mercoledì 29 gennaio 2025

Commercio e riparazioni in Italia: un decennio tra crescita, crisi e ripartenza

 

L’analisi dell’andamento del valore aggiunto nel settore del commercio all’ingrosso e al dettaglio, riparazione di autoveicoli e motocicli in Italia tra il 2014 e il 2023 evidenzia una crescita complessiva di 40,92 miliardi di euro, pari a un incremento del 24,42% in dieci anni. Questo comparto rappresenta un pilastro fondamentale dell’economia italiana, poiché comprende la distribuzione di beni di consumo e durevoli, il commercio di veicoli e l’assistenza post-vendita. L’andamento del valore aggiunto nel settore riflette le dinamiche della domanda interna, le trasformazioni digitali nel commercio, le politiche industriali di sostegno ai consumi e gli shock economici, come la pandemia di COVID-19. L’evoluzione del settore può essere suddivisa in tre fasi principali: una crescita costante tra il 2014 e il 2019, una brusca contrazione nel 2020 a causa della pandemia e una ripresa accelerata tra il 2021 e il 2022, seguita da una fase di stabilizzazione nel 2023. Nel 2014, il valore aggiunto del settore era di 167,57 miliardi di euro. L’anno successivo ha registrato un incremento significativo di 7,81 miliardi di euro (+4,66%), segnale di una domanda in espansione e di un aumento dei consumi interni. Nel 2016, la crescita è stata più contenuta, con un incremento di 3,45 miliardi di euro (+1,97%), seguita da aumenti simili nel 2017 (+1,85%) e nel 2018 (+1,79%), con il valore aggiunto che ha raggiunto 185,39 miliardi di euro. Nel 2019, il settore ha registrato un’accelerazione della crescita, con un aumento di 6,59 miliardi di euro (+3,56%), portando il valore aggiunto a 191,98 miliardi di euro. Questa espansione può essere attribuita a diversi fattori, tra cui la ripresa economica post-crisi finanziaria, il miglioramento del mercato del lavoro e la maggiore fiducia dei consumatori. Inoltre, le politiche di incentivo al settore automobilistico e la diffusione dell’e-commerce hanno contribuito alla crescita, trasformando il commercio tradizionale e introducendo nuovi modelli di business. Dal punto di vista delle politiche industriali, in questo periodo si sono osservati interventi volti a sostenere i consumi e la modernizzazione della rete distributiva, con incentivi agli investimenti nel settore retail e nella digitalizzazione dei processi di vendita. La crescita del commercio elettronico ha spinto molte aziende a rivedere le proprie strategie, con investimenti in logistica, piattaforme digitali e omnicanalità, favorendo la competitività del settore. Tuttavia, la crescita del settore è stata bruscamente interrotta nel 2020 a causa della pandemia di COVID-19. Il valore aggiunto è crollato a 175,83 miliardi di euro, con una perdita di 16,15 miliardi (-8,41%), il calo più significativo dell’intero periodo analizzato. Le misure di lockdown, la chiusura forzata di molti esercizi commerciali e il calo dei consumi hanno avuto un impatto devastante sul comparto, con forti perdite nel commercio al dettaglio tradizionale e nel settore automobilistico. Le uniche attività che hanno mantenuto livelli di operatività elevati sono state quelle legate al commercio di beni essenziali, come la grande distribuzione alimentare e il commercio online, che ha registrato una crescita senza precedenti. Dal punto di vista delle politiche industriali, il governo ha introdotto misure di sostegno come contributi a fondo perduto, moratorie sui finanziamenti e incentivi alla digitalizzazione per aiutare le imprese del settore a superare la crisi. Tuttavia, molti piccoli esercizi hanno faticato a riprendersi, accelerando il processo di concentrazione nel settore e favorendo la crescita delle grandi catene e delle piattaforme di e-commerce. Il 2021 ha segnato una ripresa straordinaria, con un incremento di 24,84 miliardi di euro (+14,13%), portando il valore aggiunto a 200,67 miliardi di euro. La riapertura delle attività economiche, il ritorno alla normalità dei consumi e il rilancio del settore automobilistico hanno trainato la crescita, con un forte aumento della domanda di beni e servizi. Le misure di sostegno ai consumi, come gli incentivi per l’acquisto di autoveicoli e gli aiuti diretti alle famiglie, hanno contribuito a stimolare la ripresa del commercio. Inoltre, il Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza ha destinato risorse significative alla digitalizzazione delle imprese, favorendo l’adozione di nuove tecnologie e la modernizzazione della rete commerciale. Nel 2022 la crescita è continuata, anche se a un ritmo più contenuto, con un incremento di 6,91 miliardi di euro (+3,45%), portando il valore aggiunto a 207,59 miliardi di euro. Questo dato suggerisce una fase di stabilizzazione dopo il forte rimbalzo del 2021, con un ritorno a livelli di crescita più vicini alla media pre-pandemica. L’e-commerce ha consolidato la sua espansione, diventando una componente strutturale del settore, mentre il commercio tradizionale ha dovuto adattarsi a un nuovo contesto caratterizzato da un cambiamento nei comportamenti di consumo. Il 2023 ha segnato una fase di rallentamento, con una crescita molto più contenuta di 898 milioni di euro (+0,43%), portando il valore aggiunto a 208,48 miliardi di euro. Questo rallentamento può essere attribuito a diversi fattori, tra cui l’aumento dell’inflazione, il rialzo dei tassi di interesse e l’incertezza economica globale, che hanno influenzato la propensione alla spesa delle famiglie e degli operatori economici. Dal punto di vista industriale, questo dato suggerisce la necessità di nuove strategie di crescita per il settore, con un’attenzione particolare alla sostenibilità, all’innovazione tecnologica e alla trasformazione digitale. Le politiche industriali future dovranno concentrarsi sul sostegno alle piccole e medie imprese del settore, sulla promozione di modelli di business sostenibili e sull’integrazione tra commercio fisico e digitale. Inoltre, sarà fondamentale incentivare l’efficienza logistica e la modernizzazione delle infrastrutture commerciali, per rispondere alle nuove esigenze del mercato e garantire la competitività del comparto. In sintesi, il settore del commercio all’ingrosso e al dettaglio, riparazione di autoveicoli e motocicli ha attraversato un decennio di profonde trasformazioni, con una crescita iniziale, una crisi senza precedenti nel 2020 e una ripresa sostenuta nel biennio successivo. Il futuro del comparto dipenderà dalla capacità di adattarsi alle nuove sfide, investendo in digitalizzazione, sostenibilità e innovazione per garantire la competitività e la crescita nel lungo periodo.

Fonte: ISTAT

Link: www.istat.it

Metodo: prezzi concatenate 2020.

Valore aggiunto Commercio all'ingrosso e al dettaglio, riparazione di autoveicoli e motocicli 

Milioni di euro

Variazione Assoluta

Variazione Percentuale

2014

167.569,40

2015

175.381,90

7.812,50

4,66

2016

178.835,40

3.453,50

1,97

2017

182.135,90

3.300,50

1,85

2018

185.390,70

3.254,80

1,79

2019

191.983,80

6.593,10

3,56

2020

175.832,30

-16.151,50

-8,41

2021

200.673,20

24.840,90

14,13

2022

207.589,70

6.916,50

3,45

2023

208.487,70

898

0,43

2014-2023

40.918,30

24,42

 






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