Italia tra il 2014 e il 2022 mostra un percorso
caratterizzato da fasi alterne di crescita e contrazione, influenzate da
dinamiche economiche globali, crisi pandemiche e strategie industriali.
Analizzando il periodo nel suo complesso, il valore aggiunto del settore è
aumentato di 386,6 milioni di euro, con una crescita complessiva del 4,34% in
otto anni. Tuttavia, l’evoluzione non è stata lineare: il settore ha
attraversato momenti di lieve flessione tra il 2014 e il 2018, una fase di
espansione nel 2019, un crollo nel 2020 dovuto alla pandemia e un recupero
post-crisi tra il 2021 e il 2022. Questa analisi approfondirà il contesto
economico e industriale che ha influenzato il settore, identificando le cause
delle variazioni nei diversi anni e proponendo delle considerazioni di politica
industriale per garantire la crescita e la competitività del comparto nel
futuro.
Tra il 2014 e il 2018, il valore aggiunto del settore
ha registrato oscillazioni significative senza una chiara traiettoria di
crescita sostenuta. Nel 2015, il comparto ha subito una lieve contrazione dello
0,37% rispetto al 2014, seguita da una ripresa nel 2016, con una crescita del
3,89%, pari a 345,2 milioni di euro. Tuttavia, nel 2017 il settore ha
nuovamente subito un calo dell’1,9%, seguito da un ulteriore -1,01% nel 2018.
Queste variazioni riflettono probabilmente una combinazione di fattori. Da un
lato, il settore è altamente dipendente dagli investimenti delle aziende in
macchinari e attrezzature, che a loro volta risentono dei cicli economici. Se
l’industria manifatturiera cresce e investe in nuovi impianti, aumenta la
domanda di installazione di macchine; al contrario, nei momenti di incertezza
economica, le imprese tendono a posticipare questi investimenti, penalizzando
il settore. Inoltre, la riparazione di macchine e apparecchiature può risentire
del ciclo di vita tecnologico delle attrezzature industriali: negli anni in cui
vengono acquistati nuovi macchinari, la necessità di riparazione diminuisce,
mentre aumenta nei periodi in cui si cerca di prolungare la vita utile degli
impianti esistenti. Un altro elemento da considerare è il possibile impatto
delle politiche di incentivazione degli investimenti in beni strumentali. Il
periodo 2017-2018 ha visto un calo del valore aggiunto nel settore, nonostante
il lancio del Piano Industria 4.0, che incentivava l’acquisto di nuovi
macchinari attraverso iper-ammortamenti e crediti d’imposta. Se molte aziende
hanno preferito acquistare nuove attrezzature piuttosto che riparare quelle
esistenti, ciò potrebbe aver ridotto temporaneamente la domanda di servizi di
riparazione e installazione.
Nel 2019, il settore ha registrato una crescita
significativa del 6,23%, con un aumento di 558,5 milioni di euro nel valore
aggiunto. Questo risultato riflette probabilmente una fase di forte ripresa
dell’industria manifatturiera italiana, che ha spinto gli investimenti in nuovi
macchinari e ha aumentato la domanda di servizi di installazione. A contribuire
a questo aumento potrebbe essere stata anche la crescente necessità di
manutenzione predittiva e aggiornamenti tecnologici su macchinari già in uso,
legata alla digitalizzazione dei processi produttivi. La spinta verso la smart
manufacturing e l’integrazione di tecnologie avanzate ha probabilmente
incentivato le aziende a rinnovare e ottimizzare gli impianti esistenti,
anziché sostituirli interamente.
Il 2020 segna il punto di maggiore crisi per il
settore, con una contrazione del 12,58% e una perdita di 1,2 miliardi di euro
di valore aggiunto. La causa principale è chiaramente il lockdown imposto per
contrastare la pandemia di COVID-19, che ha portato a un drastico calo della
produzione industriale e alla sospensione di molti progetti di installazione e
manutenzione. Il crollo si è verificato sia per la riduzione della domanda di
nuovi macchinari, dato il clima di incertezza economica, sia per le difficoltà
logistiche e operative nella realizzazione di interventi di riparazione e
installazione durante i periodi di chiusura forzata delle attività produttive.
Inoltre, la crisi delle catene di approvvigionamento globali, con il blocco
delle forniture di componenti e macchinari dall’Asia e da altri mercati
strategici, ha probabilmente influito sulla capacità delle imprese di eseguire
installazioni e riparazioni in modo efficiente.
Nel 2021, il settore ha mostrato una forte
ripresa, con una crescita del 5,52%, pari a 459,7 milioni di euro. Questo trend
positivo è proseguito nel 2022, con un ulteriore aumento del 5,94%, equivalente
a 521,4 milioni di euro. Il rimbalzo è stato determinato dal recupero della
domanda di macchinari e impianti industriali, grazie alla ripresa della
produzione e agli incentivi governativi per gli investimenti in beni
strumentali. Il Piano Transizione 4.0, successore del Piano Industria 4.0, ha
giocato un ruolo chiave incentivando la digitalizzazione dei processi
produttivi e stimolando la domanda di nuove attrezzature e servizi di
installazione. Un altro elemento che ha favorito il settore è stata la
crescente attenzione alla manutenzione predittiva e alla sostenibilità
industriale. Le aziende hanno investito nella manutenzione per aumentare
l’efficienza energetica degli impianti e ridurre i costi operativi,
contribuendo così alla crescita del comparto.
Alla luce di questi dati, emergono alcune
strategie di politica industriale per rafforzare il settore della riparazione e
installazione di macchine e apparecchiature in Italia. Uno dei principali
obiettivi dovrebbe essere il rafforzamento degli incentivi per la manutenzione
predittiva e l’efficientamento energetico degli impianti produttivi, attraverso
agevolazioni fiscali e finanziamenti specifici. Un altro aspetto fondamentale è
la digitalizzazione del settore, con un maggiore utilizzo di intelligenza
artificiale e IoT per il monitoraggio delle macchine, al fine di ridurre i
costi di manutenzione e migliorare la produttività. Per garantire la stabilità
del settore, è essenziale anche mitigare la dipendenza dalle importazioni di
componenti critici, rafforzando la produzione interna di parti di ricambio e
componentistica strategica. Questo ridurrebbe il rischio di blocchi produttivi
legati a interruzioni nelle catene di fornitura globali. Un ulteriore ambito di
intervento riguarda la formazione del personale specializzato, in particolare
per competenze legate alla digitalizzazione della manutenzione industriale e
all’uso di tecnologie avanzate nei processi di installazione e riparazione.
Infine, la sostenibilità deve diventare un driver di sviluppo del settore.
Incentivare la revisione e il riutilizzo di macchinari attraverso politiche di
economia circolare potrebbe creare nuove opportunità di crescita e ridurre
l’impatto ambientale dell’industria.
Il settore della riparazione e installazione di
macchine e apparecchiature in Italia ha mostrato una buona capacità di recupero
dopo la crisi pandemica, ma resta soggetto a forti oscillazioni legate ai cicli
economici e agli investimenti in beni strumentali. Per garantirne la crescita e
la competitività nel lungo periodo, sarà fondamentale puntare su
digitalizzazione, sostenibilità, autonomia produttiva e sviluppo delle
competenze.
Fonte: ISTAT
Link:
www.istat.it
Metodo:
Prezzi concatenate 2020.
Variazione Assoluta in Italia
Riparazione e installazione di macchine e apparecchiature |
|||
Milioni di euro |
Variazione assoluta |
Variazione percentuale |
|
2014 |
8.915,30 |
||
2015 |
8.882,30 |
-33 |
-0,37 |
2016 |
9.227,50 |
345,2 |
3,89 |
2017 |
9.051,80 |
-175,7 |
-1,9 |
2018 |
8.960,20 |
-91,6 |
-1,01 |
2019 |
9.518,70 |
558,5 |
6,23 |
2020 |
8.320,80 |
-1.197,90 |
-12,58 |
2021 |
8.780,50 |
459,7 |
5,52 |
2022 |
9.301,90 |
521,4 |
5,94 |
2014-2022 |
386,6 |
4,34 |
Nessun commento:
Posta un commento