessivo del trasporto merci in
tonnellate-chilometro (tkm) misura la quantità di merci trasportate
moltiplicata per la distanza percorsa, offrendo un indicatore chiave
dell'attività logistica e della domanda di trasporto.
Nel contesto
globale, i paesi con economie avanzate come gli Stati Uniti, la Cina, la Russia
e l'Australia hanno riportato i volumi più elevati di trasporto merci. La Cina,
ad esempio, nel 2019 ha superato i 14 miliardi di tkm, mentre gli Stati Uniti
si attestavano attorno ai 2,3 miliardi per la ferrovia e oltre 3,5 miliardi per
la strada. Tuttavia, molti paesi hanno riscontrato fluttuazioni durante il
2020, l'anno della pandemia di COVID-19, che ha portato a una contrazione della
domanda globale, interruzioni della supply chain e misure restrittive sul
movimento delle merci.
Un esempio
emblematico è rappresentato dall’Australia, dove si è assistito a una crescita
costante del trasporto merci su ferrovia e strada, con un incremento dai 663
miliardi di tkm nel 2019 ai 694 miliardi nel 2022, nonostante le incertezze
globali. Questo indica una resilienza strutturale del settore logistico
australiano, forse supportata da una forte dipendenza dal trasporto interno di
risorse minerarie e agricole.
In Europa, paesi
come Germania, Francia e Italia hanno mostrato andamenti misti. La Germania, ad
esempio, ha mantenuto volumi elevati sia su ferrovia (circa 140 miliardi tkm
nel 2021) che su strada (oltre 300 miliardi tkm), ma con una leggera flessione
nel 2023. La Francia ha visto una riduzione del trasporto ferroviario da 33,9
miliardi di tkm nel 2019 a 29,4 miliardi nel 2023, in parte compensata da una
relativa stabilità del trasporto su strada. In Italia, il trasporto su strada
ha superato i 150 miliardi tkm nel 2022, mentre quello ferroviario ha avuto un
picco nel 2021 con oltre 24 miliardi tkm, segnale di una ripresa post-pandemica.
Paesi
dell'Europa orientale come la Polonia e la Repubblica Ceca mostrano trend
interessanti. La Polonia ha mantenuto alti livelli di trasporto su strada, con
un picco di 461 miliardi tkm nel 2020, e una crescita costante nel settore
ferroviario, da 54 a 61 miliardi tkm tra il 2019 e il 2023. Questo riflette il
ruolo crescente del paese come hub logistico europeo. La Repubblica Ceca,
invece, ha avuto una rapida crescita del trasporto su strada tra il 2019 e il
2021, da 39 a 63 miliardi tkm, seguita da una stabilizzazione.
Al contrario,
paesi baltici come l’Estonia e la Lettonia hanno registrato cali significativi
nel trasporto merci, soprattutto ferroviario. L’Estonia è passata da 2,1
miliardi tkm nel 2019 a soli 0,7 miliardi nel 2023, probabilmente a causa della
riduzione dei flussi commerciali con la Russia e delle sanzioni UE. Anche la
Lettonia ha perso due terzi del traffico ferroviario, da 15 a 5 miliardi tkm,
un segnale delle sfide geopolitiche della regione.
I paesi non-OCSE
offrono ulteriori spunti. L'Azerbaigian, ad esempio, ha mostrato un'espansione
del traffico ferroviario e su condotta, passando rispettivamente da 5,1 a 6,7
miliardi tkm e da 62 a 67 miliardi tra il 2019 e il 2023, con una crescita
coerente con gli investimenti nelle infrastrutture logistiche per il corridoio
transcaspico. Anche la Georgia ha aumentato il trasporto ferroviario da 2,9 a
3,8 miliardi tkm, contribuendo all'intermodalità nella regione del Caucaso.
In Asia, il
Giappone ha visto una riduzione del trasporto merci, da 271 miliardi tkm nel
2019 a 244 miliardi nel 2022, per via del rallentamento economico e delle
restrizioni pandemiche. Similmente, la Corea ha visto diminuire il traffico
ferroviario da 7,3 a 5,5 miliardi tkm. In controtendenza, il Messico ha mostrato
una crescita continua, da 347 miliardi tkm a 356 nel 2023, grazie a una
maggiore integrazione commerciale con gli Stati Uniti.
Un elemento
critico emerso dai dati è il ruolo in declino delle vie d’acqua interne.
Nazioni come la Germania e i Paesi Bassi hanno visto una riduzione progressiva
del traffico su vie navigabili: la Germania è passata da 50,9 miliardi tkm nel
2019 a 41,5 nel 2023. Questo declino potrebbe essere attribuito a condizioni
climatiche avverse, come periodi di siccità che influenzano la navigabilità, e
a una preferenza crescente per la modalità stradale e ferroviaria, più
flessibili.
La modalità
pipeline, utilizzata prevalentemente per il trasporto di gas e petrolio, mostra
una tendenza più stabile. Il Canada, ad esempio, ha incrementato il proprio
traffico su condotta da 276 a 334 miliardi tkm tra il 2019 e il 2023. Anche gli
Stati Uniti e l’Azerbaigian riportano livelli elevati, indicando l’importanza
strategica di questa modalità per l’energia.
Analizzando le
dinamiche tra trasporto per conto proprio (on own account) e per conto terzi
(for hire and reward), emerge una tendenza alla prevalenza del secondo. Ad
esempio, in Italia nel 2023 il trasporto per conto terzi è stato circa 138
miliardi tkm contro circa 7 miliardi per conto proprio, confermando la
centralità delle imprese logistiche professionali nel sistema dei trasporti.
Una dinamica simile si osserva in Francia, Germania e Spagna.
In generale, i
dati confermano che il trasporto stradale continua a rappresentare la modalità
dominante, in termini di tkm, in quasi tutti i paesi. Tuttavia, l’intermodalità
e le politiche ambientali stanno incentivando un riequilibrio a favore del
ferro, anche se con lentezza. La resilienza mostrata dal settore nel periodo
pandemico e post-pandemico dimostra la sua importanza strategica per la
continuità delle catene di fornitura.
Infine, si
osservano forti correlazioni tra l’andamento economico e i volumi di trasporto.
Paesi con economie in espansione, come Polonia, Messico e Turchia, mostrano
trend di crescita sostenuta. Al contrario, paesi con crisi geopolitiche o
economiche, come l’Ucraina e alcuni paesi baltici, registrano contrazioni
significative. I dati rivelano anche l’impatto delle politiche infrastrutturali
e ambientali, come il Green Deal europeo, che promuove il trasporto ferroviario
e fluviale.
In conclusione,
il quinquennio 2019-2023 ha mostrato una forte variabilità dei dati di
trasporto merci, legata a fattori interni e internazionali. Le tendenze
principali evidenziano una lenta ma continua crescita del trasporto
ferroviario, una preminenza del trasporto stradale, una flessione delle vie
navigabili e una stabilità nel settore delle pipeline. Le strategie future
dovranno tener conto della necessità di maggiore sostenibilità, resilienza e
digitalizzazione nei sistemi logistici globali.
Fonte: OCSE
Link: https://data-explorer.oecd.org/
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