I dati sui Transport Traffic Indicators (veicoli-km per 1.000 dollari USA a prezzi correnti) nel periodo 2019-2023 offrono una fotografia molto interessante dell’evoluzione del traffico stradale rispetto alla dinamica economica globale. Questa metrica misura l’intensità del traffico veicolare in relazione alla dimensione economica, ed è utile per capire sia l’efficienza dei trasporti sia il loro legame con la crescita o contrazione economica. Analizzando i dati raccolti, emergono tendenze significative che riflettono l’impatto di eventi come la pandemia di COVID-19, la ripresa economica successiva, le crisi energetiche e i mutamenti nei modelli di mobilità.
Nel 2019,
anno che possiamo considerare come "pre-pandemia", i livelli di
traffico rispetto al valore economico erano generalmente alti nella maggior
parte dei paesi osservati. Australia, Canada, Francia, Germania,
Stati Uniti e molti altri mostravano un traffico intenso, segno di
economie attive con una forte dipendenza dal trasporto stradale. Per esempio,
il Canada registrava 235,5 veicoli-km per 1.000 dollari, mentre la
Francia era a 231,9 e gli Stati Uniti a 243,9. Anche paesi come la
Repubblica Ceca e la Polonia riportavano valori elevati
rispettivamente a 227,6 e 418,8.
Nel 2020,
anno dell'esplosione della pandemia, le restrizioni di movimento, i lockdown
nazionali e il rallentamento delle attività industriali e commerciali hanno
causato una marcata riduzione del traffico stradale. L'Irlanda, ad
esempio, ha visto un crollo da 118,0 a 84,5 veicoli-km. La Danimarca è
scesa da 158,9 a 145,2, la Spagna da 180,8 a 153,1. La diminuzione non è
stata uniforme: alcuni paesi, come la Corea del Sud, hanno mantenuto
livelli di traffico relativamente stabili, passando da 199,6 a 201,9, mentre il
Messico ha addirittura registrato un aumento da 468,3 a 507,2,
probabilmente a causa di specificità economiche e sociali locali.
Nel 2021,
con l’introduzione dei vaccini e la parziale riapertura delle economie, si
osserva un inizio di ripresa. Tuttavia, i valori restano generalmente più bassi
rispetto al 2019. La Germania, ad esempio, da 194,1 nel 2019 scende a
160,3 nel 2021. La Finlandia passa da 187,7 a 162,9, mentre i Paesi
Bassi calano da 154,6 a 124,2. In generale, il 2021 è stato un anno di
lenta normalizzazione, ma segnato da incertezze, varianti del virus e
differenti strategie di gestione sanitaria ed economica tra paesi.
Nel 2022, la
ripresa economica si consolida in molti paesi, con un moderato incremento dei
livelli di traffico, anche se in pochi casi si torna ai livelli pre-pandemia. Il
Regno Unito, ad esempio, recupera da 152,4 nel 2021 a 168,7 nel 2022. Anche
la Francia mostra una ripresa decisa, passando da 191,8 a 221,1. La
situazione rimane variegata: alcuni paesi come la Norvegia e la
Svizzera vedono una ripresa più lenta, con valori ancora inferiori a quelli
del 2019.
Nel 2023 i
dati disponibili suggeriscono andamenti molto diversificati. Alcuni paesi, come
il Canada (194,9), si avvicinano ai livelli pre-pandemici, mentre altri
continuano a mostrare un calo, come la Lettonia, scesa da 422,5 nel 2019
a 289,3 nel 2023. Il Messico presenta una decrescita importante, da
507,2 a 363,3, riflettendo probabilmente l'adattamento a nuove dinamiche
economiche e una riduzione della mobilità su strada. L'Estonia, pur
partendo da livelli elevatissimi (372,6 nel 2019), scende progressivamente a
294,0 nel 2023, segno di una trasformazione strutturale del trasporto o della
base economica.
Dal punto di
vista geografico, le differenze sono marcate. I paesi europei mostrano un
traffico medio per unità economica inferiore rispetto a molte economie
emergenti o a forte dipendenza dal trasporto su strada. Ad esempio, l'Azerbaigian
mostra valori estremamente elevati (519,9 nel 2019, 609,9 nel 2020) anche se in
calo negli anni successivi. Al contrario, paesi come il Lussemburgo
registrano valori bassissimi (8,7 veicoli-km nel 2019, 6,8 nel 2023), coerenti
con la piccola estensione territoriale e il forte livello di servizi economici
a basso impatto logistico.
Paesi come la
Polonia e la Slovenia presentano valori di traffico molto alti nel
periodo pre-pandemico (418,8 e 405,8 rispettivamente nel 2019), che si riducono
lentamente fino al 2023. Questo andamento suggerisce una possibile transizione
verso una mobilità più sostenibile o una diminuzione della dipendenza da
veicoli privati a vantaggio del trasporto pubblico o di altre modalità di
trasporto.
Anche i
grandi paesi industrializzati mostrano dinamiche interessanti. Gli Stati
Uniti, ad esempio, partivano da 243,9 veicoli-km nel 2019 e scendono a
191,9 nel 2023, segno di una trasformazione dell’economia o della mobilità. La Germania
registra un andamento simile, passando da 194,1 a valori più bassi nei primi
anni post-pandemici, a dimostrazione di quanto la pandemia abbia innescato
cambiamenti duraturi nei modelli di mobilità e lavoro, come il boom dello smart
working.
Guardando i
dati nel complesso, emergono alcune considerazioni chiave. Primo, la pandemia
ha avuto un impatto senza precedenti sulla mobilità stradale, riducendo
drasticamente il traffico nel 2020 e generando un lento e non uniforme processo
di recupero. Secondo, paesi diversi hanno mostrato resilienza diversa: quelli
con economie più diversificate o con un'alta incidenza del trasporto merci su
strada hanno mantenuto livelli più alti di traffico. Terzo, l’adattamento
tecnologico, come il telelavoro, il commercio elettronico e l'elettrificazione
dei veicoli, ha avuto un'influenza profonda e probabilmente duratura sui volumi
di traffico.
Infine, va
considerato che i cambiamenti nei trasporti sono anche legati a questioni
ambientali e di sostenibilità. Molti paesi europei hanno introdotto politiche
di riduzione del traffico stradale nelle città, investito in trasporti pubblici
o promosso la mobilità elettrica. Questo si riflette nei dati: il traffico
stradale non è semplicemente tornato ai livelli pre-pandemia, ma si è in alcuni
casi stabilizzato su livelli inferiori, indicando un cambiamento di paradigma.
In
conclusione, i dati sui veicoli-kilometro per 1.000 dollari di prodotto
economico mostrano come l'intensità della mobilità su strada sia diminuita nel
complesso negli ultimi cinque anni, con variazioni significative tra aree
geografiche e modelli economici. L'effetto combinato della pandemia, delle
crisi economiche e delle nuove abitudini di lavoro e consumo ha ridefinito il
ruolo del trasporto stradale nell'economia globale. I prossimi anni diranno se
queste tendenze si consolideranno ulteriormente o se torneremo verso un modello
più tradizionale di alta mobilità su strada.
Fonte: OCSE
Link: https://data-explorer.oecd.org
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