Nel contesto della contabilità nazionale, il settore dei Servizi di alloggio e di ristorazione comprende tutte le attività economiche legate all’offerta di ospitalità e di servizi di ristorazione per residenti e turisti, sia nazionali che internazionali. Questo settore è classificato nella divisione "I" della nomenclatura NACE, che include attività di alberghi, villaggi turistici, bed & breakfast, affittacamere, campeggi, ostelli e altre strutture ricettive, insieme ai servizi di ristorazione come ristoranti, bar, catering e mense. Il valore aggiunto del settore è calcolato come la differenza tra il valore della produzione dei servizi forniti e il costo dei beni e servizi intermedi utilizzati per la loro erogazione. Tra i costi principali rientrano l'acquisto di alimenti e bevande, l’energia, il personale e la manutenzione delle strutture. Il settore rappresenta una componente fondamentale dell’economia italiana, non solo per il suo contributo diretto al PIL, ma anche per il suo ruolo strategico nel promuovere il turismo, che a sua volta stimola altri settori come i trasporti, il commercio e la cultura. Essendo fortemente legato alle dinamiche del turismo, il settore è particolarmente sensibile a fattori esterni come crisi economiche, pandemie, stagionalità e fluttuazioni della domanda internazionale.
Il settore dei servizi di alloggio e ristorazione in Italia ha vissuto, tra il 2014 e il 2023, un’evoluzione caratterizzata da una crescita iniziale, un drammatico crollo dovuto alla pandemia di COVID-19 e una successiva ripresa accelerata, raggiungendo infine un incremento complessivo del valore aggiunto pari al 15,25%, con un aumento assoluto di 9.320 milioni di euro. Questo andamento riflette non solo le dinamiche economiche e sociali, ma anche l'impatto delle politiche industriali e delle misure di sostegno introdotte per mitigare le conseguenze delle crisi e favorire il rilancio di un settore fondamentale per l’economia italiana.
Nel periodo 2014-2019, il settore dei servizi di alloggio e ristorazione ha mostrato una crescita costante, passando da 61.140 milioni di euro a 66.920 milioni, con un incremento medio annuo intorno al 2,23%. Questa crescita è stata trainata da un aumento del turismo internazionale, sostenuto dalla percezione globale dell’Italia come una destinazione leader per cultura, enogastronomia e bellezze paesaggistiche. L’Expo 2015 a Milano, in particolare, ha avuto un impatto significativo, contribuendo a un aumento della visibilità internazionale del Paese e a un’accelerazione delle prenotazioni turistiche. Anche il turismo interno ha registrato una crescita moderata, grazie al miglioramento delle condizioni economiche delle famiglie italiane dopo la crisi del debito sovrano del 2011-2013. Parallelamente, l'innovazione nel settore, con la diffusione di piattaforme digitali come Airbnb e Booking, ha contribuito a modificare il mercato dell’alloggio, offrendo nuove opportunità sia per i grandi operatori che per i piccoli imprenditori.
Tuttavia, già nel 2019, il valore aggiunto del settore mostra un segnale di stagnazione, con una crescita minima dello 0,05%. Questo rallentamento può essere attribuito a una saturazione del mercato turistico in alcune aree chiave, come le grandi città d’arte (Firenze, Venezia, Roma), e a una crescente pressione competitiva da parte di altre destinazioni internazionali. Inoltre, il fenomeno dell’overtourism, cioè un sovraffollamento turistico che riduce l’attrattività delle mete più popolari, ha iniziato a mostrare i suoi effetti negativi, evidenziando la necessità di politiche più sostenibili per il settore.
Il 2020 rappresenta il momento di crisi più grave per i servizi di alloggio e ristorazione in Italia, con una perdita di valore aggiunto del 42,17%, pari a oltre 28.000 milioni di euro, il calo più drammatico di tutto il periodo analizzato. Questo crollo è stato determinato dalla pandemia di COVID-19, che ha paralizzato il turismo globale e imposto lunghe chiusure ai ristoranti, hotel e altre attività del settore. Le restrizioni sui viaggi internazionali, il lockdown nazionale e il crollo della domanda interna hanno messo a dura prova soprattutto le piccole e medie imprese (PMI), che costituiscono la maggioranza del settore in Italia. Molte attività sono state costrette a chiudere temporaneamente o definitivamente, nonostante gli aiuti governativi come contributi a fondo perduto, sospensioni fiscali e agevolazioni per il lavoro dipendente. Tuttavia, la crisi ha evidenziato anche la scarsa resilienza del settore, legata a una limitata capacità di adattarsi rapidamente a nuove condizioni di mercato e a una digitalizzazione ancora insufficiente per affrontare sfide come l’adozione del delivery e del take-away.
Nel 2021 il settore inizia una decisa ripresa, con una crescita del valore aggiunto del 28,84%, pari a un aumento di 11.160 milioni di euro. Questo rimbalzo è stato favorito dalla graduale riapertura delle attività economiche, dal ritorno dei viaggi domestici e internazionali, seppur con limitazioni, e dalle misure di sostegno pubblico, tra cui il Superbonus Alberghi e gli incentivi per il turismo sostenibile. La domanda di turismo interno, in particolare, ha svolto un ruolo fondamentale, con gli italiani che hanno preferito destinazioni locali rispetto a mete estere. Parallelamente, molte imprese del settore hanno iniziato a investire nella digitalizzazione e nell’innovazione dei servizi, utilizzando piattaforme online per raggiungere nuovi clienti e migliorare l’efficienza operativa.
Il 2022 segna un anno di straordinaria crescita per il settore, con un incremento del valore aggiunto del 33,04%, pari a 16.480 milioni di euro, portando il totale a 66.340 milioni. Questo risultato è stato possibile grazie alla completa riapertura delle frontiere e al ritorno dei flussi turistici internazionali, sostenuti anche da eventi di portata globale come il turismo legato alla ripresa di grandi eventi culturali e sportivi. La crescente attenzione alla sostenibilità e all’autenticità delle esperienze turistiche ha spinto molte imprese italiane a diversificare l’offerta, promuovendo attività enogastronomiche, turismo esperienziale e soggiorni in aree rurali meno conosciute, in linea con le preferenze dei viaggiatori post-pandemia.
Nel 2023 il valore aggiunto continua a crescere, raggiungendo 70.460 milioni di euro, con un incremento del 6,22%. Questo risultato riflette un consolidamento del settore, trainato da un rafforzamento dei flussi turistici e da un aumento della spesa media per turista, anche grazie all’incremento della qualità dei servizi offerti. Tuttavia, il settore si trova ancora a dover affrontare alcune sfide strutturali. Tra queste spiccano la carenza di personale qualificato, l’aumento dei costi operativi legati all’energia e alle materie prime, e la necessità di adattarsi a un contesto sempre più competitivo e globale. Inoltre, persistono disparità territoriali significative: mentre le regioni del nord e alcune aree del centro Italia continuano a beneficiare di un turismo maturo e ben organizzato, molte aree del sud e delle isole mostrano un potenziale ancora inespresso, limitato da carenze infrastrutturali e difficoltà nella promozione internazionale.
Dal punto di vista delle politiche industriali, il periodo 2014-2023 mette in evidenza la necessità di strategie più organiche e a lungo termine per il settore dei servizi di alloggio e ristorazione. Una priorità dovrebbe essere rappresentata dall’investimento nella formazione professionale e nella qualificazione del personale, per migliorare la qualità dei servizi e rispondere alle nuove esigenze dei clienti. Inoltre, è fondamentale promuovere la sostenibilità nel settore, incentivando le imprese a ridurre l’impatto ambientale attraverso l’adozione di pratiche eco-friendly e investimenti in tecnologie verdi.
Un altro aspetto cruciale riguarda la digitalizzazione. Le politiche pubbliche dovrebbero continuare a sostenere l’innovazione tecnologica, aiutando le imprese a integrare soluzioni digitali nei propri processi operativi e nella promozione del turismo, sfruttando strumenti come piattaforme online, analisi dei dati e realtà virtuale per migliorare l’esperienza del cliente e aumentare la competitività. Inoltre, sarebbe necessario sviluppare un piano nazionale per il turismo sostenibile, che favorisca un’equa distribuzione dei flussi turistici tra le diverse regioni e limiti il fenomeno dell’overtourism nelle mete più visitate.
In conclusione, il settore dei servizi di alloggio e ristorazione in Italia ha dimostrato una straordinaria capacità di ripresa dopo il drammatico crollo del 2020, raggiungendo livelli di valore aggiunto superiori a quelli pre-pandemia. Tuttavia, per garantire una crescita sostenibile nel lungo periodo, sarà necessario adottare politiche industriali ambiziose e mirate, che valorizzino il potenziale del settore e affrontino le sue criticità strutturali, trasformando il turismo e la ristorazione in leve strategiche per lo sviluppo economico e sociale del Paese.
Fonte: ISTAT
Link: www.istat.it
Metodo: Prezzi
concatenati 2020
Valore aggiunto Servizi di alloggio e di ristorazione In Italia |
|||
Milioni di euro |
Variazione Assoluta |
Variazione Percentuale
|
|
2014 |
61.140,50 |
||
2015 |
61.832,50 |
692 |
1,13 |
2016 |
63.351 |
1.518,50 |
2,46 |
2017 |
65.576,70 |
2.225,70 |
3,51 |
2018 |
66.886,90 |
1.310,20 |
2 |
2019 |
66.919,60 |
32,7 |
0,05 |
2020 |
38.700,90 |
-28.218,70 |
-42,17 |
2021 |
49.861,70 |
11.160,80 |
28,84 |
2022 |
66.337 |
16.475,30 |
33,04 |
2023 |
70.461,80 |
4.124,80 |
6,22 |
2014-2023 |
9.321,30 |
15,25 |
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