L’ISTAT calcola il valore
del PIL Italiano con i prezzi correnti. I dati fanno riferimento al periodo tra
il 2014 ed il 2023.
L’analisi dei dati relativi al prodotto interno
lordo (PIL) italiano dal 2014 al 2023 offre una panoramica interessante sullo
stato di salute dell’economia del Paese, evidenziando un trend complessivamente
positivo in termini assoluti, pur con fluttuazioni significative. Nel corso di
questo periodo decennale, il PIL italiano ai prezzi di mercato è cresciuto da
1.743 miliardi di euro nel 2014 a 1.917 miliardi di euro nel 2023, mostrando un
incremento complessivo che testimonia una crescita economica di fondo.
Tuttavia, questa crescita non si è manifestata in modo lineare, ma è stata
influenzata da diversi fattori interni ed esterni, fra cui spiccano le
conseguenze della pandemia di COVID-19, che ha avuto un impatto profondo
sull'economia globale e sull’Italia in particolare.
Il periodo dal 2014 al 2019 rappresenta una fase
di crescita moderata ma costante per il PIL italiano. Durante questi anni,
l'economia del Paese ha continuato il suo lento recupero dalla crisi
finanziaria globale del 2008-2009 e dalla successiva crisi del debito sovrano
europeo. Ogni anno si è registrato un incremento del PIL, sebbene con
variazioni di entità diverse. L'anno 2016 ha visto l'aumento assoluto più
significativo, con un incremento di 28,6 miliardi di euro rispetto all'anno precedente,
che corrisponde a una variazione percentuale dell'1,6%. Questo risultato è
stato il più alto dell’intero periodo pre-pandemia. Nel 2018, invece, si è
registrato l’incremento più contenuto, pari a 14,9 miliardi di euro, con una
crescita percentuale dello 0,43%, che riflette una fase di rallentamento
economico legato a incertezze politiche interne e a un contesto economico
globale meno favorevole. Complessivamente, durante questa fase, il PIL ha
continuato a crescere in modo positivo ma moderato, con variazioni percentuali
che oscillano tra lo 0,43% e l'1,6%, segno di un sistema economico stabile ma
che faticava a ritrovare una crescita più vigorosa.
Il 2020 segna una drammatica inversione di
tendenza, rappresentando il punto più basso per l’economia italiana nel
decennio considerato. Questo è stato l’anno in cui la pandemia di COVID-19 ha
sconvolto il mondo intero, portando con sé una crisi sanitaria ed economica
senza precedenti. In Italia, le misure di lockdown adottate per contenere la
diffusione del virus, unitamente alla chiusura temporanea di molti settori
produttivi, hanno determinato una drastica contrazione del PIL. Nel 2020, il
prodotto interno lordo è diminuito di 162,5 miliardi di euro rispetto all’anno
precedente, registrando una variazione negativa dell’8,87%. Questo rappresenta
una delle peggiori contrazioni economiche nella storia recente dell’Italia. La
pandemia ha avuto un impatto trasversale su tutti i settori economici, con un
calo particolarmente marcato nei settori del turismo, della ristorazione, dei
trasporti e della manifattura. Il mercato del lavoro è stato duramente colpito,
con un aumento della disoccupazione e una forte riduzione delle ore lavorate.
Inoltre, il clima di incertezza ha pesato sui consumi delle famiglie e sugli investimenti
delle imprese, aggravando ulteriormente la situazione economica. Nonostante i
pacchetti di aiuti economici messi in campo dal governo italiano e dalle
istituzioni europee, l’impatto della pandemia ha causato una recessione
profonda, la più grave dagli anni della Seconda Guerra Mondiale.
Il 2021 rappresenta invece l’inizio della ripresa
economica, favorita dall’allentamento delle restrizioni sanitarie e dal
progresso delle campagne di vaccinazione. In questo anno, il PIL italiano ha
registrato un rimbalzo significativo, con un incremento di 149,1 miliardi di
euro, pari a una variazione percentuale positiva dell’8,93%. Questo recupero è
stato sostenuto anche dagli interventi straordinari messi in atto dal governo e
dall’Unione Europea, come il programma Next Generation EU, che ha fornito
finanziamenti mirati per sostenere la ripresa economica e promuovere la
transizione digitale ed ecologica. La ripresa è stata trainata principalmente
dal rimbalzo della domanda interna e dalla ripartenza di settori chiave come il
manifatturiero e i servizi, che avevano subito le maggiori perdite durante la
pandemia. Sebbene la crescita del PIL nel 2021 sia stata notevole, essa
riflette in parte un effetto di base statistica, dato che il confronto avviene
con il livello eccezionalmente basso del 2020.
Nel 2022, la crescita economica dell’Italia è
proseguita, sebbene con un ritmo più moderato rispetto all’anno precedente. Il
PIL è aumentato di ulteriori 84,8 miliardi di euro, corrispondenti a una
crescita percentuale del 4,66%. Questa dinamica riflette una fase di
consolidamento della ripresa, con un ritorno graduale a una situazione più
vicina alla normalità economica. Tuttavia, l’anno è stato caratterizzato da
nuove sfide, tra cui l’aumento dei prezzi dell’energia e delle materie prime,
legato anche alle tensioni geopolitiche e alla guerra in Ucraina, che ha avuto
ripercussioni significative sulle economie europee. Questi fattori hanno
generato pressioni inflazionistiche, che hanno ridotto il potere d’acquisto
delle famiglie e aumentato i costi per le imprese, frenando in parte la
crescita economica.
Nel 2023, l’incremento del PIL italiano è stato
ancora più contenuto, con un aumento di soli 13,2 miliardi di euro rispetto
all’anno precedente, pari a una variazione percentuale dello 0,7%. Questo
rallentamento riflette un contesto economico più complesso, caratterizzato da
persistenti difficoltà legate all’inflazione, al rialzo dei tassi di interesse
e a un rallentamento della crescita globale. Le famiglie italiane hanno continuato
a subire l’impatto dell’aumento del costo della vita, mentre le imprese hanno
dovuto affrontare costi elevati per energia e materie prime, nonché un accesso
più difficile al credito. Nonostante ciò, l’economia italiana ha dimostrato una
certa resilienza, sostenuta in parte dagli investimenti pubblici e privati nei
settori strategici e dalle esportazioni, che hanno beneficiato di una domanda
esterna relativamente solida.
Nel complesso, il periodo 2014-2023 mette in luce
la resilienza dell’economia italiana di fronte a crisi profonde come quella del
2020, nonché la capacità di recupero mostrata negli anni successivi. La
contrazione del PIL registrata nel 2020 rappresenta uno degli shock economici
più gravi degli ultimi decenni, ma il rimbalzo avvenuto nel 2021 e nel 2022
testimonia l’efficacia delle misure di sostegno adottate e la forza intrinseca
del tessuto economico italiano. Tuttavia, il rallentamento osservato nel 2023
suggerisce che, una volta esaurita la fase di recupero post-pandemia, l’economia
italiana si sta avviando verso un ritmo di crescita più moderato, simile a
quello osservato negli anni precedenti alla crisi.
L’analisi di questo decennio rivela che
l’economia italiana rimane vulnerabile a shock esterni, ma allo stesso tempo
possiede le capacità di adattamento necessarie per superare momenti di
difficoltà. Il contesto globale giocherà un ruolo cruciale nel definire le
prospettive future, così come la capacità dell’Italia di continuare a
implementare riforme strutturali volte a migliorare la competitività e a
sostenere la crescita economica. La diversificazione delle fonti di energia, la
transizione verso un’economia più verde e digitale e il rafforzamento del
mercato del lavoro saranno elementi chiave per garantire una crescita sostenibile
e inclusiva nei prossimi anni. Nel frattempo, il decennio 2014-2023 rimane un
periodo di grande interesse per comprendere le dinamiche dell’economia italiana
in un’epoca di sfide e trasformazioni globali.
Anno
|
Prodotto
interno lordo ai prezzi di mercato in
milioni di euro |
Variazione
assoluta in milioni di euro |
Variazione
percentuale |
2014 |
1.743.972,50 |
||
2015 |
1.759.418,30 |
15.445,80 |
0,886 |
2016 |
1.781.168,60 |
21.750,30 |
1,236 |
2017 |
1.809.733,20 |
28.564,60 |
1,604 |
2018 |
1.824.693,30 |
14.960,10 |
0,827 |
2019 |
1.832.524,20 |
7.830,90 |
0,429 |
2020 |
1.670.011,90 |
-162.512,30 |
-8,868 |
2021 |
1.819.161,70 |
149.149,80 |
8,931 |
2022 |
1.903.966,70 |
84.805,00 |
4,662 |
2023 |
1.917.249,40 |
13.282,70 |
0,698 |
2014-2023 |
|
173.276,90 |
9,936 |
Fonte: ISTAT
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