mercoledì 29 gennaio 2025

L’impatto della pandemia e delle politiche industriali sul settore dei trasporti italiani

Il settore della fabbricazione di altri mezzi di trasporto, all’interno della contabilità nazionale, comprende la produzione di veicoli diversi dagli autoveicoli, tra cui aeromobili, navi, imbarcazioni, treni, tram, metropolitane, biciclette e altri mezzi di mobilità specializzata. Questo comparto rientra nella classificazione delle attività economiche ed è un elemento strategico per l’industria manifatturiera, influenzato da investimenti pubblici e privati, innovazione tecnologica e domanda globale di infrastrutture di trasporto. Il valore aggiunto generato dal settore rappresenta la differenza tra il valore della produzione e i costi dei beni e servizi intermedi utilizzati nel processo produttivo. La sua rilevanza economica dipende dal livello di specializzazione tecnologica e dalla competitività internazionale, con particolare riferimento ai settori dell’aerospazio, della cantieristica navale e della produzione ferroviaria. Nella contabilità nazionale, questo settore è strettamente connesso a politiche industriali e infrastrutturali, in quanto risente degli investimenti in mobilità sostenibile e delle normative ambientali. Inoltre, il suo andamento economico è ciclico, influenzato da grandi commesse pubbliche e private, dal commercio internazionale e dalla domanda di trasporti innovativi e a basso impatto ambientale.

 

L’andamento del valore aggiunto del settore della fabbricazione di altri mezzi di trasporto in Italia tra il 2014 e il 2022 evidenzia un comparto in difficoltà, caratterizzato da una crescita instabile e da una perdita complessiva di 28,1 milioni di euro, pari a un calo del 0,35% nell’arco del decennio. Questo settore include la produzione di mezzi di trasporto diversi dagli autoveicoli, come navi, treni, aeromobili e veicoli spaziali, ed è fortemente influenzato dalle dinamiche industriali globali, dagli investimenti in infrastrutture e dalle politiche pubbliche. L’andamento del valore aggiunto mostra un ciclo altalenante, con fasi di crescita e contrazione alternate, evidenziando la vulnerabilità del settore agli shock economici, alle fluttuazioni della domanda e ai cambiamenti nelle politiche industriali.

Nel 2014, il valore aggiunto del settore era pari a 8,02 miliardi di euro. Nel 2015, il comparto ha subito una contrazione significativa, con una perdita di 747,1 milioni di euro (-9,32%), portandosi a 7,27 miliardi di euro. Questo calo può essere attribuito a una riduzione della domanda di mezzi di trasporto pesanti e aerospaziali, alla diminuzione degli investimenti nel settore ferroviario e navale e a una competizione internazionale sempre più intensa. L’industria aerospaziale, in particolare, è caratterizzata da cicli produttivi lunghi e da forti oscillazioni nella domanda, che possono influenzare pesantemente il valore aggiunto del settore.

Nel 2016, il settore ha registrato una netta ripresa, con un incremento di 959,1 milioni di euro (+13,19%), portandosi a 8,23 miliardi di euro. Questa crescita è stata probabilmente determinata da nuovi investimenti in infrastrutture di trasporto e dalla ripresa della domanda di mezzi di trasporto pubblico, in particolare nel settore ferroviario. Inoltre, l’industria navale ha beneficiato di un aumento degli ordini per la costruzione di navi da crociera e mezzi per il trasporto marittimo, sostenuta dall’espansione del turismo e della logistica globale.

Nel 2017, il valore aggiunto è nuovamente diminuito di 203,2 milioni di euro (-2,47%), portandosi a 8,02 miliardi di euro. Questo andamento riflette la volatilità del settore, dove le decisioni di investimento e le commesse pubbliche o private possono determinare forti oscillazioni annuali. Il settore ferroviario, ad esempio, è soggetto a cicli di rinnovo delle flotte che dipendono dalle strategie di investimento del settore pubblico e dalla disponibilità di finanziamenti.

Nel 2018, il valore aggiunto è tornato a crescere, con un aumento di 440,7 milioni di euro (+5,49%), raggiungendo 8,47 miliardi di euro. Questo incremento è stato trainato dal consolidamento degli investimenti in trasporto pubblico locale e dall’espansione dell’industria navale, che ha visto un aumento della domanda di imbarcazioni specializzate e navi da crociera. Tuttavia, nel 2019, il settore ha subito una nuova contrazione di 178,5 milioni di euro (-2,11%), scendendo a 8,29 miliardi di euro. Questo calo può essere attribuito a un rallentamento degli investimenti in nuovi mezzi di trasporto e a un calo della domanda internazionale per alcuni segmenti del settore, come il trasporto ferroviario e aerospaziale.

Il 2020 ha segnato un ulteriore calo, con una perdita di 306,3 milioni di euro (-3,7%), portando il valore aggiunto a 7,98 miliardi di euro. La pandemia di COVID-19 ha avuto un impatto significativo sul settore, determinando una riduzione della domanda di nuovi mezzi di trasporto a causa del crollo della mobilità globale. Il settore aerospaziale è stato particolarmente colpito, con una drastica riduzione degli ordini per nuovi aeromobili e una crisi del trasporto aereo che ha portato molte compagnie aeree a rinviare o cancellare gli investimenti in nuovi velivoli. Anche il settore ferroviario ha subito un rallentamento, con la riduzione del traffico passeggeri e il rinvio di alcuni progetti infrastrutturali.

Nel 2021, il settore ha continuato a contrarsi, con una perdita di 401,2 milioni di euro (-5,03%), scendendo a 7,58 miliardi di euro. Questo calo è stato determinato dalla lenta ripresa del trasporto aereo e dalla riduzione della domanda di nuovi mezzi di trasporto pubblico, mentre il settore navale ha dovuto affrontare una crisi nelle catene di approvvigionamento che ha ritardato la produzione e aumentato i costi.

Nel 2022, il settore ha finalmente registrato una ripresa, con un incremento di 408,4 milioni di euro (+5,39%), riportandosi a 7,99 miliardi di euro. La ripresa è stata sostenuta dall’aumento della domanda di trasporto pubblico e dal rilancio dell’industria aerospaziale, con nuovi ordini di aeromobili e un ritorno degli investimenti nel settore ferroviario. Tuttavia, il valore aggiunto rimane ancora al di sotto dei livelli pre-pandemia, indicando che la ripresa del settore è stata più lenta rispetto ad altri comparti industriali.

Dal punto di vista industriale, il settore della fabbricazione di altri mezzi di trasporto in Italia è caratterizzato da una forte dipendenza dagli investimenti pubblici e privati in infrastrutture di trasporto, dalla domanda globale di mobilità e dall’innovazione tecnologica. La volatilità del valore aggiunto riflette la ciclicità del settore e la necessità di strategie industriali di lungo termine per garantirne la competitività.

Le politiche industriali dovranno concentrarsi sul sostegno all’innovazione e alla sostenibilità del settore, con incentivi per lo sviluppo di mezzi di trasporto a basse emissioni e investimenti nella digitalizzazione della produzione. Il settore ferroviario potrà beneficiare delle politiche europee a favore della mobilità sostenibile, con un aumento degli investimenti in nuove linee ferroviarie ad alta velocità e nella modernizzazione delle flotte. L’industria aerospaziale dovrà puntare sull’innovazione, con lo sviluppo di nuovi velivoli a basso impatto ambientale e investimenti in tecnologie come l’idrogeno e l’elettrificazione dei sistemi di propulsione.

Anche l’industria navale italiana avrà un ruolo strategico, con una crescente domanda di navi da crociera sostenibili e di mezzi per il trasporto marittimo a ridotto impatto ambientale. Il settore dovrà affrontare la sfida della decarbonizzazione, con l’adozione di combustibili alternativi e tecnologie per migliorare l’efficienza energetica. La competitività del settore dipenderà dalla capacità delle imprese di innovare e di adattarsi alle nuove normative ambientali e ai cambiamenti della domanda globale.

In sintesi, il settore della fabbricazione di altri mezzi di trasporto in Italia ha attraversato un decennio di fluttuazioni, con fasi di crescita e contrazione legate alla domanda di nuovi mezzi di trasporto e agli investimenti infrastrutturali. La pandemia ha avuto un impatto significativo sul comparto, ma la ripresa è in corso grazie agli investimenti nel trasporto sostenibile e all’innovazione tecnologica. Il futuro del settore dipenderà dalla capacità delle imprese di adattarsi alle nuove sfide della mobilità e della sostenibilità, con il supporto di adeguate politiche industriali per garantire la competitività dell’industria italiana a livello globale.

 

 



 

Valore aggiunto Fabbricazione di altri mezzi di trasporto 

Milioni di euro

Variazione assoluta

Variazione percentuale

2014

8.017,70

2015

7.270,60

-747,1

-9,32

2016

8.229,70

959,1

13,19

2017

8.026,50

-203,2

-2,47

2018

8.467,20

440,7

5,49

2019

8.288,70

-178,5

-2,11

2020

7.982,40

-306,3

-3,7

2021

7.581,20

-401,2

-5,03

2022

7.989,60

408,4

5,39

2014-2022

-28,1

-0,35

 

Fonte: ISTAT

Link: www.istat.it

Metodo: prezzi concatenati 2020.


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