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L'impatto della pandemia sul valore aggiunto della sanità: crollo e rimbalzo post-crisi

 

L’analisi dei dati relativi al valore aggiunto del settore sanitario e dell'assistenza sociale in Italia tra il 2014 e il 2023 offre uno spaccato interessante dell’andamento economico di un comparto cruciale per il benessere della popolazione. L’osservazione dei valori assoluti e delle variazioni annuali evidenzia un trend altalenante, caratterizzato da fasi di crescita, contrazione e una ripresa significativa post-pandemia.

Nel 2014, il valore aggiunto del settore si attestava a 102,4 miliardi di euro. Nei due anni successivi, il comparto ha registrato una contrazione progressiva: nel 2015 il valore è sceso a 101,8 miliardi, con una riduzione di 562,3 milioni di euro (-0,55%), mentre nel 2016 ha continuato a calare raggiungendo 101,3 miliardi, con una perdita ulteriore di 533,1 milioni di euro (-0,52%). Questo declino suggerisce una fase di contenimento della spesa pubblica o una riduzione della domanda di servizi sanitari e assistenziali in un contesto di stabilizzazione economica generale, con politiche di spending review e razionalizzazione della spesa pubblica che potrebbero aver inciso sull’allocazione delle risorse.

Il 2017 segna una fase di ripresa, con un aumento di 1,08 miliardi di euro (+1,07%), portando il valore aggiunto a 102,4 miliardi di euro. Tuttavia, già nel 2018 il settore torna a contrarsi, scendendo a 101,97 miliardi con una variazione negativa di 408,3 milioni (-0,4%). Questo andamento irregolare potrebbe riflettere fattori strutturali del sistema sanitario italiano, che si trova in una condizione di equilibrio precario tra esigenze di investimento e vincoli di bilancio.

L’anno 2019 registra una flessione più marcata: il valore aggiunto scende a 99,8 miliardi, con una perdita di 2,15 miliardi (-2,11%). Questa riduzione potrebbe essere legata a una minore crescita economica generale e a politiche di contenimento della spesa pubblica, in un contesto di incertezza macroeconomica che ha preceduto l’esplosione della crisi sanitaria globale.

Il 2020 segna un punto di svolta drammatico con una contrazione senza precedenti. Il valore aggiunto si riduce di oltre 6,2 miliardi di euro (-6,22%), scendendo a 93,6 miliardi. Questa flessione riflette l’impatto devastante della pandemia di COVID-19, che ha alterato radicalmente il funzionamento del sistema sanitario e assistenziale. Le strutture sanitarie sono state travolte dall’emergenza, con un aumento dei costi diretti per la gestione della crisi, ma al tempo stesso molte attività sanitarie e assistenziali ordinarie hanno subito rallentamenti o sospensioni, determinando una riduzione del valore aggiunto complessivo. Inoltre, il blocco dell’economia e il calo del PIL nazionale hanno contribuito a ridurre la capacità di spesa pubblica e privata nel settore.

Il 2021 rappresenta un anno di forte rimbalzo, con un recupero spettacolare di 10,15 miliardi di euro (+10,85%), che porta il valore aggiunto a 103,7 miliardi. Questa ripresa è trainata dalla ripartenza del sistema sanitario, dagli ingenti investimenti pubblici legati al PNRR e dai finanziamenti straordinari per la sanità post-pandemica. Inoltre, il ritorno alla normalità operativa di ospedali, cliniche e strutture di assistenza ha favorito la crescita del settore.

Nel 2022 la crescita continua, seppur a un ritmo più moderato. Il valore aggiunto aumenta di 3,69 miliardi di euro (+3,56%), raggiungendo 107,4 miliardi. Questo trend suggerisce una fase di stabilizzazione, con il consolidamento degli investimenti post-pandemia e una ripresa graduale della domanda di servizi sanitari e assistenziali.

Nel 2023, tuttavia, si osserva una lieve contrazione: il valore aggiunto scende a 107,1 miliardi, con una variazione negativa di 327,5 milioni di euro (-0,3%). Questo dato potrebbe indicare una fase di assestamento dopo la crescita sostenuta del biennio precedente, con una razionalizzazione della spesa e una possibile riduzione degli interventi straordinari legati all’emergenza pandemica. Inoltre, l’andamento economico generale, caratterizzato da tensioni inflazionistiche e incertezze geopolitiche, potrebbe aver influenzato le risorse destinate al settore.

Analizzando l’intero periodo 2014-2023, il valore aggiunto del settore sanitario e assistenziale è aumentato complessivamente di 4,73 miliardi di euro (+4,62%). Questo dato indica una crescita modesta, ma significativa, considerando le forti oscillazioni registrate negli anni. Il settore ha affrontato sfide complesse, tra politiche di contenimento della spesa, crisi pandemica e successiva ripresa, dimostrando una certa resilienza ma anche una vulnerabilità strutturale alle dinamiche macroeconomiche e agli eventi straordinari.

Nel complesso, il periodo analizzato mostra come il settore sanitario italiano abbia vissuto fasi di contrazione, espansione e assestamento, rispecchiando sia le tendenze economiche generali sia le politiche pubbliche adottate nel corso degli anni. La pandemia ha rappresentato un evento spartiacque, con una drastica riduzione del valore aggiunto seguita da una ripresa robusta, ma il settore resta soggetto a fluttuazioni e sfide future legate alla sostenibilità finanziaria e all’evoluzione della domanda di servizi sanitari e assistenziali.

Fonte: ISTAT

Link: www.istat.it

Metodo: prezzi concatenati 2020


Valore aggiunto Sanità e assistenza sociale 

Milioni di euro

Variazione Assoluta

Variazione Percentuale

2014

102.396,90

2015

101.834,60

-562,3

-0,55

2016

101.301,50

-533,1

-0,52

2017

102.381,90

1.080,40

1,07

2018

101.973,60

-408,3

-0,4

2019

99.819,10

-2.154,50

-2,11

2020

93.609,20

-6.209,90

-6,22

2021

103.765,50

10.156,30

10,85

2022

107.457,60

3.692,10

3,56

2023

107.130,10

-327,5

-0,3

2014-2023

4.733,20

4,62






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