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La spesa per consumi collettivi delle amministrazioni pubbliche tra il 2014 ed il 2023

 

L’ISTAT calcola il valore della spesa per consumi collettivi delle amministrazioni pubbliche. La spesa per consumi collettivi delle amministrazioni pubbliche è una componente della contabilità nazionale che misura il valore dei beni e servizi forniti dallo Stato per soddisfare bisogni collettivi della società. Essa include spese per la difesa, la sicurezza, la giustizia, l’amministrazione pubblica, la gestione delle infrastrutture e altre funzioni che beneficiano la collettività nel suo insieme, piuttosto che i singoli individui. Nella determinazione del Prodotto Interno Lordo (PIL), questa spesa rientra nella spesa pubblica per consumi finali, contribuendo direttamente alla domanda aggregata. Rappresenta un elemento cruciale per garantire il funzionamento delle istituzioni, la coesione sociale e la sostenibilità economica, creando le condizioni per una crescita stabile. La sua dinamica riflette le priorità di politica fiscale e i vincoli di bilancio. Genera inoltre effetti moltiplicativi sull’economia, influenzando settori chiave come la difesa, le infrastrutture e i servizi pubblici essenziali. I dati fanno riferimento al periodo tra il 2014 ed il 2023.

La spesa per consumi collettivi delle amministrazioni pubbliche rappresenta il valore dei beni e servizi erogati dallo Stato a beneficio della collettività nel suo complesso, come la difesa, la sicurezza, la gestione delle infrastrutture, l’amministrazione della giustizia e le attività di governo. Questa voce è una componente essenziale della spesa pubblica e contribuisce direttamente alla determinazione del Prodotto Interno Lordo (PIL) secondo il metodo della domanda aggregata. I dati relativi al periodo 2014-2023 mostrano un andamento altalenante, con una crescita complessiva di 1.925,90 milioni di euro, pari a un incremento percentuale dell’1%, evidenziando la complessità della gestione della spesa collettiva nel contesto economico e sociale italiano. Nel 2014 la spesa per consumi collettivi ammontava a 146.415,20 milioni di euro, rappresentando la base di partenza per il decennio in analisi. Nel 2015 si registra una contrazione significativa di 2.552 milioni di euro (-2%), dovuta probabilmente a politiche di consolidamento fiscale adottate per rispettare i vincoli di bilancio imposti dall’Unione Europea. Questo taglio alla spesa collettiva potrebbe aver avuto ripercussioni sulla qualità e sull’efficienza di alcuni servizi pubblici, evidenziando le difficoltà nel mantenere un livello elevato di spesa in un contesto di austerità. Tuttavia, nel 2016 la spesa torna a crescere, con un incremento di 3.281 milioni di euro (+2%), indicando un parziale allentamento delle restrizioni fiscali e una maggiore attenzione al finanziamento di servizi collettivi, necessari per sostenere le attività economiche e sociali. Il 2017 segna una nuova contrazione, con una riduzione di 1.036 milioni di euro (-1%). Questo andamento riflette un ritorno a politiche di contenimento della spesa, probabilmente influenzate dal rallentamento della crescita economica e dalla necessità di mantenere sotto controllo il rapporto debito/PIL. Nel 2018 si osserva un ulteriore calo della spesa, pari a 2.375 milioni di euro (-2%), che porta il totale a 143.732,70 milioni di euro, il valore più basso registrato nel decennio. Questo risultato evidenzia la difficoltà delle amministrazioni pubbliche nel conciliare la necessità di ridurre il deficit pubblico con il mantenimento di livelli adeguati di spesa per i servizi collettivi.



Nel 2019, la spesa rimane sostanzialmente invariata, con una lieve riduzione di 301 milioni di euro (0%), indicando una fase di stabilizzazione dopo anni di oscillazioni. Tuttavia, il mantenimento di un livello statico di spesa può essere visto come un limite alla capacità dello Stato di rispondere in modo proattivo alle esigenze della collettività, soprattutto in settori cruciali come la sicurezza e le infrastrutture. Il 2020 rappresenta un anno di svolta, caratterizzato da un aumento della spesa per consumi collettivi di 1.821 milioni di euro (+1%). Questo incremento è strettamente legato alla pandemia di COVID-19, che ha richiesto un maggiore intervento dello Stato per garantire il funzionamento dei servizi pubblici essenziali e per far fronte alle nuove esigenze emerse durante la crisi sanitaria. Tuttavia, l’incremento della spesa collettiva è stato relativamente contenuto rispetto alla portata della crisi, suggerendo che una parte significativa delle risorse pubbliche sia stata destinata ad altre voci di spesa, come i trasferimenti diretti a famiglie e imprese.

Nel 2021 si registra una lieve contrazione della spesa collettiva, con una riduzione di 606 milioni di euro (0%). Questo dato riflette una fase di transizione, in cui le amministrazioni pubbliche hanno dovuto ricalibrare le loro priorità di spesa, cercando di bilanciare il ritorno alla normalità con la necessità di continuare a fronteggiare le conseguenze della pandemia. Nel 2022 la spesa torna a crescere, con un incremento di 1.443 milioni di euro (+1%), segnale di un rinnovato impegno dello Stato nel finanziare servizi collettivi in un contesto di ripresa economica e sociale. Questo aumento è stato probabilmente sostenuto anche dai fondi europei del Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza (PNRR), destinati a finanziare progetti strategici in settori chiave come la transizione ecologica e digitale. Il 2023 segna un ulteriore aumento della spesa, pari a 2.250 milioni di euro (+2%), che porta il totale a 148.341,10 milioni di euro, il livello più alto registrato nel periodo considerato. Questo incremento riflette un maggiore investimento nei servizi collettivi, reso possibile dall’impiego dei fondi del PNRR e da una maggiore disponibilità di risorse pubbliche, in un contesto di ripresa economica e di maggiore attenzione alla qualità dei servizi offerti alla collettività. L’analisi complessiva del periodo 2014-2023 evidenzia un andamento caratterizzato da alternanza di fasi di crescita e di contrazione della spesa per consumi collettivi, con una variazione complessiva di 1.925,90 milioni di euro (+1%). Questo risultato sottolinea le difficoltà delle amministrazioni pubbliche nel mantenere un livello stabile e crescente di spesa collettiva, soprattutto in un contesto di vincoli di bilancio stringenti e di shock economici come la pandemia. Tuttavia, la tendenza al rialzo osservata negli ultimi anni indica un maggiore impegno nel finanziare i servizi collettivi, che rappresentano una componente fondamentale del PIL e del benessere sociale. Nel contesto del PIL, la spesa per consumi collettivi delle amministrazioni pubbliche contribuisce direttamente alla domanda aggregata, rappresentando una parte significativa della spesa pubblica. Essa svolge un ruolo cruciale nel garantire il funzionamento delle infrastrutture e dei servizi essenziali, creando le condizioni per una crescita economica sostenibile. Inoltre, questa spesa genera effetti moltiplicativi sull’economia, sostenendo l’occupazione e il reddito in settori strategici come la difesa, la sicurezza e la gestione delle infrastrutture pubbliche. Tuttavia, le fluttuazioni osservate nei dati evidenziano la necessità di politiche di spesa più stabili e prevedibili, in grado di garantire un contributo costante al PIL e al benessere della collettività. In conclusione, i dati relativi alla spesa per consumi collettivi delle amministrazioni pubbliche nel periodo 2014-2023 evidenziano un ruolo fondamentale nella determinazione del PIL e nella promozione della coesione sociale ed economica. Sebbene la crescita complessiva sia stata contenuta, le tendenze recenti suggeriscono una maggiore attenzione al finanziamento dei servizi collettivi, in linea con le sfide economiche e sociali del presente. Per il futuro, sarà fondamentale garantire un utilizzo efficiente delle risorse pubbliche, al fine di massimizzare il contributo di questa componente al PIL e migliorare la qualità dei servizi offerti alla collettività.

Spesa per consumi collettivi delle amministrazioni pubbliche

Esercizio

in milioni di euro

variazione assoluta

Variazione percentuale

2014

146.415,20

2015

143.863

-2.552

-2

2016

147.143,80

3.281

2

2017

146.107,80

-1.036

-1

2018

143.732,70

-2.375

-2

2019

143.431,90

-301

0

2020

145.253

1.821

1

2021

144.647,50

-606

0

2022

146.090,70

1.443

1

2023

148.341,10

2.250

2

2014-2023

1.925,90

1

 

 

Fonte: ISTAT

Link: www.istat.it

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