L’Istat calcola l’andamento
dei consumi intermedi. I consumi intermedi sono i beni e servizi utilizzati nel
processo produttivo per creare altri beni e servizi, esclusi gli investimenti.
Essi comprendono materie prime, energia e servizi professionali, che vengono
consumati interamente durante la produzione. Diversi dai consumi finali, che
riguardano beni destinati direttamente al consumo, i consumi intermedi sono
essenziali per il funzionamento del sistema produttivo e variano in base alla
struttura economica, al livello di tecnologia e alla domanda globale. Un loro
alto livello può indicare inefficienze o un sistema produttivo intensivo in
input, mentre un rapporto contenuto tra consumi intermedi e produzione finale
segnala maggiore efficienza. Sono fondamentali per calcolare il PIL con il
metodo del valore aggiunto, che rappresenta la differenza tra produzione totale
e consumi intermedi. La loro analisi offre una visione critica delle dinamiche
produttive e dell’efficienza economica di un paese. I dati fanno riferimento al
periodo tra il 2014 ed il 2023.
L’analisi dei dati sui consumi intermedi
dell’economia italiana dal 2014 al 2023 rivela importanti tendenze e dinamiche
nel panorama economico del paese. I consumi intermedi, che rappresentano i beni
e i servizi utilizzati nel processo produttivo, sono un indicatore essenziale
per comprendere l'efficienza e la dinamica del sistema produttivo nazionale.
Nel periodo considerato, l'andamento complessivo mostra un incremento
significativo, passando da 1.637 miliardi di euro nel 2014 a oltre 2.015
miliardi di euro nel 2023, con una variazione assoluta totale di 377,7 miliardi
di euro e una variazione percentuale complessiva del 23,1%. Tuttavia,
l'evoluzione annuale di questo indicatore rivela dinamiche non lineari,
influenzate sia da fattori strutturali che congiunturali, tra cui cambiamenti
macroeconomici, crisi globali e politiche economiche interne.
Nel dettaglio, nel 2014 i consumi intermedi erano
pari a 1.637,8 miliardi di euro, e l’anno successivo, nel 2015, sono cresciuti
di 36,4 miliardi, segnando una variazione percentuale del 2,2%. Questo aumento
può essere interpretato come un segnale di ripresa economica dopo la crisi
finanziaria del 2008 e della successiva crisi del debito sovrano in Europa, che
aveva influenzato negativamente i settori produttivi italiani. La crescita
moderata prosegue anche nel 2016, con un incremento di 11,2 miliardi (+0,7%).
Questi due anni rappresentano una fase di crescita lenta ma costante,
indicativa di un sistema economico in fase di stabilizzazione.
Il 2017 vede un'accelerazione più marcata, con un
aumento di 63,9 miliardi di euro (+3,8%), segnale di una maggiore dinamicità
dell’economia. Tale incremento potrebbe essere collegato a un aumento della
domanda interna e a un rafforzamento del commercio internazionale, che ha stimolato
settori chiave dell’economia italiana come il manifatturiero e il settore dei
servizi. Nel 2018, la crescita prosegue ma con un ritmo più contenuto, con un
aumento assoluto di 26,2 miliardi (+1,5%). Questa moderazione riflette una
certa decelerazione nella crescita globale e una possibile saturazione nella
capacità di utilizzo dei consumi intermedi.
Un momento cruciale emerge nel 2019, quando i
consumi intermedi raggiungono 1.777 miliardi di euro, ma con una crescita
marginale di soli 1,5 miliardi (+0,1%). Questo dato suggerisce una stagnazione
economica, attribuibile a incertezze sul fronte politico ed economico globale,
tra cui il rallentamento della crescita cinese, le tensioni commerciali
internazionali e le difficoltà strutturali interne, come l’elevato debito
pubblico e la scarsa produttività del sistema italiano. La situazione si
aggrava nel 2020, anno in cui i consumi intermedi registrano una drastica
contrazione di 130 miliardi di euro (-7,3%), scendendo a 1.646,9 miliardi di
euro. Questo crollo è il risultato diretto della pandemia di COVID-19, che ha
causato interruzioni nella produzione, un crollo della domanda in molti settori
e un generale rallentamento economico. I lockdown, la chiusura di molte
attività produttive e le difficoltà nella supply chain hanno avuto un impatto
significativo, riflettendo la profondità della crisi.
Il 2021 segna però una forte ripresa, con un
aumento assoluto di 215,8 miliardi di euro (+13,1%). Questo rimbalzo riflette
l’effetto base del confronto con l’anno precedente e il rilancio dell’attività
economica grazie alle campagne vaccinali, alle politiche di stimolo economico
messe in atto sia a livello nazionale che europeo (come il Piano Nazionale di
Ripresa e Resilienza, PNRR) e alla riapertura dei mercati. La ripresa si
consolida ulteriormente nel 2022, con un incremento di 108,4 miliardi di euro
(+5,8%), raggiungendo un livello di 1.971 miliardi di euro. Questo trend
positivo riflette una maggiore fiducia degli operatori economici, una robusta
crescita del PIL e un’espansione nei settori industriale e terziario. Tuttavia,
l’inflazione crescente e l’aumento dei costi energetici iniziano a
rappresentare dei fattori di rischio, influenzando i margini delle imprese e i
costi di produzione.
Nel 2023, i consumi intermedi crescono
ulteriormente, con un incremento di 44,4 miliardi di euro (+2,3%), raggiungendo
2.015 miliardi di euro. Questo rallentamento rispetto agli anni precedenti può
essere interpretato come il risultato di una normalizzazione post-pandemia,
unita a persistenti incertezze geopolitiche, come la guerra in Ucraina e le
tensioni sui mercati energetici. L’aumento dei costi delle materie prime e
dell’energia ha continuato a esercitare pressioni sui costi di produzione,
limitando il margine di crescita dei consumi intermedi, nonostante il sostegno
delle politiche economiche europee e nazionali.
In termini cumulativi, l’incremento dei consumi
intermedi di 377,7 miliardi di euro tra il 2014 e il 2023 riflette
un’evoluzione positiva del sistema produttivo italiano, nonostante le numerose
sfide affrontate. L’analisi delle variazioni percentuali mostra come il periodo
sia caratterizzato da tre fasi distinte: una crescita moderata e costante tra
il 2014 e il 2018, una fase di shock negativo nel 2020 e una ripresa robusta ma
non uniforme dal 2021 in avanti. La resilienza del sistema economico italiano è
evidente nella capacità di riprendersi rapidamente dalla crisi del 2020, anche
se permangono vulnerabilità strutturali che limitano la sostenibilità della
crescita nel lungo termine.
In prospettiva, i consumi intermedi possono
continuare a crescere, ma il loro andamento dipenderà dalla capacità
dell’Italia di affrontare le sue debolezze strutturali, come l’innovazione
tecnologica, la transizione ecologica e la modernizzazione del sistema
produttivo. Inoltre, la diversificazione delle fonti energetiche e la gestione
delle pressioni inflazionistiche saranno fondamentali per sostenere il settore
produttivo e garantire una crescita stabile. Un ruolo chiave sarà giocato anche
dal PNRR, che mira a migliorare la competitività e la sostenibilità del sistema
economico italiano attraverso investimenti in infrastrutture, innovazione e
digitalizzazione.
Esercizio
|
Consumi
intermedi in milioni di euro |
Variazione
assoluta |
Variazione
percentuale |
2014 |
1.637.815,60 |
||
2015 |
1.674.239,70 |
36.424,10 |
2,2 |
2016 |
1.685.446,50 |
11.206,80 |
0,7 |
2017 |
1.749.346,30 |
63.899,80 |
3,8 |
2018 |
1.775.520,50 |
26.174,20 |
1,5 |
2019 |
1.777.037,80 |
1.517,30 |
0,1 |
2020 |
1.646.957,50 |
-130.080,30 |
-7,3 |
2021 |
1.862.713 |
215.755,50 |
13,1 |
2022 |
1.971.089 |
108.376,00 |
5,8 |
2023 |
2.015.528,10 |
44.439,10 |
2,3 |
2014-2023 |
377.712,50 |
23,1 |
Fonte: ISTAT
Link:www.istat.it
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