Il trasporto container su rotaia nei principali
paesi tra il 2019 e il 2023 evidenzia una serie di dinamiche rilevanti sia sul
piano logistico che economico, mettendo in luce l’interazione tra investimenti
infrastrutturali, contingenze globali e capacità di adattamento dei singoli
sistemi nazionali. In Austria si osserva una tendenza inizialmente altalenante
ma tutto sommato positiva fino al 2022, quando si registra il valore massimo
con 23.577 mila tonnellate. Tuttavia, il 2023 segna una significativa battuta
d’arresto, con un calo a 19.907 mila tonnellate, che riporta il paese su
livelli inferiori a quelli pre-pandemici, un fenomeno che può essere attribuito
sia alla riduzione dei flussi commerciali che alla crisi energetica che ha
colpito duramente l’Europa centrale. In Canada il volume del trasporto
ferroviario containerizzato mostra una maggiore stabilità, con una tenuta che
si manifesta nonostante la contrazione del 2020, allineata agli effetti
iniziali della pandemia globale. Il recupero avviene già nel 2021, con volumi
che rimangono elevati anche nei due anni successivi, pur registrando una
leggera contrazione nel 2023. Tale andamento suggerisce un sistema ferroviario
robusto, che riesce a mantenere elevate capacità operative nonostante le
fluttuazioni della domanda globale. In Repubblica Ceca si osserva invece una
graduale e costante riduzione dei volumi, che da 16.055,5 mila tonnellate nel
2019 calano progressivamente fino a 14.294,3 nel 2023. Questo trend indica un
indebolimento della competitività del trasporto ferroviario nazionale oppure
uno spostamento dei flussi logistici verso modalità alternative o attraverso
paesi limitrofi. La Germania si conferma leader assoluto per volumi
trasportati, con dati che si mantengono oltre i 70.000 mila tonnellate tra il
2021 e il 2022, raggiungendo il massimo nel 2022 con 73.682 mila tonnellate. Il
calo nel 2023, a 66.104 mila tonnellate, pur rilevante, non compromette il
primato tedesco in Europa, sostenuto da una rete ferroviaria capillare,
interporti efficienti e una forte integrazione industriale. L’Ungheria
rappresenta un caso interessante: tra il 2021 e il 2022 il volume di traffico
ferroviario container cresce esponenzialmente, passando da 4.655,3 a 7.213,9
mila tonnellate, una crescita che può essere legata a investimenti strategici
in infrastrutture ferroviarie o a un ruolo crescente come hub logistico nei
corridoi paneuropei. Anche se nel 2023 si registra una riduzione a 6.377,6 mila
tonnellate, i livelli rimangono molto superiori rispetto al periodo pre-pandemico,
testimoniando una trasformazione strutturale. L’Italia mostra un andamento
simile a quello dell’Austria, con una decrescita netta nel 2020, una ripresa
costante fino al 2022, quando si tocca il massimo di 47.782 mila tonnellate, e
infine un calo marcato nel 2023, con 40.275 mila tonnellate. Questo andamento
ciclico suggerisce un’elevata sensibilità del sistema italiano ai cambiamenti
macroeconomici e alla volatilità della domanda, nonostante gli investimenti
nell’intermodalità ferroviaria degli ultimi anni. In Polonia si nota invece una
tendenza più positiva: il paese mostra una crescita quasi continua dal 2019 al
2021, con una lieve flessione nel 2022 ma un nuovo incremento nel 2023, quando
si raggiungono 23.187 mila tonnellate, il massimo della serie quinquennale.
Questo consolidamento può riflettere l’efficacia delle politiche logistiche
polacche, la posizione strategica tra Est e Ovest, e il rafforzamento delle
connessioni ferroviarie sia interne che transfrontaliere. La Svezia si
distingue per una progressione piuttosto regolare, con volumi che crescono
costantemente fino al 2022 per poi calare leggermente nel 2023. Tuttavia, il
valore finale di 6.667,1 mila tonnellate resta ben al di sopra dei livelli del
2019, suggerendo che le politiche di sostenibilità ambientale e gli
investimenti in ferrovie abbiano prodotto risultati tangibili. La Svizzera
presenta una stabilità impressionante, con dati sempre prossimi ai 20.000 mila
tonnellate e con un picco nel 2021, riflettendo l’efficienza logistica di un
paese tradizionalmente impegnato nel trasferimento del trasporto merci dalla
gomma alla rotaia, anche per ragioni ambientali e geografiche. Infine la
Turchia mostra un’interessante traiettoria espansiva fino al 2021, quando
raggiunge 17.882 mila tonnellate, ma i dati successivi indicano una progressiva
contrazione, culminando nel 2023 con 14.476 mila tonnellate, probabilmente
dovuta a criticità interne, instabilità politica o variazioni nei flussi
commerciali internazionali. L’analisi complessiva di questi dieci paesi
evidenzia come il 2020 rappresenti un punto di discontinuità per quasi tutti, a
causa della pandemia che ha interrotto le catene di fornitura e limitato le
capacità operative. La maggior parte dei paesi ha mostrato una buona capacità
di recupero tra il 2021 e il 2022, confermando l’importanza del trasporto
ferroviario containerizzato in un contesto di transizione verso una logistica
più sostenibile. Il 2023 rappresenta un anno di leggera contrazione per molti,
segnale di nuove sfide legate a instabilità geopolitiche, inflazione e crisi
energetiche. Tuttavia, paesi come Polonia, Ungheria e Svezia sembrano riuscire
a mantenere o addirittura migliorare le proprie performance, indicando che
strategie mirate e investimenti strutturali possono rafforzare la resilienza
del settore. In questo scenario, la Germania rimane il principale punto di
riferimento per quantità e stabilità, mentre nazioni come l’Italia e l’Austria
evidenziano una maggiore vulnerabilità ciclica. Il confronto tra paesi suggerisce
che non vi è una risposta univoca, ma che l’evoluzione del trasporto
ferroviario containerizzato è fortemente influenzata dalla qualità delle
infrastrutture, dalle politiche di incentivo all’intermodalità, dal contesto
industriale e dalle dinamiche globali del commercio. L’andamento dei prossimi
anni dipenderà dalla capacità dei governi e degli operatori di reagire alle
crisi, sfruttare le opportunità tecnologiche e armonizzare i trasporti con gli
obiettivi ambientali europei. Se si guarda oltre i singoli dati nazionali,
emerge un quadro complesso e in trasformazione, dove il trasporto ferroviario
containerizzato si conferma come un asset strategico per la competitività
economica e la sostenibilità ambientale dell’intero continente.
Fonte: OCSE
Link:
https://data-explorer.oecd.org/
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