mercoledì 29 gennaio 2025

Il settore immobiliare tra digitalizzazione e sostenibilità: le nuove sfide dell’economia italiana

L’analisi dell’andamento del valore aggiunto del settore delle attività immobiliari in Italia tra il 2014 e il 2023 evidenzia una crescita complessiva di 21,53 miliardi di euro, pari a un aumento del 10,21% nel decennio. Questo comparto rappresenta una componente fondamentale dell’economia italiana, essendo strettamente legato alla dinamica del mercato immobiliare, agli investimenti nel settore delle costruzioni, alle politiche urbanistiche e alle condizioni macroeconomiche, come i tassi di interesse e il potere d’acquisto delle famiglie. L’andamento dei dati mostra un periodo iniziale di crescita moderata, una contrazione significativa nel 2020 a causa della pandemia di COVID-19, seguito da una fase di ripresa più marcata a partire dal 2021.

Nel 2014, il valore aggiunto del settore si attestava a 211 miliardi di euro, con una crescita nei primi anni del periodo analizzato. Nel 2015, l’aumento è stato di 3,95 miliardi di euro (+1,87%), un segnale di espansione moderata del mercato immobiliare, sostenuta dalla ripresa dell’economia italiana dopo la crisi finanziaria globale. Tuttavia, nel 2016, la crescita si è quasi arrestata, con un aumento minimo di 193,8 milioni di euro (+0,09%), indicando una fase di stabilizzazione della domanda di immobili e delle attività connesse. Nel 2017, il settore ha registrato una ripresa più decisa, con un incremento di 953,7 milioni di euro (+0,44%), seguito da una crescita di 1,97 miliardi di euro (+0,91%) nel 2018 e di 2,13 miliardi di euro (+0,98%) nel 2019.

Questa prima fase di espansione moderata può essere attribuita a diversi fattori. Da un lato, il miglioramento del mercato del lavoro e la stabilizzazione economica hanno favorito una ripresa della domanda immobiliare, soprattutto per la compravendita di abitazioni e immobili commerciali. Dall’altro, le politiche monetarie della Banca Centrale Europea, con tassi di interesse storicamente bassi, hanno reso più accessibile il credito per l’acquisto di immobili, stimolando gli investimenti nel settore. Tuttavia, la crescita contenuta riflette anche una serie di criticità strutturali, come la scarsa mobilità del mercato immobiliare italiano, la burocrazia complessa e un’offerta rigida di nuove costruzioni.

Il 2020 ha segnato una svolta negativa, con una riduzione del valore aggiunto di 6,99 miliardi di euro (-3,18%), portandolo a 213,2 miliardi di euro. L’impatto della pandemia di COVID-19 ha colpito duramente il settore immobiliare, determinando un crollo delle transazioni, il blocco temporaneo delle nuove costruzioni e una forte incertezza sulle prospettive economiche. Il lockdown e le misure restrittive hanno limitato l’attività degli operatori immobiliari, mentre il calo del reddito disponibile delle famiglie e la crisi di liquidità di molte imprese hanno ridotto la domanda di acquisto e locazione. Anche il settore commerciale ha subito pesanti conseguenze, con un aumento della disoccupazione e la chiusura di molte attività, che hanno portato a una riduzione della domanda di spazi per uffici e negozi.

Nel 2021, il settore ha mostrato segnali di ripresa, con un aumento del valore aggiunto di 1,58 miliardi di euro (+0,74%), raggiungendo 214,78 miliardi di euro. Questo recupero parziale è stato favorito dalla riapertura dell’economia e dalla ripresa delle transazioni immobiliari, grazie anche agli incentivi statali per la ristrutturazione degli edifici e l’efficientamento energetico, come il Superbonus 110%. Tuttavia, la crescita contenuta rispetto alla perdita del 2020 indica che il mercato immobiliare ha impiegato più tempo rispetto ad altri settori per tornare ai livelli pre-pandemia.

Nel 2022, la crescita è stata più robusta, con un incremento di 6,76 miliardi di euro (+3,15%), portando il valore aggiunto a 221,54 miliardi di euro. Questo aumento è stato determinato da diversi fattori, tra cui il rimbalzo della domanda immobiliare, il proseguimento delle politiche di incentivo alla ristrutturazione e un rinnovato interesse per gli investimenti nel settore immobiliare come bene rifugio in un contesto di incertezza economica. La combinazione di tassi di interesse ancora relativamente bassi e l’aumento dei risparmi accumulati dalle famiglie durante la pandemia ha stimolato l’acquisto di immobili, sia per uso abitativo che per investimento.

Il 2023 ha segnato un’accelerazione della crescita, con un aumento di 10,99 miliardi di euro (+4,96%), portando il valore aggiunto a 232,53 miliardi di euro. Questa espansione è stata supportata dall’aumento del valore degli immobili, dalla ripresa del settore delle costruzioni e dal crescente interesse per la riqualificazione urbana e la sostenibilità. Tuttavia, l’inflazione crescente e il rialzo dei tassi di interesse da parte della BCE hanno iniziato a influenzare il mercato immobiliare, rendendo più oneroso il credito per le famiglie e le imprese e ponendo nuove sfide per la crescita futura del settore.

Dal punto di vista industriale, il settore immobiliare è stato caratterizzato da un’evoluzione significativa nel periodo analizzato. L’adozione di tecnologie digitali ha trasformato il modo in cui gli immobili vengono compravenduti e gestiti, con un aumento dell’uso di piattaforme online, realtà virtuale e intelligenza artificiale per la valutazione e la promozione degli immobili. Inoltre, la crescente attenzione alla sostenibilità ha spinto lo sviluppo di edifici a basso impatto ambientale e l’adozione di criteri ESG (Environmental, Social, and Governance) negli investimenti immobiliari.

Le politiche industriali hanno giocato un ruolo chiave nel determinare l’andamento del settore. Gli incentivi fiscali per la riqualificazione degli edifici, come il Superbonus, hanno sostenuto la domanda di ristrutturazioni, stimolando l’occupazione nel settore edile e aumentando il valore del patrimonio immobiliare esistente. Tuttavia, le incertezze normative e le modifiche delle agevolazioni fiscali hanno generato instabilità nel settore, con un impatto sulla pianificazione degli investimenti da parte di imprese e privati.

Guardando al futuro, il settore immobiliare italiano dovrà affrontare diverse sfide. L’aumento dei tassi di interesse potrebbe ridurre la domanda di mutui e rallentare la crescita del mercato immobiliare. Inoltre, la trasformazione delle esigenze abitative e lavorative, con una maggiore diffusione dello smart working e una crescente domanda di spazi flessibili, potrebbe influenzare il valore di alcuni segmenti del mercato, come gli uffici e i centri commerciali.

Per mantenere la competitività del settore, sarà fondamentale sviluppare politiche industriali che incentivino l’innovazione e la sostenibilità, favorendo l’efficientamento energetico degli edifici e la rigenerazione urbana. La digitalizzazione del mercato immobiliare e l’adozione di nuove tecnologie per la gestione degli asset immobiliari rappresenteranno elementi chiave per la crescita futura del comparto.

In sintesi, il settore delle attività immobiliari in Italia ha attraversato un decennio di crescita moderata, con una battuta d’arresto nel 2020 seguita da una ripresa progressiva. Il futuro del comparto dipenderà dalla capacità di adattarsi ai cambiamenti macroeconomici, alle nuove esigenze abitative e alle sfide della sostenibilità, con il supporto di adeguate politiche industriali e strategie di investimento mirate.

 

 

Fonte: ISTAT

Link: www.istat.it

Metodo: Prezzi concatenate 2020






Valore Aggiunto Attività immobiliari 

Milioni di euro

Variazione Assoluta

Variazione Percentuale

2014

210.996,20

2015

214.945,30

3.949,10

1,87

2016

215.139,10

193,8

0,09

2017

216.092,80

953,7

0,44

2018

218.059,70

1.966,90

0,91

2019

220.192,30

2.132,60

0,98

2020

213.196,50

-6.995,80

-3,18

2021

214.775,10

1.578,60

0,74

2022

221.535,40

6.760,30

3,15

2023

232.530,60

10.995,20

4,96

2014-2023

21.534,40

10,21





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