giovedì 30 gennaio 2025

Tra Crescita e Crisi: L’Evoluzione del Commercio e della Riparazione di Veicoli in Italia (2014-2022)

 

L’analisi dell’andamento del valore aggiunto nel settore del commercio all’ingrosso e al dettaglio, nonché della riparazione di autoveicoli e motocicli in Italia tra il 2014 e il 2022, evidenzia un trend complesso e segnato da fasi alterne di crescita, crisi e ripresa. Con un incremento complessivo del 35,31% in otto anni, pari a 5.448,6 milioni di euro, il settore ha mostrato una buona capacità di espansione, ma anche una forte esposizione agli shock economici e alle dinamiche di mercato. Questa evoluzione impone una riflessione sulle politiche industriali più adatte a garantire una crescita stabile e sostenibile nel lungo periodo.

Il primo periodo di crescita tra il 2014 e il 2017 è stato caratterizzato da un aumento costante del valore aggiunto, con un picco particolarmente significativo nel 2017, quando si è registrato un incremento del 13,3%, pari a 2.232,7 milioni di euro. Questa fase di espansione può essere spiegata da una combinazione di fattori tra cui la ripresa economica post-crisi finanziaria del 2008-2013, il miglioramento del mercato del lavoro e l’aumento della domanda di beni di consumo e veicoli. La disponibilità di credito e gli incentivi al rinnovo del parco auto hanno probabilmente giocato un ruolo chiave nel sostenere il comparto della vendita e riparazione di veicoli. Tuttavia, il calo registrato nel 2018, con una contrazione del 3,99% pari a -758,8 milioni di euro, suggerisce che il settore sia sensibile alle fluttuazioni della domanda e alle incertezze macroeconomiche. Possibili cause di questo rallentamento includono una temporanea riduzione della propensione all’acquisto da parte delle famiglie, la normalizzazione della crescita dopo il boom del 2017 e l’inizio di un contesto più incerto a livello internazionale, con le prime avvisaglie di rallentamento del commercio globale.

Nel 2019 il settore ha ripreso a crescere con un aumento del 5,89% pari a 1.076,2 milioni di euro, segnale di una rinnovata fiducia nel mercato e di una possibile risposta alle politiche di incentivo alla domanda interna. Tuttavia, il crollo del 2020, con una perdita del 16,01% (pari a -3.096,1 milioni di euro), è stato uno degli effetti più evidenti della pandemia di COVID-19. Le restrizioni alla mobilità, la chiusura dei punti vendita, il crollo della domanda di veicoli e le difficoltà della filiera produttiva hanno avuto un impatto devastante sul settore, riducendone drasticamente il valore aggiunto. La crisi del 2020 ha messo in evidenza la vulnerabilità del comparto a shock esogeni e la necessità di rafforzarne la resilienza attraverso strumenti di politica industriale adeguati.

La ripresa del 2021 è stata altrettanto evidente, con un incremento del 17,85% pari a 2.900,1 milioni di euro. Questo rimbalzo è stato alimentato dalla ripartenza dell’economia, dall’aumento della domanda repressa accumulata durante la pandemia e dagli incentivi alla rottamazione e all’acquisto di nuovi veicoli. Il 2022 ha confermato il trend positivo con un ulteriore aumento del 9,07% (1.736,2 milioni di euro), segnale che il settore ha recuperato terreno e sta tornando ai livelli pre-crisi. Tuttavia, l’evoluzione futura dipenderà in larga parte dalle politiche economiche e industriali che verranno adottate per sostenere il commercio e la mobilità sostenibile.

Una prima considerazione di politica industriale riguarda la necessità di un piano strutturale per la transizione ecologica nel settore automobilistico. Il futuro del commercio di veicoli è sempre più legato alla diffusione di auto elettriche e ibride, alla digitalizzazione della filiera e alla creazione di un’infrastruttura adeguata per la mobilità sostenibile. Gli incentivi all’acquisto di veicoli a basse emissioni, sebbene già adottati, devono essere resi più stabili e prevedibili nel tempo per evitare effetti distorsivi sul mercato e garantire una transizione graduale. Inoltre, è fondamentale sviluppare una rete capillare di stazioni di ricarica e potenziare la produzione nazionale di batterie e componenti chiave per ridurre la dipendenza dalle importazioni.

Un altro elemento chiave riguarda il sostegno alle piccole e medie imprese del settore, in particolare per le attività di commercio al dettaglio e riparazione di veicoli. La digitalizzazione e l’e-commerce stanno trasformando il commercio tradizionale, e le PMI devono essere supportate con programmi di formazione, accesso al credito agevolato e incentivi all’adozione di nuove tecnologie per restare competitive. Le officine di riparazione, in particolare, dovranno adattarsi alla crescente diffusione di veicoli elettrici e ibridi, sviluppando competenze specializzate nella manutenzione di questi nuovi modelli. Un sistema di incentivi per la formazione e la riconversione professionale potrebbe facilitare questa transizione e garantire un’occupazione stabile nel settore.

La regolamentazione del commercio di veicoli usati e della riparazione rappresenta un ulteriore ambito di intervento. Il mercato dell’usato ha registrato una forte espansione negli ultimi anni, trainato dalla crescente attenzione alla sostenibilità e dal bisogno di soluzioni più economiche per la mobilità. Tuttavia, la mancanza di standard chiari e la presenza di operatori poco trasparenti rischiano di penalizzare i consumatori e minare la fiducia nel settore. Un rafforzamento delle normative sulla certificazione dello stato d’uso dei veicoli, l’implementazione di incentivi per il ricondizionamento e il riuso di componenti e un sistema di garanzie più efficace potrebbero migliorare la qualità del mercato e favorire una maggiore sostenibilità.

L’accesso al credito per le imprese del settore è un altro nodo centrale. La forte ciclicità del commercio di autoveicoli e la dipendenza da incentivi pubblici rendono necessario un sistema di finanziamento più flessibile e accessibile. Strumenti come fondi di garanzia per le PMI, finanziamenti agevolati per l’innovazione e la digitalizzazione, e il potenziamento di partnership tra settore pubblico e privato potrebbero sostenere la crescita del comparto in modo più stabile.

Infine, la politica industriale dovrebbe concentrarsi su un rafforzamento della filiera nazionale dell’automotive. L’Italia ha una lunga tradizione nel settore automobilistico, ma la competizione internazionale e la transizione verso l’elettrico impongono una ristrutturazione della produzione. Investire in ricerca e sviluppo, promuovere l’adozione di tecnologie avanzate e favorire la creazione di distretti specializzati potrebbe garantire una maggiore competitività delle imprese italiane. L’integrazione con le politiche europee sulla transizione ecologica e l’accesso ai fondi del PNRR rappresentano un’opportunità unica per modernizzare il settore e renderlo più resiliente alle crisi future.

In sintesi, il settore del commercio all’ingrosso e al dettaglio e della riparazione di veicoli ha dimostrato una crescita significativa nel periodo 2014-2022, ma anche una forte vulnerabilità alle fluttuazioni economiche e agli shock esterni. Le politiche industriali devono concentrarsi sulla transizione ecologica, sul sostegno alle PMI, sulla regolamentazione del mercato dell’usato, sull’accesso al credito e sul rafforzamento della filiera produttiva. Solo attraverso un approccio strategico e coordinato sarà possibile garantire una crescita stabile e sostenibile nel lungo periodo.

 

 




Fonte: ISTAT

Link: www.istat.it

Metodo: Prezzi concatenate 2020.

Valore aggiunto Italia Commercio all'ingrosso e al dettaglio e riparazione di autoveicoli e motocicli 

Milioni di euro

Variazione assoluta

Variazione percentuale

2014

15.432,90

2015

16.311,70

878,8

5,69

2016

16.791,20

479,5

2,94

2017

19.023,90

2.232,70

13,3

2018

18.265,10

-758,8

-3,99

2019

19.341,30

1.076,20

5,89

2020

16.245,20

-3.096,10

-16,01

2021

19.145,30

2.900,10

17,85

2022

20.881,50

1.736,20

9,07

2014-2022

5.448,60

35,31

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