mercoledì 8 gennaio 2025

L’andamento del PIL italiano tra il 2014 ed il 2023

 

L’ISTAT calcola il valore del PIL Italiano con i prezzi correnti. I dati fanno riferimento al periodo tra il 2014 ed il 2023.

L’analisi dei dati relativi al prodotto interno lordo (PIL) italiano dal 2014 al 2023 offre una panoramica interessante sullo stato di salute dell’economia del Paese, evidenziando un trend complessivamente positivo in termini assoluti, pur con fluttuazioni significative. Nel corso di questo periodo decennale, il PIL italiano ai prezzi di mercato è cresciuto da 1.743 miliardi di euro nel 2014 a 1.917 miliardi di euro nel 2023, mostrando un incremento complessivo che testimonia una crescita economica di fondo. Tuttavia, questa crescita non si è manifestata in modo lineare, ma è stata influenzata da diversi fattori interni ed esterni, fra cui spiccano le conseguenze della pandemia di COVID-19, che ha avuto un impatto profondo sull'economia globale e sull’Italia in particolare.

Il periodo dal 2014 al 2019 rappresenta una fase di crescita moderata ma costante per il PIL italiano. Durante questi anni, l'economia del Paese ha continuato il suo lento recupero dalla crisi finanziaria globale del 2008-2009 e dalla successiva crisi del debito sovrano europeo. Ogni anno si è registrato un incremento del PIL, sebbene con variazioni di entità diverse. L'anno 2016 ha visto l'aumento assoluto più significativo, con un incremento di 28,6 miliardi di euro rispetto all'anno precedente, che corrisponde a una variazione percentuale dell'1,6%. Questo risultato è stato il più alto dell’intero periodo pre-pandemia. Nel 2018, invece, si è registrato l’incremento più contenuto, pari a 14,9 miliardi di euro, con una crescita percentuale dello 0,43%, che riflette una fase di rallentamento economico legato a incertezze politiche interne e a un contesto economico globale meno favorevole. Complessivamente, durante questa fase, il PIL ha continuato a crescere in modo positivo ma moderato, con variazioni percentuali che oscillano tra lo 0,43% e l'1,6%, segno di un sistema economico stabile ma che faticava a ritrovare una crescita più vigorosa.

Il 2020 segna una drammatica inversione di tendenza, rappresentando il punto più basso per l’economia italiana nel decennio considerato. Questo è stato l’anno in cui la pandemia di COVID-19 ha sconvolto il mondo intero, portando con sé una crisi sanitaria ed economica senza precedenti. In Italia, le misure di lockdown adottate per contenere la diffusione del virus, unitamente alla chiusura temporanea di molti settori produttivi, hanno determinato una drastica contrazione del PIL. Nel 2020, il prodotto interno lordo è diminuito di 162,5 miliardi di euro rispetto all’anno precedente, registrando una variazione negativa dell’8,87%. Questo rappresenta una delle peggiori contrazioni economiche nella storia recente dell’Italia. La pandemia ha avuto un impatto trasversale su tutti i settori economici, con un calo particolarmente marcato nei settori del turismo, della ristorazione, dei trasporti e della manifattura. Il mercato del lavoro è stato duramente colpito, con un aumento della disoccupazione e una forte riduzione delle ore lavorate. Inoltre, il clima di incertezza ha pesato sui consumi delle famiglie e sugli investimenti delle imprese, aggravando ulteriormente la situazione economica. Nonostante i pacchetti di aiuti economici messi in campo dal governo italiano e dalle istituzioni europee, l’impatto della pandemia ha causato una recessione profonda, la più grave dagli anni della Seconda Guerra Mondiale.

Il 2021 rappresenta invece l’inizio della ripresa economica, favorita dall’allentamento delle restrizioni sanitarie e dal progresso delle campagne di vaccinazione. In questo anno, il PIL italiano ha registrato un rimbalzo significativo, con un incremento di 149,1 miliardi di euro, pari a una variazione percentuale positiva dell’8,93%. Questo recupero è stato sostenuto anche dagli interventi straordinari messi in atto dal governo e dall’Unione Europea, come il programma Next Generation EU, che ha fornito finanziamenti mirati per sostenere la ripresa economica e promuovere la transizione digitale ed ecologica. La ripresa è stata trainata principalmente dal rimbalzo della domanda interna e dalla ripartenza di settori chiave come il manifatturiero e i servizi, che avevano subito le maggiori perdite durante la pandemia. Sebbene la crescita del PIL nel 2021 sia stata notevole, essa riflette in parte un effetto di base statistica, dato che il confronto avviene con il livello eccezionalmente basso del 2020.

Nel 2022, la crescita economica dell’Italia è proseguita, sebbene con un ritmo più moderato rispetto all’anno precedente. Il PIL è aumentato di ulteriori 84,8 miliardi di euro, corrispondenti a una crescita percentuale del 4,66%. Questa dinamica riflette una fase di consolidamento della ripresa, con un ritorno graduale a una situazione più vicina alla normalità economica. Tuttavia, l’anno è stato caratterizzato da nuove sfide, tra cui l’aumento dei prezzi dell’energia e delle materie prime, legato anche alle tensioni geopolitiche e alla guerra in Ucraina, che ha avuto ripercussioni significative sulle economie europee. Questi fattori hanno generato pressioni inflazionistiche, che hanno ridotto il potere d’acquisto delle famiglie e aumentato i costi per le imprese, frenando in parte la crescita economica.







Nel 2023, l’incremento del PIL italiano è stato ancora più contenuto, con un aumento di soli 13,2 miliardi di euro rispetto all’anno precedente, pari a una variazione percentuale dello 0,7%. Questo rallentamento riflette un contesto economico più complesso, caratterizzato da persistenti difficoltà legate all’inflazione, al rialzo dei tassi di interesse e a un rallentamento della crescita globale. Le famiglie italiane hanno continuato a subire l’impatto dell’aumento del costo della vita, mentre le imprese hanno dovuto affrontare costi elevati per energia e materie prime, nonché un accesso più difficile al credito. Nonostante ciò, l’economia italiana ha dimostrato una certa resilienza, sostenuta in parte dagli investimenti pubblici e privati nei settori strategici e dalle esportazioni, che hanno beneficiato di una domanda esterna relativamente solida.

Nel complesso, il periodo 2014-2023 mette in luce la resilienza dell’economia italiana di fronte a crisi profonde come quella del 2020, nonché la capacità di recupero mostrata negli anni successivi. La contrazione del PIL registrata nel 2020 rappresenta uno degli shock economici più gravi degli ultimi decenni, ma il rimbalzo avvenuto nel 2021 e nel 2022 testimonia l’efficacia delle misure di sostegno adottate e la forza intrinseca del tessuto economico italiano. Tuttavia, il rallentamento osservato nel 2023 suggerisce che, una volta esaurita la fase di recupero post-pandemia, l’economia italiana si sta avviando verso un ritmo di crescita più moderato, simile a quello osservato negli anni precedenti alla crisi.

L’analisi di questo decennio rivela che l’economia italiana rimane vulnerabile a shock esterni, ma allo stesso tempo possiede le capacità di adattamento necessarie per superare momenti di difficoltà. Il contesto globale giocherà un ruolo cruciale nel definire le prospettive future, così come la capacità dell’Italia di continuare a implementare riforme strutturali volte a migliorare la competitività e a sostenere la crescita economica. La diversificazione delle fonti di energia, la transizione verso un’economia più verde e digitale e il rafforzamento del mercato del lavoro saranno elementi chiave per garantire una crescita sostenibile e inclusiva nei prossimi anni. Nel frattempo, il decennio 2014-2023 rimane un periodo di grande interesse per comprendere le dinamiche dell’economia italiana in un’epoca di sfide e trasformazioni globali.

Anno

Prodotto interno lordo ai prezzi di mercato  in milioni di euro  

Variazione assoluta in milioni di euro

Variazione percentuale

2014

1.743.972,50

2015

1.759.418,30

15.445,80

0,886

2016

1.781.168,60

21.750,30

1,236

2017

1.809.733,20

28.564,60

1,604

2018

1.824.693,30

14.960,10

0,827

2019

1.832.524,20

7.830,90

0,429

2020

1.670.011,90

-162.512,30

-8,868

2021

1.819.161,70

149.149,80

8,931

2022

1.903.966,70

84.805,00

4,662

2023

1.917.249,40

13.282,70

0,698

2014-2023

 

173.276,90

9,936

 

Fonte: ISTAT

www.istat.it

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