L’Istat calcola le unità locali delle
multinazionali italiane nelle regioni. I dati fanno riferimento al 2022. 
I dati mostrano una significativa variabilità tra
le regioni italiane in termini di unità locali, addetti per unità locale,
retribuzioni, costi del lavoro, valore aggiunto e fatturato. Lombardia si
distingue come leader assoluto con il numero più alto di unità locali (19.321)
e il fatturato più elevato per unità locale (€ 13.614.930,39). Questo riflette
un tessuto economico fortemente industrializzato e orientato all'innovazione.
Emilia-Romagna segue con valori alti di addetti per unità locale (27,83) e una
retribuzione per unità (€ 1.048.935,66), evidenziando un forte orientamento
produttivo con un buon livello di valore aggiunto (€ 2.788.068,89). Lazio,
invece, si distingue per il valore aggiunto molto elevato per unità (€
4.378.806,78) e un fatturato complessivo significativamente maggiore rispetto a
tutte le altre regioni (€ 49.362.848,92), suggerendo un peso rilevante delle
multinazionali nei settori servizi e amministrazione centrale. Le regioni
settentrionali, come Veneto e Friuli-Venezia Giulia, presentano elevati livelli
di produttività, con valori medi di valore aggiunto rispettivamente di €
2.101.130,82 e € 2.060.660,61, sottolineando un forte contributo industriale e
manifatturiero. Piemonte e Liguria mostrano risultati significativi, con buone
performance in termini di retribuzione e costi del lavoro, benché il numero di
addetti sia relativamente inferiore rispetto ad altre regioni di punta. Per
quanto riguarda le regioni del Sud, Puglia e Basilicata emergono con un buon
fatturato (€ 11.016.350,28 per Puglia e € 8.741.756,52 per Basilicata), a
fronte di costi del lavoro più contenuti rispetto alle regioni settentrionali.
Sicilia e Sardegna mostrano valori intermedi, con un numero di addetti più
basso e retribuzioni contenute, mentre Calabria e Molise registrano i dati più
bassi in quasi tutte le metriche, evidenziando una minore attrattività per le
multinazionali. Nel complesso, emerge un forte divario tra Nord e Sud, con le
regioni settentrionali che dominano in termini di produttività, retribuzioni e
valore aggiunto. Le regioni del Centro, come Toscana, Lazio e Umbria, si
posizionano in modo variegato, con Lazio che spicca per il suo contributo alle
metriche più elevate. Le regioni del Sud e le isole, pur mostrando una crescita
nelle attività multinazionali, affrontano sfide significative legate alla
competitività e all'efficienza economica. L'analisi evidenzia inoltre un legame
diretto tra innovazione e performance economica delle multinazionali, dove le
regioni più innovative presentano anche valori più alti in termini di valore
aggiunto e fatturato per unità locale. Per un'interpretazione più approfondita,
sarebbe utile esaminare le politiche regionali e i settori economici dominanti,
così come il supporto infrastrutturale e istituzionale per l'attrazione degli
investimenti multinazionali.
| 
   REGIONI  | 
  
   Numero unità locali  | 
  
   Addetti per unità locali  | 
  
   Retribuzione per unità locale  | 
  
   Costo del lavoro per unità locali   | 
  
   Valore aggiunto per unità locali  | 
  
   Fatturato per unità locale  | 
 
| 
   Piemonte  | 
  
   7.668  | 
  
   20,98  | 
  
   765.262,00 €  | 
  
   1.075.187,92 €  | 
  
   1.953.502,09 €  | 
  
   7.394.557,51 €  | 
 
| 
   Valle
  d'Aosta  | 
  
   261  | 
  
   14,62  | 
  
   477.743,30 €  | 
  
   679.681,99 €  | 
  
   1.389.061,30 €  | 
  
   5.379.130,27 €  | 
 
| 
   Lombardia  | 
  
   19.321  | 
  
   23,76  | 
  
   951.335,85 €  | 
  
   1.345.955,28 €  | 
  
   2.736.311,27 €  | 
  
   13.614.930,39 €  | 
 
| 
   Liguria  | 
  
   2.530  | 
  
   19,04  | 
  
   733.273,12 €  | 
  
   1.032.468,77 €  | 
  
   1.998.571,54 €  | 
  
   9.291.618,58 €  | 
 
| 
   Trentino-Alto
  Adige  | 
  
   1.918  | 
  
   19,12  | 
  
   667.635,56 €  | 
  
   941.603,75 €  | 
  
   1.865.611,05 €  | 
  
   6.662.990,09 €  | 
 
| 
   Veneto  | 
  
   9.685  | 
  
   23,83  | 
  
   829.424,88 €  | 
  
   1.165.920,70 €  | 
  
   2.101.130,82 €  | 
  
   9.687.877,13 €  | 
 
| 
   Friuli-Venezia
  Giulia  | 
  
   2.587  | 
  
   21,41  | 
  
   749.676,85 €  | 
  
   1.055.502,90 €  | 
  
   2.060.660,61 €  | 
  
   12.014.820,64 €  | 
 
| 
   Emilia-Romagna  | 
  
   9.015  | 
  
   27,83  | 
  
   1.048.935,66 €  | 
  
   1.492.142,98 €  | 
  
   2.788.068,89 €  | 
  
   12.660.741,43 €  | 
 
| 
   Toscana  | 
  
   5.310  | 
  
   19,18  | 
  
   681.473,63 €  | 
  
   958.672,50 €  | 
  
   2.018.163,84 €  | 
  
   9.019.961,96 €  | 
 
| 
   Umbria  | 
  
   1.172  | 
  
   20,84  | 
  
   618.855,80 €  | 
  
   885.947,95 €  | 
  
   1.569.628,84 €  | 
  
   7.494.417,24 €  | 
 
| 
   Marche  | 
  
   2.437  | 
  
   21,24  | 
  
   680.907,67 €  | 
  
   960.306,52 €  | 
  
   1.649.121,87 €  | 
  
   6.941.203,12 €  | 
 
| 
   Lazio  | 
  
   5.838  | 
  
   27,89  | 
  
   1.189.294,45 €  | 
  
   1.702.646,45 €  | 
  
   4.378.806,78 €  | 
  
   49.362.848,92 €  | 
 
| 
   Abruzzo  | 
  
   1.823  | 
  
   15,03  | 
  
   502.625,89 €  | 
  
   694.009,33 €  | 
  
   1.369.312,67 €  | 
  
   5.483.620,41 €  | 
 
| 
   Molise  | 
  
   415  | 
  
   9,25  | 
  
   290.204,82 €  | 
  
   405.426,51 €  | 
  
   773.865,06 €  | 
  
   4.790.038,55 €  | 
 
| 
   Campania  | 
  
   3.656  | 
  
   20,81  | 
  
   719.783,92 €  | 
  
   995.450,77 €  | 
  
   1.904.266,14 €  | 
  
   7.081.718,54 €  | 
 
| 
   Puglia  | 
  
   2.498  | 
  
   20,97  | 
  
   640.225,38 €  | 
  
   897.559,65 €  | 
  
   1.753.516,01 €  | 
  
   11.016.350,28 €  | 
 
| 
   Basilicata  | 
  
   575  | 
  
   16,66  | 
  
   519.151,30 €  | 
  
   734.582,61 €  | 
  
   2.022.775,65 €  | 
  
   8.741.756,52 €  | 
 
| 
   Calabria  | 
  
   1.481  | 
  
   11,62  | 
  
   347.265,36 €  | 
  
   490.630,65 €  | 
  
   940.730,59 €  | 
  
   3.312.740,72 €  | 
 
| 
   Sicilia  | 
  
   2.820  | 
  
   17,77  | 
  
   588.017,38 €  | 
  
   801.100,71 €  | 
  
   1.681.371,28 €  | 
  
   6.698.644,68 €  | 
 
| 
   Sardegna  | 
  
   1.607  | 
  
   14,17  | 
  
   474.153,70 €  | 
  
   652.818,92 €  | 
  
   1.289.322,34 €  | 
  
   8.736.161,17 €  | 
 
Clusterizzazione con algoritmo k-Means ottimizzato con il metodo di Elbow. L’applicazione del metodo di Elbow ha comportato l’individuazione di un numero ottimale di clusters con k=4. I clusters sono indicati come di seguito:
·        
Cluster 0: composto
da Piemonte, Liguria, Trentino-Alto Adige, Friuli-Venezia Giulia, Toscana,
Umbria, Marche, Campania, Puglia, Basilicata, Sicilia.  Il Cluster 0 rappresenta un insieme eterogeneo
di regioni italiane che uniscono realtà del Nord, Centro e Sud. Questo cluster
evidenzia una diversità economica, includendo regioni settentrionali come
Piemonte e Friuli-Venezia Giulia, caratterizzate da un'economia industriale
solida, insieme a regioni del Centro-Sud come Puglia, Basilicata e Sicilia,
spesso legate ad attività economiche più tradizionali e con un ritmo di
sviluppo più lento. Le regioni in questo cluster condividono livelli intermedi
in vari indicatori economici, come retribuzione, valore aggiunto e fatturato
per unità locale. Questo suggerisce una fascia di sviluppo economico che si
posiziona tra i poli avanzati del Nord e le aree meno performanti del Sud. Il
mix di regioni in Cluster 0 indica che alcune aree del Centro-Sud, come Toscana
e Campania, hanno potenzialità di convergere verso le performance
settentrionali. Tuttavia, la presenza di regioni più deboli sottolinea
l'importanza di politiche mirate a ridurre i divari regionali.
·        
Cluster 1: composto
esclusivamente dal Lazio. Il Lazio si distingue per valori significativamente
più alti in fatturato e valore aggiunto per unità locale, riflettendo il ruolo
della capitale come centro decisionale e hub economico. Tuttavia, questa
concentrazione di risorse e attività potrebbe ampliare il divario con le altre
regioni del Centro-Sud. La performance del Lazio sottolinea la necessità di
strategie per distribuire meglio le opportunità economiche sul territorio
nazionale.
·        
Cluster 2: composto
da Lombardia, Veneto, Emilia-Romagna. . Questo cluster rappresenta il cuore
industriale e produttivo del Paese, caratterizzato da alti valori in tutte le
metriche economiche analizzate, come retribuzione, costo del lavoro, valore
aggiunto e fatturato per unità locale. La Lombardia, con Milano come centro
finanziario e industriale, guida il gruppo, seguita da Veneto ed Emilia-Romagna,
rinomate per le eccellenze nel manifatturiero, agroalimentare e meccanico. Le
regioni in questo cluster beneficiano di infrastrutture avanzate, forti reti
industriali e una cultura imprenditoriale consolidata, che favoriscono un alto
livello di competitività sia a livello nazionale che internazionale. Questo
cluster rappresenta un benchmark per le altre regioni italiane, ma sottolinea
anche il marcato divario Nord-Sud. Le politiche di sviluppo dovrebbero mirare a
replicare il modello di successo di queste regioni nelle aree meno sviluppate
per favorire una crescita equilibrata.
·        
Cluster 3: composto
da Valle d'Aosta, Abruzzo, Molise, Calabria, Sardegna. Il Cluster 3 raggruppa regioni
con performance economiche più deboli rispetto al resto del Paese. Questo
cluster è caratterizzato da bassi livelli in indicatori come retribuzione,
valore aggiunto e fatturato per unità locale, riflettendo una bassa densità
industriale e un'economia spesso legata a settori tradizionali e meno
competitivi. La Valle d'Aosta, sebbene posizionata al Nord, condivide
caratteristiche simili alle regioni del Sud e delle isole presenti nel cluster,
probabilmente a causa della sua dimensione ridotta e della dipendenza da
settori specifici come il turismo. Le altre regioni, principalmente
meridionali, soffrono di problemi strutturali, come carenze infrastrutturali,
bassi livelli di investimento e limitato accesso a mercati globali. Questo
cluster sottolinea il divario Nord-Sud, ma evidenzia anche l'importanza di
strategie mirate a rafforzare le economie locali, investendo in infrastrutture,
innovazione e formazione per promuovere lo sviluppo economico sostenibile.
Pertanto la struttura dei clusters è
C2>C1>C0>C3. 
Fonte: ISTAT
Link: www.istat.it 
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