L’analisi dell’andamento del valore aggiunto nel settore del commercio
all’ingrosso e al dettaglio, nonché della riparazione di autoveicoli e
motocicli in Italia tra il 2014 e il 2022, evidenzia un trend complesso e
segnato da fasi alterne di crescita, crisi e ripresa. Con un incremento
complessivo del 35,31% in otto anni, pari a 5.448,6 milioni di euro, il settore
ha mostrato una buona capacità di espansione, ma anche una forte esposizione
agli shock economici e alle dinamiche di mercato. Questa evoluzione impone una
riflessione sulle politiche industriali più adatte a garantire una crescita
stabile e sostenibile nel lungo periodo.
Il primo periodo di crescita tra il 2014 e il 2017 è stato caratterizzato da
un aumento costante del valore aggiunto, con un picco particolarmente
significativo nel 2017, quando si è registrato un incremento del 13,3%, pari a
2.232,7 milioni di euro. Questa fase di espansione può essere spiegata da una
combinazione di fattori tra cui la ripresa economica post-crisi finanziaria del
2008-2013, il miglioramento del mercato del lavoro e l’aumento della domanda di
beni di consumo e veicoli. La disponibilità di credito e gli incentivi al
rinnovo del parco auto hanno probabilmente giocato un ruolo chiave nel
sostenere il comparto della vendita e riparazione di veicoli. Tuttavia, il calo
registrato nel 2018, con una contrazione del 3,99% pari a -758,8 milioni di
euro, suggerisce che il settore sia sensibile alle fluttuazioni della domanda e
alle incertezze macroeconomiche. Possibili cause di questo rallentamento
includono una temporanea riduzione della propensione all’acquisto da parte
delle famiglie, la normalizzazione della crescita dopo il boom del 2017 e
l’inizio di un contesto più incerto a livello internazionale, con le prime
avvisaglie di rallentamento del commercio globale.
Nel 2019 il settore ha ripreso a crescere con un aumento del 5,89% pari a
1.076,2 milioni di euro, segnale di una rinnovata fiducia nel mercato e di una
possibile risposta alle politiche di incentivo alla domanda interna. Tuttavia,
il crollo del 2020, con una perdita del 16,01% (pari a -3.096,1 milioni di
euro), è stato uno degli effetti più evidenti della pandemia di COVID-19. Le
restrizioni alla mobilità, la chiusura dei punti vendita, il crollo della
domanda di veicoli e le difficoltà della filiera produttiva hanno avuto un
impatto devastante sul settore, riducendone drasticamente il valore aggiunto.
La crisi del 2020 ha messo in evidenza la vulnerabilità del comparto a shock
esogeni e la necessità di rafforzarne la resilienza attraverso strumenti di
politica industriale adeguati.
La ripresa del 2021 è stata altrettanto evidente, con un incremento del
17,85% pari a 2.900,1 milioni di euro. Questo rimbalzo è stato alimentato dalla
ripartenza dell’economia, dall’aumento della domanda repressa accumulata
durante la pandemia e dagli incentivi alla rottamazione e all’acquisto di nuovi
veicoli. Il 2022 ha confermato il trend positivo con un ulteriore aumento del
9,07% (1.736,2 milioni di euro), segnale che il settore ha recuperato terreno e
sta tornando ai livelli pre-crisi. Tuttavia, l’evoluzione futura dipenderà in
larga parte dalle politiche economiche e industriali che verranno adottate per
sostenere il commercio e la mobilità sostenibile.
Una prima considerazione di politica industriale riguarda la necessità di un
piano strutturale per la transizione ecologica nel settore automobilistico. Il
futuro del commercio di veicoli è sempre più legato alla diffusione di auto
elettriche e ibride, alla digitalizzazione della filiera e alla creazione di
un’infrastruttura adeguata per la mobilità sostenibile. Gli incentivi
all’acquisto di veicoli a basse emissioni, sebbene già adottati, devono essere
resi più stabili e prevedibili nel tempo per evitare effetti distorsivi sul
mercato e garantire una transizione graduale. Inoltre, è fondamentale
sviluppare una rete capillare di stazioni di ricarica e potenziare la
produzione nazionale di batterie e componenti chiave per ridurre la dipendenza
dalle importazioni.
Un altro elemento chiave riguarda il sostegno alle piccole e medie imprese
del settore, in particolare per le attività di commercio al dettaglio e
riparazione di veicoli. La digitalizzazione e l’e-commerce stanno trasformando
il commercio tradizionale, e le PMI devono essere supportate con programmi di
formazione, accesso al credito agevolato e incentivi all’adozione di nuove
tecnologie per restare competitive. Le officine di riparazione, in particolare,
dovranno adattarsi alla crescente diffusione di veicoli elettrici e ibridi, sviluppando
competenze specializzate nella manutenzione di questi nuovi modelli. Un sistema
di incentivi per la formazione e la riconversione professionale potrebbe
facilitare questa transizione e garantire un’occupazione stabile nel settore.
La regolamentazione del commercio di veicoli usati e della riparazione
rappresenta un ulteriore ambito di intervento. Il mercato dell’usato ha
registrato una forte espansione negli ultimi anni, trainato dalla crescente
attenzione alla sostenibilità e dal bisogno di soluzioni più economiche per la
mobilità. Tuttavia, la mancanza di standard chiari e la presenza di operatori
poco trasparenti rischiano di penalizzare i consumatori e minare la fiducia nel
settore. Un rafforzamento delle normative sulla certificazione dello stato
d’uso dei veicoli, l’implementazione di incentivi per il ricondizionamento e il
riuso di componenti e un sistema di garanzie più efficace potrebbero migliorare
la qualità del mercato e favorire una maggiore sostenibilità.
L’accesso al credito per le imprese del settore è un altro nodo centrale. La
forte ciclicità del commercio di autoveicoli e la dipendenza da incentivi
pubblici rendono necessario un sistema di finanziamento più flessibile e
accessibile. Strumenti come fondi di garanzia per le PMI, finanziamenti
agevolati per l’innovazione e la digitalizzazione, e il potenziamento di
partnership tra settore pubblico e privato potrebbero sostenere la crescita del
comparto in modo più stabile.
Infine, la politica industriale dovrebbe concentrarsi su un rafforzamento
della filiera nazionale dell’automotive. L’Italia ha una lunga tradizione nel
settore automobilistico, ma la competizione internazionale e la transizione
verso l’elettrico impongono una ristrutturazione della produzione. Investire in
ricerca e sviluppo, promuovere l’adozione di tecnologie avanzate e favorire la
creazione di distretti specializzati potrebbe garantire una maggiore
competitività delle imprese italiane. L’integrazione con le politiche europee
sulla transizione ecologica e l’accesso ai fondi del PNRR rappresentano
un’opportunità unica per modernizzare il settore e renderlo più resiliente alle
crisi future.
In sintesi, il settore del commercio all’ingrosso e al dettaglio e della
riparazione di veicoli ha dimostrato una crescita significativa nel periodo
2014-2022, ma anche una forte vulnerabilità alle fluttuazioni economiche e agli
shock esterni. Le politiche industriali devono concentrarsi sulla transizione
ecologica, sul sostegno alle PMI, sulla regolamentazione del mercato dell’usato,
sull’accesso al credito e sul rafforzamento della filiera produttiva. Solo
attraverso un approccio strategico e coordinato sarà possibile garantire una
crescita stabile e sostenibile nel lungo periodo.
Fonte: ISTAT
Link: www.istat.it
Metodo: Prezzi concatenate
2020.
Valore aggiunto Italia Commercio
all'ingrosso e al dettaglio e riparazione di autoveicoli e motocicli |
|||
Milioni di euro |
Variazione assoluta |
Variazione percentuale |
|
2014 |
15.432,90 |
||
2015 |
16.311,70 |
878,8 |
5,69 |
2016 |
16.791,20 |
479,5 |
2,94 |
2017 |
19.023,90 |
2.232,70 |
13,3 |
2018 |
18.265,10 |
-758,8 |
-3,99 |
2019 |
19.341,30 |
1.076,20 |
5,89 |
2020 |
16.245,20 |
-3.096,10 |
-16,01 |
2021 |
19.145,30 |
2.900,10 |
17,85 |
2022 |
20.881,50 |
1.736,20 |
9,07 |
2014-2022 |
5.448,60 |
35,31 |
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