Il valore aggiunto nella fabbricazione di coke e
prodotti derivanti dalla raffinazione del petrolio in Italia rappresenta la
ricchezza netta generata dal settore durante il processo di trasformazione
delle materie prime in prodotti finiti, come carburanti, lubrificanti e altri
derivati del petrolio. Questo indicatore economico misura la differenza tra il
valore della produzione e il costo dei beni e servizi impiegati nel processo
produttivo, escludendo gli input intermedi. Nel contesto della contabilità
nazionale, il valore aggiunto contribuisce alla formazione del PIL, riflettendo
l'importanza strategica del settore nell'economia italiana. L'industria della
raffinazione del petrolio è strettamente legata a fattori globali come il
prezzo del greggio, la domanda energetica e le politiche ambientali. Le sue
oscillazioni possono derivare da variazioni nei costi delle materie prime, da
fluttuazioni della domanda interna ed estera e da normative sempre più
stringenti in termini di sostenibilità. Un valore aggiunto positivo indica una
maggiore efficienza e competitività del settore, mentre un valore negativo
segnala difficoltà economiche, crisi di mercato o ristrutturazioni aziendali.
L’analisi del valore aggiunto nel tempo è essenziale per comprendere
l'evoluzione del settore e pianificare strategie di investimento e transizione
energetica. I dati acquisiti dal sito dell’ISTAT fanno riferimento al periodo
tra il 2014 ed il 2023.
L'analisi dei dati relativi al valore aggiunto nella fabbricazione di coke e
prodotti derivanti dalla raffinazione del petrolio in Italia tra il 2014 e il
2023 evidenzia una notevole volatilità, caratterizzata da fluttuazioni
significative e da un andamento altalenante che riflette le dinamiche complesse
di un settore strettamente legato alle condizioni economiche globali, alla
volatilità dei prezzi delle materie prime e alle politiche energetiche. Nel
2014 il valore aggiunto del settore era negativo, pari a -395,5 milioni di
euro, segnalando una situazione critica probabilmente dovuta a fattori come la
sovraccapacità produttiva, la diminuzione della domanda e le pressioni
concorrenziali internazionali. Tuttavia, nel 2015 si è registrata un'inversione
di tendenza impressionante, con un valore aggiunto di 2.228,40 milioni di euro
e un aumento assoluto di 2.623,90 milioni, segno di una ripresa sostanziale e
di un miglioramento della redditività del settore. La crescita in questo anno è
stata eccezionale e ha rappresentato un punto di svolta, ma l’incremento
straordinario della variazione percentuale, pari a -663,44%, indica la
complessità del recupero e l'incertezza che ancora gravava sul comparto.
Nel 2016 il valore aggiunto ha continuato a crescere, seppur a un ritmo più
moderato, con un aumento di 113,1 milioni di euro e una variazione positiva del
5,08%. Questo dato suggerisce una fase di consolidamento dopo il forte recupero
dell'anno precedente, con una maggiore stabilità della domanda e un
miglioramento delle condizioni operative per le imprese del settore. L'anno
2017 ha segnato un'ulteriore espansione significativa, con un valore aggiunto
che ha raggiunto i 2.771,90 milioni di euro, registrando un incremento di 430,4
milioni e una crescita del 18,38%. Questo periodo può essere interpretato come
un momento di rafforzamento delle attività di raffinazione e produzione di
coke, supportato da una domanda più sostenuta a livello nazionale e
internazionale, nonché da un contesto di prezzi del petrolio relativamente
favorevole.
Nel 2018 il settore ha subito una battuta d'arresto, con una contrazione del
valore aggiunto pari a -1.019,10 milioni di euro, corrispondente a un calo del
36,77%. Tale riduzione può essere attribuita a una combinazione di fattori, tra
cui la fluttuazione dei prezzi del greggio, una possibile riduzione della
domanda di prodotti raffinati e le prime pressioni derivanti dalla transizione
energetica e dalle politiche ambientali più stringenti. Questo calo ha
evidenziato la vulnerabilità del settore a shock esterni e a cambiamenti
strutturali nei mercati energetici.
Nel 2019 si è osservata una lieve ripresa, con un incremento del valore
aggiunto di 130,3 milioni di euro e una crescita del 7,43%. Sebbene il dato
mostri un ritorno alla crescita, il valore complessivo di 1.883,10 milioni di
euro è rimasto al di sotto dei livelli raggiunti nel 2017, segnalando che il
settore faticava a mantenere una traiettoria di crescita costante in un
contesto di crescente pressione ambientale e di volatilità dei prezzi delle
materie prime.
L'anno 2020 ha rappresentato un punto di crisi per il settore, con una
perdita drastica di 2.084,80 milioni di euro, che ha portato il valore aggiunto
a -201,7 milioni di euro. La pandemia di COVID-19 ha avuto un impatto devastante
sull'industria, con la riduzione della mobilità, il crollo della domanda di
carburanti e il conseguente calo della produzione. La variazione percentuale di
-110,71% riflette la profondità della crisi, con molte raffinerie costrette a
ridurre la produzione o a chiudere temporaneamente per far fronte alla drastica
riduzione delle vendite.
Nel 2021 il settore ha registrato un notevole rimbalzo, con un aumento di
3.142,00 milioni di euro che ha portato il valore aggiunto a 2.940,30 milioni.
Questo incremento straordinario, pari a -1.557,76% in termini percentuali,
sottolinea la forte ripresa della domanda con la ripartenza dell'economia
globale e l'allentamento delle restrizioni pandemiche. Tuttavia, questa
crescita potrebbe anche riflettere un effetto di rimbalzo temporaneo più che un
consolidamento strutturale del settore.
Nel 2022 il settore ha raggiunto il suo massimo storico nel periodo
considerato, con un valore aggiunto di 9.276,90 milioni di euro e un incremento
straordinario di 6.336,60 milioni di euro, corrispondente a un aumento del
215,51%. Questo boom può essere spiegato dall'impennata dei prezzi dell'energia
a seguito della crisi energetica globale causata dal conflitto in Ucraina, che
ha portato a una domanda senza precedenti di prodotti raffinati e ha consentito
alle aziende del settore di ottenere margini di profitto molto elevati.
Tuttavia, nel 2023 il settore ha registrato una flessione significativa, con
una riduzione di 1.520,80 milioni di euro, pari a un calo del 16,39%. Questa
contrazione può essere attribuita a una parziale normalizzazione dei prezzi
dell'energia, a un calo della domanda e all'inasprimento delle politiche
ambientali che hanno iniziato a incidere più pesantemente sul settore,
spingendo le imprese a rivedere le proprie strategie produttive per adattarsi
alle nuove esigenze di sostenibilità.
Considerando l'intero periodo dal 2014 al 2023, il valore aggiunto
complessivo del settore ha registrato un incremento di 8.151,60 milioni di
euro, con una variazione negativa del -2.061,09% rispetto ai valori iniziali.
Questo dato complessivo mostra quanto il settore sia stato caratterizzato da
una fortissima volatilità, con oscillazioni estreme che rendono difficile
individuare un trend stabile e prevedibile. La crescita registrata nel lungo
periodo è stata influenzata da fattori esterni imprevedibili, come la pandemia,
la crisi energetica e le dinamiche geopolitiche, che hanno avuto un impatto
diretto sulle performance economiche delle aziende.
Guardando al futuro, il settore della fabbricazione di coke e prodotti
derivanti dalla raffinazione del petrolio in Italia dovrà affrontare importanti
sfide legate alla transizione energetica, alle normative ambientali sempre più
stringenti e alla crescente competitività delle fonti di energia rinnovabile.
Le aziende del comparto saranno chiamate a investire in tecnologie più
sostenibili, in innovazione e in strategie di diversificazione per ridurre la
dipendenza dalle fluttuazioni dei mercati petroliferi. La capacità di adattarsi
a un contesto in continua evoluzione sarà fondamentale per garantire la
sostenibilità economica e ambientale del settore.
In sintesi, il settore ha attraversato un decennio estremamente turbolento,
alternando fasi di crescita esplosiva a momenti di forte crisi. Sebbene abbia dimostrato
una certa capacità di ripresa, la sua vulnerabilità agli shock esterni
evidenzia la necessità di una trasformazione strutturale per affrontare le
sfide future con maggiore resilienza.
Link: www.istat.it
Valore aggiunto Fabbricazione di coke e
prodotti derivanti dalla raffinazione del petrolio in Italia |
|||
|
Miliardi di euro |
Variazione assoluta |
Variazione percentuale |
2014 |
-395,5 |
|
|
2015 |
2.228,40 |
2.623,90 |
-663,44 |
2016 |
2.341,50 |
113,1 |
5,08 |
2017 |
2.771,90 |
430,4 |
18,38 |
2018 |
1.752,80 |
-1.019,10 |
-36,77 |
2019 |
1.883,10 |
130,3 |
7,43 |
2020 |
-201,7 |
-2.084,80 |
-110,71 |
2021 |
2.940,30 |
3.142,00 |
-1.557,76 |
2022 |
9.276,90 |
6.336,60 |
215,51 |
2023 |
7.756,10 |
-1.520,80 |
-16,39 |
2014-2023 |
|
8.151,60 |
-2.061,09 |
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