L’andamento del valore aggiunto del settore della fabbricazione di
altri mezzi di trasporto in Italia tra il 2014 e il 2022 evidenzia un
comparto in difficoltà, caratterizzato da una crescita instabile e da una
perdita complessiva di 28,1 milioni di euro, pari a un calo
del 0,35% nell’arco del decennio. Questo settore include la
produzione di mezzi di trasporto diversi dagli autoveicoli, come navi, treni,
aeromobili e veicoli spaziali, ed è fortemente influenzato dalle dinamiche
industriali globali, dagli investimenti in infrastrutture e dalle politiche pubbliche.
L’andamento del valore aggiunto mostra un ciclo altalenante, con fasi di
crescita e contrazione alternate, evidenziando la vulnerabilità del settore
agli shock economici, alle fluttuazioni della domanda e ai cambiamenti nelle
politiche industriali.
Nel 2014, il valore aggiunto del settore era pari a 8,02
miliardi di euro. Nel 2015, il comparto ha subito una
contrazione significativa, con una perdita di 747,1 milioni di euro
(-9,32%), portandosi a 7,27 miliardi di euro. Questo
calo può essere attribuito a una riduzione della domanda di mezzi di trasporto
pesanti e aerospaziali, alla diminuzione degli investimenti nel settore
ferroviario e navale e a una competizione internazionale sempre più intensa.
L’industria aerospaziale, in particolare, è caratterizzata da cicli produttivi
lunghi e da forti oscillazioni nella domanda, che possono influenzare
pesantemente il valore aggiunto del settore.
Nel 2016, il settore ha registrato una netta ripresa, con
un incremento di 959,1 milioni di euro (+13,19%), portandosi a
8,23 miliardi di euro. Questa crescita è stata probabilmente
determinata da nuovi investimenti in infrastrutture di trasporto e dalla
ripresa della domanda di mezzi di trasporto pubblico, in particolare nel
settore ferroviario. Inoltre, l’industria navale ha beneficiato di un aumento
degli ordini per la costruzione di navi da crociera e mezzi per il trasporto
marittimo, sostenuta dall’espansione del turismo e della logistica globale.
Nel 2017, il valore aggiunto è nuovamente diminuito di 203,2
milioni di euro (-2,47%), portandosi a 8,02 miliardi di euro.
Questo andamento riflette la volatilità del settore, dove le decisioni di
investimento e le commesse pubbliche o private possono determinare forti
oscillazioni annuali. Il settore ferroviario, ad esempio, è soggetto a cicli di
rinnovo delle flotte che dipendono dalle strategie di investimento del settore
pubblico e dalla disponibilità di finanziamenti.
Nel 2018, il valore aggiunto è tornato a crescere, con un
aumento di 440,7 milioni di euro (+5,49%), raggiungendo 8,47
miliardi di euro. Questo incremento è stato trainato dal
consolidamento degli investimenti in trasporto pubblico locale e
dall’espansione dell’industria navale, che ha visto un aumento della domanda di
imbarcazioni specializzate e navi da crociera. Tuttavia, nel 2019,
il settore ha subito una nuova contrazione di 178,5 milioni di euro
(-2,11%), scendendo a 8,29 miliardi di euro. Questo
calo può essere attribuito a un rallentamento degli investimenti in nuovi mezzi
di trasporto e a un calo della domanda internazionale per alcuni segmenti del
settore, come il trasporto ferroviario e aerospaziale.
Il 2020 ha segnato un ulteriore calo, con una perdita di 306,3
milioni di euro (-3,7%), portando il valore aggiunto a 7,98
miliardi di euro. La pandemia di COVID-19 ha avuto un impatto
significativo sul settore, determinando una riduzione della domanda di nuovi
mezzi di trasporto a causa del crollo della mobilità globale. Il settore
aerospaziale è stato particolarmente colpito, con una drastica riduzione degli
ordini per nuovi aeromobili e una crisi del trasporto aereo che ha portato
molte compagnie aeree a rinviare o cancellare gli investimenti in nuovi
velivoli. Anche il settore ferroviario ha subito un rallentamento, con la
riduzione del traffico passeggeri e il rinvio di alcuni progetti
infrastrutturali.
Nel 2021, il settore ha continuato a contrarsi, con una
perdita di 401,2 milioni di euro (-5,03%), scendendo a 7,58
miliardi di euro. Questo calo è stato determinato dalla lenta ripresa
del trasporto aereo e dalla riduzione della domanda di nuovi mezzi di trasporto
pubblico, mentre il settore navale ha dovuto affrontare una crisi nelle catene
di approvvigionamento che ha ritardato la produzione e aumentato i costi.
Nel 2022, il settore ha finalmente registrato una ripresa,
con un incremento di 408,4 milioni di euro (+5,39%),
riportandosi a 7,99 miliardi di euro. La ripresa è stata
sostenuta dall’aumento della domanda di trasporto pubblico e dal rilancio
dell’industria aerospaziale, con nuovi ordini di aeromobili e un ritorno degli
investimenti nel settore ferroviario. Tuttavia, il valore aggiunto rimane
ancora al di sotto dei livelli pre-pandemia, indicando che la ripresa del
settore è stata più lenta rispetto ad altri comparti industriali.
Dal punto di vista industriale, il settore della fabbricazione di altri
mezzi di trasporto in Italia è caratterizzato da una forte dipendenza dagli
investimenti pubblici e privati in infrastrutture di trasporto, dalla domanda
globale di mobilità e dall’innovazione tecnologica. La volatilità del valore
aggiunto riflette la ciclicità del settore e la necessità di strategie
industriali di lungo termine per garantirne la competitività.
Le politiche industriali dovranno concentrarsi sul sostegno all’innovazione
e alla sostenibilità del settore, con incentivi per lo sviluppo di mezzi di
trasporto a basse emissioni e investimenti nella digitalizzazione della
produzione. Il settore ferroviario potrà beneficiare delle politiche europee a
favore della mobilità sostenibile, con un aumento degli investimenti in nuove
linee ferroviarie ad alta velocità e nella modernizzazione delle flotte.
L’industria aerospaziale dovrà puntare sull’innovazione, con lo sviluppo di nuovi
velivoli a basso impatto ambientale e investimenti in tecnologie come
l’idrogeno e l’elettrificazione dei sistemi di propulsione.
Anche l’industria navale italiana avrà un ruolo strategico, con una
crescente domanda di navi da crociera sostenibili e di mezzi per il trasporto
marittimo a ridotto impatto ambientale. Il settore dovrà affrontare la sfida
della decarbonizzazione, con l’adozione di combustibili alternativi e
tecnologie per migliorare l’efficienza energetica. La competitività del settore
dipenderà dalla capacità delle imprese di innovare e di adattarsi alle nuove
normative ambientali e ai cambiamenti della domanda globale.
In sintesi, il settore della fabbricazione di altri mezzi di trasporto in
Italia ha attraversato un decennio di fluttuazioni, con fasi di crescita e
contrazione legate alla domanda di nuovi mezzi di trasporto e agli investimenti
infrastrutturali. La pandemia ha avuto un impatto significativo sul comparto,
ma la ripresa è in corso grazie agli investimenti nel trasporto sostenibile e
all’innovazione tecnologica. Il futuro del settore dipenderà dalla capacità
delle imprese di adattarsi alle nuove sfide della mobilità e della
sostenibilità, con il supporto di adeguate politiche industriali per garantire
la competitività dell’industria italiana a livello globale.
Valore
aggiunto Fabbricazione di altri mezzi di trasporto |
|||
Milioni di euro |
Variazione assoluta |
Variazione percentuale |
|
2014 |
8.017,70 |
||
2015 |
7.270,60 |
-747,1 |
-9,32 |
2016 |
8.229,70 |
959,1 |
13,19 |
2017 |
8.026,50 |
-203,2 |
-2,47 |
2018 |
8.467,20 |
440,7 |
5,49 |
2019 |
8.288,70 |
-178,5 |
-2,11 |
2020 |
7.982,40 |
-306,3 |
-3,7 |
2021 |
7.581,20 |
-401,2 |
-5,03 |
2022 |
7.989,60 |
408,4 |
5,39 |
2014-2022 |
-28,1 |
-0,35 |
Fonte: ISTAT
Link: www.istat.it
Metodo: prezzi concatenati
2020.
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