L’analisi dei dati relativi agli incidenti stradali
tra il 2019 e il 2023, comprendente decessi, feriti e sinistri con lesioni,
fornisce un quadro estremamente significativo dell’evoluzione della sicurezza
stradale a livello globale. Il periodo preso in considerazione include
l’impatto della pandemia da COVID-19, che ha fortemente influenzato la mobilità
e, conseguentemente, l’incidentalità. Tuttavia, i dati evidenziano anche
dinamiche strutturali legate alle politiche di prevenzione, ai cambiamenti nei
comportamenti di guida e alla qualità delle infrastrutture stradali.
Decessi su strada: una riduzione temporanea seguita da ripresa. Nel 2020, anno in cui la pandemia ha avuto il suo
impatto più forte sui volumi di traffico, quasi tutti i paesi registrano un
netto calo dei decessi. Francia (da 3.244 a 2.541), Italia (da 3.173 a 2.395),
Germania (da 3.046 a 2.719), e Stati Uniti (da 36.355 a 39.007, con una
tendenza opposta) mostrano l’effetto diretto delle restrizioni alla mobilità.
Il caso statunitense è anomalo: nonostante la diminuzione del traffico, i
decessi sono aumentati, probabilmente a causa di un incremento della velocità
media e della guida sotto effetto di sostanze. Nel triennio successivo
(2021–2023), si osserva una graduale risalita dei valori, senza però ritornare
sempre ai livelli pre-pandemici. In Italia si torna a 3.039 vittime nel 2023,
ancora al di sotto del 2019 ma in crescita rispetto al biennio pandemico. In
Germania, il dato 2023 (2.839) è simile a quello del 2022, segno di una
stabilizzazione. Anche in Francia si registra un aumento dai minimi del 2020,
ma senza recuperare il livello pre-COVID. Paesi come la Corea mostrano un
miglioramento progressivo: i decessi passano da 3.349 nel 2019 a 2.551 nel
2023, un calo significativo che potrebbe riflettere efficaci politiche di
sicurezza stradale. Analogamente, in Polonia si assiste a una netta riduzione
da 2.909 a 1.893 decessi, confermando l’impatto delle politiche di contenimento
della velocità e miglioramento infrastrutturale.
Feriti e sinistri: tendenze simili ma con differenze nei volumi. I feriti
seguono un andamento analogo, ma con numeri molto più elevati. In Italia si
passa da 241.384 feriti nel 2019 a un minimo di 159.249 nel 2020, con un
progressivo aumento fino a 224.634 nel 2023. In Francia, i numeri sono più
stabili: dai 70.490 del 2019 ai 64.674 del 2023. In Germania, i feriti passano
da 384.230 a 366.557 nello stesso periodo, mantenendosi comunque su livelli
molto alti. Anche i sinistri con feriti
subiscono una flessione durante il 2020: in Spagna si scende da oltre 104.000 a
72.959 incidenti, mentre in Germania si passa da 300.000 a circa 264.000.
Tuttavia, i dati del 2022-2023 indicano una ripresa quasi completa nella
maggior parte dei paesi.
Il caso di Turchia e Stati Uniti. Particolare attenzione merita la Turchia, dove i
decessi aumentano da 5.229 nel 2022 a 6.548 nel 2023, un’inversione di tendenza
preoccupante. Anche il numero di feriti (350.855 nel 2023) e di incidenti
(235.071) è in crescita, suggerendo un peggioramento complessivo della
sicurezza stradale. Al contrario, gli Stati Uniti mostrano dati incompleti per
gli ultimi due anni, ma il livello elevatissimo di incidenti e feriti (oltre 6
milioni di sinistri e 2,7 milioni di feriti nel 2019) evidenzia una criticità
strutturale nella mobilità stradale americana.
Paesi non OCSE: miglioramenti e persistenti criticità. Nei paesi non OCSE, le dinamiche
sono variegate. Alcuni mostrano progressi evidenti: in Moldavia i decessi
passano da 277 nel 2019 a 198 nel 2023, accompagnati da una diminuzione dei
feriti. In Albania, i morti scendono da 227 a 192 nello stesso arco temporale.
Altri paesi, come l’Armenia o l’Azerbaijan, registrano una sostanziale
stabilità, con numeri ancora elevati in relazione alla popolazione. Il
caso del Kazakhstan, con oltre 1.900 decessi nel 2019 e 2020 e dati
successivamente assenti, solleva dubbi sulla trasparenza e continuità nella
rilevazione. Allo stesso modo, in Russia i dati si fermano al 2020, ma indicano
una mortalità molto alta (oltre 16.000 decessi).
Considerazioni conclusive. In sintesi, il quinquennio analizzato mostra come le misure straordinarie
adottate nel 2020 abbiano avuto un impatto diretto sulla riduzione degli
incidenti e dei decessi, ma anche come il ritorno alla normalità abbia
rapidamente riportato i valori su traiettorie precedenti. Tuttavia, alcuni
paesi – tra cui Corea, Polonia e Finlandia – hanno consolidato miglioramenti
grazie a politiche sistematiche di prevenzione, mentre altri (come Turchia o
Stati Uniti) faticano a invertire trend critici. Il rafforzamento delle misure
infrastrutturali, l’uso di tecnologie intelligenti (ADAS, frenata automatica,
rilevatori di stanchezza), l’educazione stradale e i controlli severi rimangono
elementi chiave per ridurre l’incidentalità. I dati evidenziano anche la
necessità di una raccolta omogenea e tempestiva delle informazioni, che
consenta confronti più accurati e strategie coordinate su scala internazionale.
Fonte: OSCE
Link: https://data-explorer.oecd.org/
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