L’ISTAT calcola il valore degli investimenti
lordi. Gli investimenti
lordi nella contabilità nazionale rappresentano il valore
totale delle risorse economiche destinate all'acquisizione di beni capitali e
infrastrutture, oltre al reintegro e all’ampliamento del capitale fisso. Questa
voce include spese per macchinari, attrezzature, edifici, infrastrutture,
software, ricerca e sviluppo e variazioni delle scorte. Gli investimenti lordi
sono fondamentali per il calcolo del Prodotto Interno Lordo (PIL) secondo
il metodo della domanda aggregata, costituendone una delle componenti
principali insieme ai consumi, alla spesa pubblica e alle esportazioni nette. Nel
contesto economico, gli investimenti lordi svolgono un ruolo cruciale nel
sostenere la crescita presente e futura, poiché migliorano la produttività,
creano occupazione e ampliano le capacità produttive di un sistema economico.
La loro dinamica è influenzata da fattori come i tassi d’interesse, il clima
economico, le politiche pubbliche e l’accesso al credito, riflettendo il
livello di fiducia degli operatori economici e la sostenibilità del sistema
economico. I dati fanno riferimento al periodo tra il 2014 ed il 2023.
Gli investimenti lordi rappresentano una
componente essenziale della domanda aggregata e, di conseguenza, del Prodotto Interno Lordo
(PIL), in quanto
includono le spese destinate all’acquisizione di beni capitali, infrastrutture,
macchinari, tecnologie e altri fattori produttivi utilizzati per generare
valore economico nel tempo. I dati relativi al periodo 2014-2023 evidenziano un
incremento complessivo degli investimenti di 126.136,20 milioni di euro,
pari a una crescita del 44%, ma con
fluttuazioni significative influenzate da dinamiche economiche e da eventi
eccezionali, come la pandemia di COVID-19. Queste variazioni mostrano il ruolo
degli investimenti nel sostenere la crescita economica e la loro vulnerabilità
agli shock esterni. Nel 2014, gli investimenti lordi ammontavano a 289.660,40 milioni di euro,
rappresentando il punto di partenza di una fase di ripresa economica dopo la
crisi finanziaria globale e la crisi del debito sovrano. Nel 2015 si registra
un aumento di 4.873 milioni di euro (+2%), segnale di una moderata
ripresa, sostenuta da politiche monetarie espansive, come il Quantitative
Easing della Banca Centrale Europea, e da un contesto economico globale
favorevole. Questo miglioramento prosegue nel 2016, quando gli investimenti crescono
di 14.876
milioni di euro (+5%), segnalando un’accelerazione
dell’attività economica e una maggiore fiducia da parte delle imprese. La
ripresa degli investimenti è sostenuta dalla disponibilità di credito a tassi
d’interesse bassi, dalla stabilizzazione del mercato del lavoro e da un
miglioramento delle prospettive economiche generali. Nel 2017, gli investimenti
lordi continuano a crescere, con un incremento di 13.336 milioni di euro
(+4%), seguito da un ulteriore aumento di 12.344 milioni di euro (+4%)
nel 2018. Questa fase di espansione riflette un rafforzamento della dinamica
economica, con imprese e istituzioni pubbliche che aumentano gli investimenti
in beni capitali, infrastrutture e tecnologie. Tuttavia, nel 2019 si osserva
una leggera contrazione degli investimenti, con una riduzione di 3.153 milioni di euro
(-1%), segnale di un indebolimento del ciclo economico globale e di crescenti
incertezze geopolitiche e commerciali. Questo calo potrebbe essere attribuito
anche a un rallentamento della domanda interna e a un aumento della cautela da
parte delle imprese nell’effettuare nuovi investimenti. Il 2020 rappresenta un
anno di forte crisi, con una contrazione degli investimenti di 33.026 milioni di euro
(-10%), determinata dall’impatto della pandemia di COVID-19. Le restrizioni
sanitarie, la sospensione di molte attività produttive e l’incertezza globale
hanno drasticamente ridotto la capacità e la volontà di investire, sia da parte
delle imprese sia del settore pubblico. Gli investimenti infrastrutturali e
industriali sono stati particolarmente colpiti, mentre alcune categorie di beni
capitali hanno visto una domanda residuale, legata alla necessità di adattarsi
alle nuove condizioni operative, come il lavoro a distanza e la
digitalizzazione. Questa drastica riduzione evidenzia la sensibilità degli
investimenti agli shock economici e il loro impatto significativo sulla
dinamica del PIL.
Nel 2021 si osserva una ripresa straordinaria,
con un incremento degli investimenti di 84.409 milioni di euro (+28%), che porta il totale a 383.319,40 milioni di euro,
il valore più alto del periodo fino a quel momento. Questo rimbalzo è stato
sostenuto dall’allentamento delle restrizioni pandemiche, dalla ripresa della
domanda globale e dalle politiche fiscali espansive introdotte per stimolare
l’economia, come il Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza (PNRR) e i fondi
europei del Next Generation EU. In particolare, settori come l’edilizia, le
infrastrutture e le tecnologie verdi hanno beneficiato di ingenti investimenti,
contribuendo a rilanciare l’attività economica e il PIL. Nel 2022, gli
investimenti continuano a crescere, sebbene a un ritmo più moderato, con un
aumento di 43.933
milioni di euro (+11%), raggiungendo il massimo storico di 427.252,30 milioni di euro.
Questo risultato riflette il proseguimento delle politiche di stimolo e un
contesto economico globale ancora favorevole, nonostante le prime pressioni
inflazionistiche e le incertezze geopolitiche legate al conflitto in Ucraina.
Tuttavia, l’aumento dei costi delle materie prime e dell’energia ha iniziato a
pesare sui margini di investimento delle imprese, soprattutto nei settori
industriali ad alta intensità energetica. Nel 2023 si registra una contrazione
degli investimenti di 11.456 milioni di euro (-3%), che porta il totale a 415.796,60 milioni di euro.
Questo calo riflette l’impatto combinato di diversi fattori, tra cui l’aumento
dell’inflazione, il rialzo dei tassi d’interesse da parte delle banche centrali
per contenere le pressioni inflazionistiche e una maggiore incertezza economica
globale. Le imprese, in questo contesto, tendono a ridurre o rinviare gli
investimenti, preferendo preservare liquidità in un periodo di incertezza.
Nonostante ciò, il livello degli investimenti rimane significativamente superiore
a quello pre-pandemia, evidenziando una resilienza complessiva del sistema
economico. Nel complesso, il periodo 2014-2023 mostra una crescita cumulativa
degli investimenti lordi di 126.136,20 milioni di euro, pari a un incremento del 44%
rispetto al 2014. Sebbene l’andamento sia stato caratterizzato da fluttuazioni
significative, il trend generale è positivo, con una tendenza al rialzo
sostenuta da politiche di stimolo e da un miglioramento strutturale della
capacità di investimento dell’economia italiana. Dal punto di vista del PIL,
gli investimenti lordi rappresentano una componente cruciale, in quanto
contribuiscono direttamente alla domanda aggregata e, al contempo, influenzano
il potenziale di crescita futura, migliorando la produttività e la competitività
del sistema economico. Gli effetti moltiplicativi degli investimenti
sull’occupazione e sul reddito amplificano ulteriormente il loro impatto sul
PIL. Tuttavia, le fluttuazioni osservate evidenziano la vulnerabilità degli
investimenti agli shock esterni e alle dinamiche del ciclo economico. Per
garantire una crescita sostenibile degli investimenti, sarà fondamentale
mantenere politiche economiche favorevoli, incentivare l’innovazione e la
transizione ecologica, e migliorare la capacità di utilizzo dei fondi europei.
Gli investimenti lordi continueranno a essere un motore centrale per la
crescita economica e la trasformazione del sistema produttivo italiano, ma
richiederanno una gestione strategica per affrontare le sfide future e
sfruttare al meglio le opportunità offerte dalla transizione digitale e verde.
Investimenti lordi |
|||
Esercizio |
In milioni di euro |
variazione assoluta |
Variazione percentuale |
2014 |
289.660,40 |
||
2015 |
294.533 |
4.873 |
2 |
2016 |
309.408,90 |
14.876 |
5 |
2017 |
322.745,10 |
13.336 |
4 |
2018 |
335.089,10 |
12.344 |
4 |
2019 |
331.936 |
-3.153 |
-1 |
2020 |
298.910,20 |
-33.026 |
-10 |
2021 |
383.319,40 |
84.409 |
28 |
2022 |
427.252,30 |
43.933 |
11 |
2023 |
415.796,60 |
-11.456 |
-3 |
2014-2023 |
126.136,20 |
44 |
Fonte: ISTAT.
Link: www.istat.it
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