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Dalla crisi pandemica alla ripresa economica: il settore dei servizi in Italia tra il 2014 e il 2023

 

Il valore aggiunto nel settore dei servizi rappresenta la misura della ricchezza generata dalle attività economiche che forniscono prestazioni immateriali, come commercio, trasporti, comunicazioni, sanità, istruzione e servizi finanziari. Nella contabilità nazionale, il valore aggiunto è calcolato come la differenza tra il valore della produzione e i costi dei beni e servizi intermedi utilizzati nel processo produttivo. Questo indicatore costituisce una componente essenziale del prodotto interno lordo, contribuendo significativamente alla crescita economica e alla creazione di occupazione. Il settore dei servizi svolge un ruolo chiave nell’economia moderna, poiché supporta e integra le attività degli altri settori produttivi, favorendo l’innovazione, la digitalizzazione e la competitività del sistema economico. Le variazioni del valore aggiunto nei servizi riflettono l’andamento della domanda interna ed estera, le politiche economiche e le trasformazioni strutturali del mercato. Monitorare il valore aggiunto consente di valutare l'efficienza e la produttività del settore, fornendo indicazioni utili per le decisioni di politica economica. La crescita del settore dei servizi è strettamente legata alla modernizzazione dell’economia e alle sfide della sostenibilità, della digitalizzazione e della globalizzazione, rendendolo un elemento strategico per lo sviluppo del paese.

L’analisi del valore aggiunto dei servizi in Italia nel periodo 2014-2023 evidenzia una crescita complessiva significativa, con un incremento assoluto di 290.077,90 milioni di euro, pari a una variazione percentuale del 26,56%. Tuttavia, l’andamento nel corso degli anni non è stato lineare, mostrando fasi di crescita costante alternate a periodi di contrazione, con un impatto particolarmente rilevante nel 2020, anno segnato dalla pandemia di COVID-19. Nel 2014 il valore aggiunto dei servizi in Italia ammontava a 1.092.312,80 milioni di euro. Nel 2015 si è registrato un incremento di 16.795,10 milioni di euro, corrispondente a una crescita dell’1,54%. Questo modesto aumento riflette un periodo di lenta ripresa economica dopo la crisi finanziaria globale, caratterizzato da un rafforzamento graduale della domanda interna e da un miglioramento delle condizioni macroeconomiche generali. Nel 2016 la crescita è proseguita con un aumento di 22.526,80 milioni di euro, pari al 2,03%, portando il valore complessivo a 1.131.634,70 milioni di euro. Questo incremento suggerisce una maggiore dinamicità del settore, con un aumento della domanda di servizi legato alla stabilizzazione dell’economia e al rafforzamento dei consumi delle famiglie e delle imprese.

Nel 2017 il valore aggiunto del settore ha continuato a crescere, raggiungendo 1.156.247,50 milioni di euro, con una variazione assoluta di 24.612,80 milioni di euro e una crescita del 2,17%. Questo andamento positivo è indice di un consolidamento del settore terziario, con un contributo rilevante da parte dei servizi alle imprese e del turismo, che ha beneficiato di un aumento della domanda internazionale. Il 2018 ha registrato un incremento più contenuto rispetto all'anno precedente, con una crescita di 20.096,10 milioni di euro, pari all’1,74%. Il valore aggiunto si è attestato a 1.176.343,60 milioni di euro, evidenziando un leggero rallentamento della crescita, probabilmente dovuto a fattori esterni quali l’incertezza geopolitica e le tensioni commerciali a livello globale, che hanno influenzato la fiducia degli operatori economici.

Nel 2019 il settore ha continuato a espandersi, raggiungendo 1.192.383,80 milioni di euro, con un incremento di 16.040,20 milioni di euro, pari all’1,36%. Questo dato suggerisce una fase di maturità del ciclo economico, con una crescita più moderata rispetto agli anni precedenti, riflettendo un andamento in linea con la tendenza generale dell’economia italiana, caratterizzata da una crescita contenuta del PIL. Tuttavia, l'anno successivo ha visto un'inversione di tendenza drammatica a causa dell'emergenza sanitaria globale. Nel 2020 il valore aggiunto del settore dei servizi è sceso a 1.114.019,10 milioni di euro, registrando una contrazione di 78.364,70 milioni di euro, pari a una diminuzione del 6,57%. Questo calo è direttamente attribuibile all’impatto della pandemia di COVID-19, che ha determinato la chiusura forzata di numerose attività, in particolare nei comparti legati al turismo, alla ristorazione e ai trasporti, settori particolarmente colpiti dalle restrizioni imposte per contenere la diffusione del virus. La riduzione della mobilità, il crollo della domanda e l'incertezza economica hanno contribuito a questa flessione senza precedenti, che ha rappresentato una delle peggiori crisi per il settore dei servizi nella storia recente.

Il 2021 segna una forte ripresa, con un incremento di 80.597,50 milioni di euro, pari a una crescita del 7,23%, riportando il valore aggiunto a 1.194.616,60 milioni di euro. Questa ripresa è stata guidata dalle misure di sostegno economico messe in atto dal governo, dagli investimenti nel settore sanitario e dalla ripresa della domanda interna ed estera, favorita dalla progressiva eliminazione delle restrizioni legate alla pandemia. Il settore turistico, in particolare, ha registrato un rimbalzo significativo, contribuendo alla ripresa complessiva del terziario.

Nel 2022 il valore aggiunto è aumentato ulteriormente, raggiungendo 1.291.048,10 milioni di euro, con una variazione assoluta di 96.431,50 milioni di euro e una crescita dell’8,07%. Questo risultato conferma la solidità della ripresa economica, supportata anche dagli investimenti legati al Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza (PNRR), volto a modernizzare le infrastrutture e a promuovere l’innovazione e la digitalizzazione dei servizi. Tuttavia, l’anno è stato anche caratterizzato da nuove sfide, tra cui l’aumento dell’inflazione, la crisi energetica e le incertezze geopolitiche legate al conflitto in Ucraina, che hanno influenzato i costi operativi e la fiducia degli investitori.

Nel 2023 il valore aggiunto del settore dei servizi ha continuato a crescere, arrivando a 1.382.390,70 milioni di euro, con un incremento di 91.342,60 milioni di euro e una crescita del 7,08%. Questo andamento riflette la resilienza del settore terziario italiano, che ha saputo adattarsi alle sfide emergenti, puntando su innovazione, digitalizzazione e sostenibilità. La crescente domanda di servizi avanzati, la trasformazione digitale e l'evoluzione dei modelli di consumo hanno contribuito a sostenere questa crescita.

L’analisi complessiva del periodo 2014-2023 evidenzia che, nonostante la battuta d’arresto del 2020, il settore dei servizi in Italia ha mostrato una capacità di ripresa significativa, con un incremento totale del 26,56% nel decennio considerato. La crescita del valore aggiunto è stata sostenuta da diversi fattori, tra cui l’aumento della domanda di servizi specializzati, l’evoluzione tecnologica e l’adozione di nuove strategie aziendali volte a migliorare l’efficienza operativa e la competitività. Il settore ha beneficiato di politiche di incentivo e di un contesto di ripresa economica generale, pur dovendo affrontare sfide legate all’instabilità economica globale, ai cambiamenti nei modelli di consumo e all’impatto delle politiche di sostenibilità ambientale.

In prospettiva futura, il settore dei servizi in Italia continuerà a essere un motore di crescita economica, sostenuto dalla crescente digitalizzazione e dalla transizione verso modelli più sostenibili e innovativi. L'adozione di tecnologie avanzate, come l'intelligenza artificiale e l'automazione dei processi, avrà un impatto significativo sulla produttività e sulla creazione di valore. Tuttavia, fattori come la volatilità economica, le tensioni geopolitiche e le politiche di contenimento dell'inflazione potrebbero influenzare le prospettive di crescita nei prossimi anni. Sarà cruciale per le imprese del settore investire in innovazione e formazione per rispondere alle nuove sfide e mantenere la competitività in un contesto in continua evoluzione.

 

Fonte: ISTAT

Link: www.istat.it



Valore aggiunto Servizi in Italia

Esercizi

Miliardi di euro

Variazione assoluta

Variazione percentuale

2014

1.092.312,80

2015

1.109.107,90

16.795,10

1,54

2016

1.131.634,70

22.526,80

2,03

2017

1.156.247,50

24.612,80

2,17

2018

1.176.343,60

20.096,10

1,74

2019

1.192.383,80

16.040,20

1,36

2020

1.114.019,10

-78.364,70

-6,57

2021

1.194.616,60

80.597,50

7,23

2022

1.291.048,10

96.431,50

8,07

2023

1.382.390,70

91.342,60

7,08

2014-2023

290.077,90

26,56

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