sabato 25 gennaio 2025

Il valore aggiunto delle industrie alimentari italiane tra il 2014 ed il 2023

 

Il valore aggiunto delle industrie alimentari rappresenta la differenza tra il valore della produzione e i costi dei beni e servizi intermedi utilizzati nel processo produttivo. In altre parole, misura la ricchezza effettivamente generata dal settore attraverso le attività di trasformazione delle materie prime in prodotti alimentari finiti. Questo indicatore economico è fondamentale per valutare la competitività e l'efficienza del settore, poiché tiene conto del contributo reale delle imprese alimentari alla crescita economica, all'occupazione e allo sviluppo del territorio. Le industrie alimentari italiane, caratterizzate da una forte tradizione e qualità, aggiungono valore attraverso processi di lavorazione innovativi, ricerca e sviluppo, certificazioni di qualità e strategie di internazionalizzazione. Il valore aggiunto riflette la capacità del settore di trasformare risorse agricole in prodotti ad alto valore commerciale, destinati sia al mercato interno che all'export. Inoltre, rappresenta un indicatore della sostenibilità economica, evidenziando l'equilibrio tra input utilizzati e output generati. La crescita del valore aggiunto nel settore alimentare dipende da vari fattori, tra cui l'adozione di tecnologie avanzate, l'efficienza della logistica, le preferenze dei consumatori e le normative di sicurezza alimentare sempre più stringenti, che influenzano la competitività del comparto. I dati fanno riferimento al periodo tra il 2013 ed il 2024.

L'analisi dei dati relativi al valore aggiunto delle industrie alimentari, delle bevande e del tabacco in Italia nel periodo compreso tra il 2014 e il 2023 evidenzia un andamento generalmente positivo, caratterizzato da una crescita complessiva significativa del 42,2%, corrispondente a un incremento assoluto di 10,18 miliardi di euro. Questo risultato sottolinea la capacità del settore di espandersi nonostante le sfide economiche e le fluttuazioni congiunturali affrontate nel corso degli anni.

Nel 2014 il valore aggiunto del settore ammontava a 24,13 miliardi di euro, fungendo da punto di partenza per una crescita costante nei primi anni del periodo considerato. Nel 2015 si è registrato un incremento significativo di 1,71 miliardi di euro, pari a un aumento del 7,07%, segnale di una fase di espansione trainata probabilmente dalla crescita della domanda interna e dall’export di prodotti alimentari italiani. Questo trend positivo è proseguito nel 2016, seppur con un ritmo più moderato, con un incremento di 1,05 miliardi di euro e una variazione percentuale del 4,08%. La crescita ha continuato nel 2017, ma con un rallentamento marcato, registrando un aumento di soli 345 milioni di euro e una crescita dell’1,28%. Questa decelerazione potrebbe essere attribuita a una stabilizzazione della domanda e a una maggiore competitività a livello internazionale.

Nel 2018 il settore ha registrato un’accelerazione della crescita, con un incremento di 1,27 miliardi di euro, pari a una variazione del 4,66%, portando il valore aggiunto a 28,50 miliardi di euro. Tuttavia, nel 2019 il ritmo di crescita è tornato a ridursi, con un aumento di 740,5 milioni di euro, pari al 2,6%. Questo andamento suggerisce la presenza di fattori di incertezza economica e un possibile rallentamento della crescita del settore, dovuto a variabili come l’instabilità dei mercati internazionali, l'aumento dei costi delle materie prime e l'intensificarsi della concorrenza globale.

L'anno 2020 ha rappresentato una fase critica per il settore alimentare e delle bevande, con una contrazione del valore aggiunto di 843,8 milioni di euro, pari a una variazione negativa del 2,89%. Questa riduzione è stata la conseguenza diretta dell'impatto della pandemia di COVID-19, che ha provocato la chiusura di molte attività economiche, una riduzione della domanda da parte del settore della ristorazione e difficoltà logistiche che hanno influenzato la distribuzione dei prodotti. Nonostante la natura essenziale del settore alimentare, l’impatto della crisi sanitaria ha inciso negativamente sulle performance economiche, rallentando temporaneamente il trend di crescita positivo osservato negli anni precedenti.

Nel 2021 il settore ha dimostrato una forte capacità di ripresa, registrando un aumento di 2,21 miliardi di euro, pari a una crescita del 7,79%. Questo rimbalzo è stato favorito dalla ripresa economica generale, dalla riapertura delle attività commerciali e dal ritorno a livelli di consumo pre-pandemia. L’aumento della domanda interna ed estera ha contribuito significativamente a questa crescita, così come gli investimenti nel miglioramento della produzione e nell'innovazione tecnologica. Tuttavia, il 2022 ha visto una leggera flessione con una contrazione del valore aggiunto di 155,3 milioni di euro, pari a una riduzione dello 0,51%. Questo lieve calo suggerisce che, nonostante la ripresa post-pandemia, il settore ha dovuto affrontare nuove sfide legate all’aumento dei costi di produzione, alle pressioni inflazionistiche e alle incertezze geopolitiche che hanno influenzato i mercati globali.

Il 2023 ha rappresentato un anno particolarmente positivo per il settore, con un incremento significativo di 3,85 miliardi di euro, pari a una variazione del 12,65%. Questo forte aumento potrebbe essere attribuito a una ripresa della domanda globale, a una maggiore efficienza produttiva e a un rinnovato interesse per i prodotti alimentari italiani sui mercati internazionali. Inoltre, le politiche di sostegno economico e gli incentivi per l'innovazione e la sostenibilità hanno probabilmente giocato un ruolo chiave nel rilancio del settore. Il valore aggiunto totale ha così raggiunto i 34,31 miliardi di euro, segnando il punto più alto dell’intero periodo considerato.

Analizzando il decennio nel suo complesso, emerge che il settore ha mostrato una crescita complessiva robusta, nonostante le difficoltà incontrate in alcuni anni. Il settore alimentare e delle bevande è stato in grado di adattarsi alle mutevoli condizioni di mercato, grazie a una combinazione di fattori quali la qualità dei prodotti, la diversificazione dell’offerta e la capacità di rispondere alle esigenze dei consumatori. La crescita del valore aggiunto del 42,2% tra il 2014 e il 2023 testimonia la solidità e la resilienza del settore, che ha saputo affrontare le sfide e cogliere le opportunità offerte dal mercato globale.

Le prospettive future per il settore alimentare e delle bevande dipendono dalla capacità di affrontare alcune sfide chiave, come l'aumento dei costi delle materie prime, la crescente attenzione alla sostenibilità ambientale e le esigenze di digitalizzazione e innovazione nei processi produttivi. La transizione verso modelli di produzione più sostenibili e tecnologicamente avanzati rappresenta una necessità per mantenere la competitività del settore e rispondere alle crescenti richieste di trasparenza e qualità da parte dei consumatori. Inoltre, la crescente internazionalizzazione e la diversificazione dei mercati di sbocco saranno cruciali per sostenere la crescita nei prossimi anni.

In conclusione, il settore alimentare, delle bevande e del tabacco ha dimostrato una notevole capacità di crescita e adattamento, nonostante le sfide economiche e sanitarie affrontate nel corso del decennio. Il costante aumento del valore aggiunto riflette la solidità del comparto e la sua importanza per l'economia italiana, confermando il ruolo chiave del settore nell’ambito del made in Italy e nella promozione della qualità e dell’eccellenza a livello internazionale.

Fonte: ISTAT

Link: www.istat.it

Valore aggiunto Industrie alimentari, delle bevande e del tabacco  in miliardi di euro

Variazione assoluta

Variazione percentuale

2014

24.125,90

2015

25.832,40

1.706,50

7,07

2016

26.887,10

1.054,70

4,08

2017

27.232,20

345,1

1,28

2018

28.502,10

1.269,90

4,66

2019

29.242,60

740,5

2,6

2020

28.398,80

-843,8

-2,89

2021

30.610,20

2.211,40

7,79

2022

30.454,90

-155,3

-0,51

2023

34.306,20

3.851,30

12,65

2014-2023

10.180,30

42,2

 

 



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