domenica 12 gennaio 2025

Gli investimenti lordi nell’economia italiana tra il 2014 ed il 2023

 

L’ISTAT calcola il valore degli investimenti lordi. Gli investimenti lordi nella contabilità nazionale rappresentano il valore totale delle risorse economiche destinate all'acquisizione di beni capitali e infrastrutture, oltre al reintegro e all’ampliamento del capitale fisso. Questa voce include spese per macchinari, attrezzature, edifici, infrastrutture, software, ricerca e sviluppo e variazioni delle scorte. Gli investimenti lordi sono fondamentali per il calcolo del Prodotto Interno Lordo (PIL) secondo il metodo della domanda aggregata, costituendone una delle componenti principali insieme ai consumi, alla spesa pubblica e alle esportazioni nette. Nel contesto economico, gli investimenti lordi svolgono un ruolo cruciale nel sostenere la crescita presente e futura, poiché migliorano la produttività, creano occupazione e ampliano le capacità produttive di un sistema economico. La loro dinamica è influenzata da fattori come i tassi d’interesse, il clima economico, le politiche pubbliche e l’accesso al credito, riflettendo il livello di fiducia degli operatori economici e la sostenibilità del sistema economico. I dati fanno riferimento al periodo tra il 2014 ed il 2023.

Gli investimenti lordi rappresentano una componente essenziale della domanda aggregata e, di conseguenza, del Prodotto Interno Lordo (PIL), in quanto includono le spese destinate all’acquisizione di beni capitali, infrastrutture, macchinari, tecnologie e altri fattori produttivi utilizzati per generare valore economico nel tempo. I dati relativi al periodo 2014-2023 evidenziano un incremento complessivo degli investimenti di 126.136,20 milioni di euro, pari a una crescita del 44%, ma con fluttuazioni significative influenzate da dinamiche economiche e da eventi eccezionali, come la pandemia di COVID-19. Queste variazioni mostrano il ruolo degli investimenti nel sostenere la crescita economica e la loro vulnerabilità agli shock esterni. Nel 2014, gli investimenti lordi ammontavano a 289.660,40 milioni di euro, rappresentando il punto di partenza di una fase di ripresa economica dopo la crisi finanziaria globale e la crisi del debito sovrano. Nel 2015 si registra un aumento di 4.873 milioni di euro (+2%), segnale di una moderata ripresa, sostenuta da politiche monetarie espansive, come il Quantitative Easing della Banca Centrale Europea, e da un contesto economico globale favorevole. Questo miglioramento prosegue nel 2016, quando gli investimenti crescono di 14.876 milioni di euro (+5%), segnalando un’accelerazione dell’attività economica e una maggiore fiducia da parte delle imprese. La ripresa degli investimenti è sostenuta dalla disponibilità di credito a tassi d’interesse bassi, dalla stabilizzazione del mercato del lavoro e da un miglioramento delle prospettive economiche generali. Nel 2017, gli investimenti lordi continuano a crescere, con un incremento di 13.336 milioni di euro (+4%), seguito da un ulteriore aumento di 12.344 milioni di euro (+4%) nel 2018. Questa fase di espansione riflette un rafforzamento della dinamica economica, con imprese e istituzioni pubbliche che aumentano gli investimenti in beni capitali, infrastrutture e tecnologie. Tuttavia, nel 2019 si osserva una leggera contrazione degli investimenti, con una riduzione di 3.153 milioni di euro (-1%), segnale di un indebolimento del ciclo economico globale e di crescenti incertezze geopolitiche e commerciali. Questo calo potrebbe essere attribuito anche a un rallentamento della domanda interna e a un aumento della cautela da parte delle imprese nell’effettuare nuovi investimenti. Il 2020 rappresenta un anno di forte crisi, con una contrazione degli investimenti di 33.026 milioni di euro (-10%), determinata dall’impatto della pandemia di COVID-19. Le restrizioni sanitarie, la sospensione di molte attività produttive e l’incertezza globale hanno drasticamente ridotto la capacità e la volontà di investire, sia da parte delle imprese sia del settore pubblico. Gli investimenti infrastrutturali e industriali sono stati particolarmente colpiti, mentre alcune categorie di beni capitali hanno visto una domanda residuale, legata alla necessità di adattarsi alle nuove condizioni operative, come il lavoro a distanza e la digitalizzazione. Questa drastica riduzione evidenzia la sensibilità degli investimenti agli shock economici e il loro impatto significativo sulla dinamica del PIL.



Nel 2021 si osserva una ripresa straordinaria, con un incremento degli investimenti di 84.409 milioni di euro (+28%), che porta il totale a 383.319,40 milioni di euro, il valore più alto del periodo fino a quel momento. Questo rimbalzo è stato sostenuto dall’allentamento delle restrizioni pandemiche, dalla ripresa della domanda globale e dalle politiche fiscali espansive introdotte per stimolare l’economia, come il Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza (PNRR) e i fondi europei del Next Generation EU. In particolare, settori come l’edilizia, le infrastrutture e le tecnologie verdi hanno beneficiato di ingenti investimenti, contribuendo a rilanciare l’attività economica e il PIL. Nel 2022, gli investimenti continuano a crescere, sebbene a un ritmo più moderato, con un aumento di 43.933 milioni di euro (+11%), raggiungendo il massimo storico di 427.252,30 milioni di euro. Questo risultato riflette il proseguimento delle politiche di stimolo e un contesto economico globale ancora favorevole, nonostante le prime pressioni inflazionistiche e le incertezze geopolitiche legate al conflitto in Ucraina. Tuttavia, l’aumento dei costi delle materie prime e dell’energia ha iniziato a pesare sui margini di investimento delle imprese, soprattutto nei settori industriali ad alta intensità energetica. Nel 2023 si registra una contrazione degli investimenti di 11.456 milioni di euro (-3%), che porta il totale a 415.796,60 milioni di euro. Questo calo riflette l’impatto combinato di diversi fattori, tra cui l’aumento dell’inflazione, il rialzo dei tassi d’interesse da parte delle banche centrali per contenere le pressioni inflazionistiche e una maggiore incertezza economica globale. Le imprese, in questo contesto, tendono a ridurre o rinviare gli investimenti, preferendo preservare liquidità in un periodo di incertezza. Nonostante ciò, il livello degli investimenti rimane significativamente superiore a quello pre-pandemia, evidenziando una resilienza complessiva del sistema economico. Nel complesso, il periodo 2014-2023 mostra una crescita cumulativa degli investimenti lordi di 126.136,20 milioni di euro, pari a un incremento del 44% rispetto al 2014. Sebbene l’andamento sia stato caratterizzato da fluttuazioni significative, il trend generale è positivo, con una tendenza al rialzo sostenuta da politiche di stimolo e da un miglioramento strutturale della capacità di investimento dell’economia italiana. Dal punto di vista del PIL, gli investimenti lordi rappresentano una componente cruciale, in quanto contribuiscono direttamente alla domanda aggregata e, al contempo, influenzano il potenziale di crescita futura, migliorando la produttività e la competitività del sistema economico. Gli effetti moltiplicativi degli investimenti sull’occupazione e sul reddito amplificano ulteriormente il loro impatto sul PIL. Tuttavia, le fluttuazioni osservate evidenziano la vulnerabilità degli investimenti agli shock esterni e alle dinamiche del ciclo economico. Per garantire una crescita sostenibile degli investimenti, sarà fondamentale mantenere politiche economiche favorevoli, incentivare l’innovazione e la transizione ecologica, e migliorare la capacità di utilizzo dei fondi europei. Gli investimenti lordi continueranno a essere un motore centrale per la crescita economica e la trasformazione del sistema produttivo italiano, ma richiederanno una gestione strategica per affrontare le sfide future e sfruttare al meglio le opportunità offerte dalla transizione digitale e verde.

 

Investimenti lordi

Esercizio

In milioni di euro

variazione assoluta

Variazione percentuale

2014

289.660,40

2015

294.533

4.873

2

2016

309.408,90

14.876

5

2017

322.745,10

13.336

4

2018

335.089,10

12.344

4

2019

331.936

-3.153

-1

2020

298.910,20

-33.026

-10

2021

383.319,40

84.409

28

2022

427.252,30

43.933

11

2023

415.796,60

-11.456

-3

2014-2023

126.136,20

44

 

Fonte: ISTAT.

Link: www.istat.it



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