Le retribuzioni dei lavoratori nelle imprese multinazionali
estere per regione costituiscono il valore totale delle somme
pagate ai lavoratori dipendenti delle imprese multinazionali estere operanti
nelle diverse regioni italiane. Questa variabile è un indicatore economico
importante che riflette sia il livello di presenza delle multinazionali in una
determinata regione sia il contributo di queste imprese al reddito e al
benessere economico locale. I dati fanno riferimento al 2022.
I dati
relativi alle retribuzioni delle imprese multinazionali operanti nelle regioni
italiane evidenziano una distribuzione altamente disomogenea delle risorse
economiche. Questi valori offrono una panoramica delle disparità regionali in
termini di compensi erogati ai dipendenti delle multinazionali estere, fornendo
un'indicazione del peso economico di queste aziende sul territorio. Con un
totale di 27.027.420.000 € in retribuzioni, la Lombardia domina il panorama nazionale,
rappresentando il 39,21% del totale nazionale. Questo dato riflette la
centralità della regione nel tessuto economico italiano, grazie a un'elevata
concentrazione di imprese multinazionali, infrastrutture avanzate e un
ecosistema imprenditoriale ben sviluppato. Milano, capitale economica e
finanziaria del Paese, contribuisce significativamente a questa posizione di
leadership, fungendo da hub per aziende globali e professionisti altamente
qualificati. La concentrazione cumulativa del 39,21% conferma il ruolo della
Lombardia come cuore economico dell'Italia. Il Lazio si colloca al secondo posto, con 7.693.736.000 € in retribuzioni,
pari all'11,16% del totale nazionale. La regione beneficia della presenza di
Roma, che funge da polo amministrativo e culturale, attirando multinazionali
dei settori dei servizi, della tecnologia e delle telecomunicazioni. Nonostante
il suo peso economico significativo, il Lazio rimane lontano dai livelli della
Lombardia, evidenziando una differenza strutturale tra le due regioni.
Il Piemonte
(9,88%), il Veneto (8,59%) e l’Emilia-Romagna (8,41%) rappresentano il cuore
industriale del Paese. Queste regioni, pur con valori inferiori rispetto al
Lazio, mostrano una diversificazione economica e un'elevata capacità
produttiva. Torino, nel Piemonte, è un centro chiave per l'automotive e la
tecnologia, mentre il Veneto e l'Emilia-Romagna eccellono nei settori
manifatturiero, biomedicale e agroalimentare. Complessivamente, queste regioni
contribuiscono in modo significativo al PIL nazionale e dimostrano una forte
attrattiva per le multinazionali estere.
Con
retribuzioni pari a 3.671.225.000 € (5,33%) e 1.922.980.000 € (2,79%),
rispettivamente, Toscana e Liguria si collocano in una fascia intermedia. La
Toscana, nota per il turismo e la moda, combina tradizione e innovazione,
mentre la Liguria si distingue per il settore portuale e la logistica. Queste regioni,
pur essendo economicamente rilevanti, mostrano un peso inferiore rispetto ai
Le regioni
del sud e le isole, come Campania, Sicilia, Puglia, Sardegna e Calabria,
registrano percentuali modeste. Ad esempio, la Campania contribuisce solo con
il 2,54%, mentre la Sicilia si attesta all'1,58%. Questi dati sottolineano il
divario economico tra nord e sud, spesso attribuibile a infrastrutture carenti,
bassa capacità innovativa e minore attrattività per le multinazionali estere.
Nonostante il loro potenziale, queste regioni rimangono penalizzate nella
competizione per gli investimenti internazionali.
I dati
complessivi, con una concentrazione cumulativa dell'84% nelle prime cinque
regioni, evidenziano una significativa concentrazione economica nel nord e nel
centro Italia. Questo squilibrio riflette differenze strutturali,
infrastrutturali e di competenze che penalizzano il sud e le isole. Per ridurre
questo divario, è necessario promuovere investimenti strategici, migliorare le
infrastrutture e incentivare la formazione. Le multinazionali rappresentano
un'opportunità cruciale per lo sviluppo economico, ma la loro distribuzione
diseguale sottolinea l'urgenza di politiche regionali differenziate per
garantire una crescita sostenibile ed equilibrata in tutto il territorio
nazionale.
Multinazionali estere per regioni |
|||
Regioni |
Retribuzioni |
% |
Concentrazione |
Lombardia |
27.027.420.000,00 € |
39,21 |
39,21 |
Lazio |
7.693.736.000,00 € |
11,16 |
50,37 |
Piemonte |
6.807.245.000,00 € |
9,88 |
60,25 |
Veneto |
5.921.861.000,00 € |
8,59 |
68,84 |
Emilia-Romagna |
5.799.759.000,00 € |
8,41 |
77,25 |
Toscana |
3.671.225.000,00 € |
5,33 |
82,58 |
Liguria |
1.922.980.000,00 € |
2,79 |
85,37 |
Campania |
1.753.385.000,00 € |
2,54 |
87,91 |
Friuli-Venezia Giulia |
1.356.412.000,00 € |
1,97 |
89,88 |
Puglia |
1.283.869.000,00 € |
1,86 |
91,74 |
Trentino-Alto Adige |
1.140.837.000,00 € |
1,66 |
93,40 |
Abruzzo |
1.104.401.000,00 € |
1,60 |
95,00 |
Sicilia |
1.091.660.000,00 € |
1,58 |
96,58 |
Marche |
828.431.000,00 € |
1,20 |
97,79 |
Sardegna |
512.294.000,00 € |
0,74 |
98,53 |
Umbria |
364.480.000,00 € |
0,53 |
99,06 |
Basilicata |
279.525.000,00 € |
0,41 |
99,46 |
Calabria |
160.014.000,00 € |
0,23 |
99,70 |
Molise |
131.017.000,00 € |
0,19 |
99,89 |
Valle d'Aosta |
78.563.000,00 € |
0,11 |
100,00 |
Totale |
68.929.114.000,00 € |
100,00 |
Clusterizzazione con algoritmo
k-Means ottimizzato con il metodo di Elbow. La
clusterizzazione delle regioni italiane con k=3, basata sulle retribuzioni
delle multinazionali estere, evidenzia una chiara segmentazione economica e
geografica. I risultati riflettono il diverso grado di attrattività delle
regioni italiane per le multinazionali e l'impatto economico che queste aziende
esercitano sul territorio.
- ·
Cluster 1: La Lombardia
costituisce un cluster a sé stante. Con 27.027.420.000 € in retribuzioni,
rappresenta il 39,21% del totale nazionale. Questo risultato evidenzia
l’assoluto predominio della regione, che si distingue per infrastrutture
avanzate, un ecosistema imprenditoriale maturo e una posizione centrale nei
flussi economici globali. Milano, in particolare, funge da catalizzatore,
ospitando multinazionali nei settori finanziario, tecnologico e industriale. Il
fatto che la Lombardia sia isolata in un cluster dimostra la sua unicità e il
divario con le altre regioni italiane.
- ·
Cluster 2: Lazio, Piemonte, Veneto, Emilia-Romagna. Questo cluster raggruppa quattro
regioni con economie diversificate e un elevato contributo economico. Il Lazio
(11,16%) beneficia della presenza di Roma, capitale amministrativa e culturale,
che attrae multinazionali del settore dei servizi. Piemonte, Veneto ed
Emilia-Romagna (rispettivamente 9,88%, 8,59% e 8,41%) sono regioni industriali,
conosciute per i settori manifatturiero, tecnologico e biomedicale. Queste aree
rappresentano il "cuore produttivo" dell’Italia e mostrano un
notevole equilibrio tra industria e servizi, rendendole attrattive per le
multinazionali.
- ·
Cluster 0: Questo
cluster include 15 regioni con retribuzioni nettamente inferiori. Toscana,
Liguria e Campania emergono come le regioni più rappresentative, ma il loro
contributo economico è ben lontano dai livelli del cluster 2. Le regioni
meridionali e insulari, come Sicilia, Sardegna e Calabria, mostrano un impatto
limitato, evidenziando la persistenza di un divario economico tra nord e sud.
Questi risultati riflettono carenze strutturali, infrastrutture insufficienti e
una minore capacità di attrarre investimenti esteri.
La clusterizzazione mette in luce il ruolo centrale
della Lombardia e delle regioni del nord nel panorama economico italiano. Le
regioni meridionali necessitano di interventi mirati per migliorare la
competitività, attraverso infrastrutture, incentivi economici e politiche di
sviluppo. La riduzione delle disparità è essenziale per favorire una crescita
sostenibile ed equilibrata in tutto il Paese.
Fonte: ISTAT
Link: www.istat.it
Nessun commento:
Posta un commento