mercoledì 29 gennaio 2025

Dal digitale alla sostenibilità: le nuove sfide del settore dei servizi in Italia

 

L’andamento del valore aggiunto dei servizi in Italia tra il 2014 e il 2023 evidenzia una crescita complessiva di 130,94 miliardi di euro, pari a un incremento dell’11,45% nel decennio. Questo comparto rappresenta il fulcro dell’economia italiana, includendo attività legate al commercio, al turismo, alla logistica, ai servizi finanziari, all’amministrazione pubblica e ai servizi professionali. L’andamento del valore aggiunto nei servizi riflette sia le dinamiche della domanda interna e internazionale sia le politiche economiche e industriali adottate nel periodo analizzato. L’evoluzione del settore mostra tre fasi distinte: una crescita moderata e costante tra il 2014 e il 2019, una brusca contrazione nel 2020 a causa della pandemia di COVID-19 e una forte ripresa nel biennio successivo, con un rallentamento della crescita nel 2023. Nel 2014 il valore aggiunto dei servizi era pari a 1.143 miliardi di euro. L’anno successivo ha registrato un incremento di 10,14 miliardi di euro (+0,89%), segnale di un settore in espansione sostenuta da una graduale ripresa economica dopo la crisi finanziaria globale. La crescita è proseguita nel 2016 con un aumento di 13,17 miliardi di euro (+1,14%), seguito da un’accelerazione più marcata nel 2017, quando il valore aggiunto è aumentato di 19,07 miliardi di euro (+1,64%), raggiungendo 1.185 miliardi di euro. Questa prima fase di espansione può essere attribuita a diversi fattori. Da un lato, il miglioramento del mercato del lavoro e la stabilizzazione dell’economia hanno favorito un incremento della domanda di servizi, in particolare nei settori del commercio, della consulenza professionale e della logistica. Dall’altro, le politiche monetarie espansive della Banca Centrale Europea, con tassi di interesse ai minimi storici, hanno incentivato investimenti nei servizi finanziari e nel turismo, due settori chiave per l’economia italiana. Anche la crescita dell’e-commerce ha giocato un ruolo fondamentale, stimolando lo sviluppo del settore logistico e la trasformazione del commercio tradizionale. Nel 2018 la crescita è stata più contenuta, con un aumento di 10,10 miliardi di euro (+0,85%), seguita da un ulteriore rallentamento nel 2019, quando il valore aggiunto è aumentato di 9,28 miliardi di euro (+0,78%), raggiungendo 1.205 miliardi di euro. Questo rallentamento della crescita suggerisce una fase di maturazione del settore, con una stabilizzazione della domanda di servizi e una minore spinta degli incentivi monetari. Tuttavia, il settore ha continuato a beneficiare dell’espansione del turismo, della digitalizzazione dei servizi e dell’aumento della domanda di servizi alle imprese. Il 2020 ha rappresentato una svolta drammatica per il settore, con una contrazione del valore aggiunto di 91,14 miliardi di euro (-7,56%), il calo più significativo dell’intero decennio. Questo crollo è stato determinato dalla pandemia di COVID-19, che ha colpito duramente i servizi legati alla mobilità, al turismo, alla ristorazione e agli eventi. Le misure di lockdown e le restrizioni alla mobilità hanno portato alla chiusura di migliaia di attività, con effetti devastanti sulla domanda di servizi non essenziali. Anche il settore finanziario ha subito l’impatto della crisi, con una riduzione degli investimenti e un aumento dell’incertezza economica. La pubblica amministrazione e il settore sanitario hanno invece registrato un incremento della spesa, determinato dalle misure straordinarie per contrastare la pandemia e dal potenziamento del sistema sanitario. Nel 2021 il settore ha registrato una forte ripresa, con un aumento del valore aggiunto di 78,30 miliardi di euro (+7,03%), riportandolo a 1.192 miliardi di euro. Questa crescita è stata determinata dalla riapertura delle attività economiche, dal ritorno dei consumi e dalla ripresa del turismo e della logistica. Il governo ha introdotto misure di sostegno ai settori più colpiti dalla crisi, con incentivi alla digitalizzazione, contributi a fondo perduto per le imprese e investimenti nella modernizzazione della pubblica amministrazione. Il Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza ha avuto un ruolo centrale in questa fase di ripresa, stimolando investimenti in infrastrutture, innovazione tecnologica e sostenibilità. Il 2022 ha segnato una fase di ulteriore espansione, con una crescita di 68,75 miliardi di euro (+5,77%), portando il valore aggiunto a 1.261 miliardi di euro. Questo aumento è stato trainato dalla ripresa della domanda interna, dal consolidamento della digitalizzazione nei servizi e dall’accelerazione degli investimenti nel turismo e nella logistica. Tuttavia, l’aumento dell’inflazione e il rialzo dei prezzi dell’energia hanno iniziato a influenzare il potere d’acquisto delle famiglie e i costi operativi delle imprese, ponendo nuove sfide per il settore. Nel 2023 si è osservato un rallentamento della crescita, con un incremento di 13,24 miliardi di euro (+1,05%), portando il valore aggiunto a 1.274 miliardi di euro. Questo dato suggerisce una fase di stabilizzazione, dopo due anni di crescita eccezionale. L’aumento dei tassi di interesse e l’incertezza economica globale hanno probabilmente limitato gli investimenti nel settore e ridotto la spesa delle famiglie per alcuni servizi. Anche la crescita del turismo ha mostrato segni di rallentamento, influenzata dalle tensioni geopolitiche e dalla riduzione del potere d’acquisto. Dal punto di vista delle politiche industriali, il settore dei servizi ha subito un’evoluzione significativa nel periodo analizzato. L’adozione di tecnologie digitali ha trasformato profondamente il settore, con un aumento dell’uso di piattaforme online, intelligenza artificiale e automazione per migliorare l’efficienza e ridurre i costi operativi. Anche la crescente attenzione alla sostenibilità ha influenzato il settore, con una maggiore diffusione di pratiche eco-friendly nei servizi di alloggio, nella logistica e nella ristorazione. Il governo ha adottato diverse misure per sostenere la crescita del settore, tra cui incentivi alla digitalizzazione delle imprese, programmi di formazione per le competenze digitali e finanziamenti per l’innovazione tecnologica. Tuttavia, la competitività del settore dipenderà dalla capacità di adattarsi alle nuove sfide, come la transizione energetica, la riduzione delle emissioni di CO2 e l’integrazione delle nuove tecnologie nei modelli di business. In particolare, il settore della logistica dovrà investire in soluzioni sostenibili per il trasporto delle merci, mentre il commercio e la ristorazione dovranno adottare strategie per rispondere ai cambiamenti nei comportamenti dei consumatori. Anche la pubblica amministrazione dovrà accelerare la digitalizzazione e migliorare l’efficienza dei servizi, per ridurre la burocrazia e facilitare l’accesso alle risorse pubbliche. In sintesi, il settore dei servizi in Italia ha attraversato un decennio di crescita, interrotto dalla crisi pandemica e seguito da una ripresa sostenuta. Il futuro dipenderà dalla capacità delle imprese di adattarsi alle nuove tendenze, con un focus su digitalizzazione, sostenibilità e innovazione nei modelli di business. Le politiche industriali dovranno supportare questi cambiamenti con incentivi mirati alla modernizzazione delle infrastrutture, alla transizione ecologica e all’integrazione delle nuove tecnologie per garantire la competitività del settore nel lungo periodo.

 

 

Fonte: ISTAT

Link: www.istat.it

Metodo: Prezzi concatenate 2020.



Valore Aggiunto Servizi

Milioni di euro

Variazione Assoluta

Variazione Percentuale

2014

1.143.377,40

2015

1.153.525

10.147,60

0,89

2016

1.166.701,30

13.176,30

1,14

2017

1.185.777,30

19.076,00

1,64

2018

1.195.882,80

10.105,50

0,85

2019

1.205.167,70

9.284,90

0,78

2020

1.114.019,10

-91.148,60

-7,56

2021

1.192.321,20

78.302,10

7,03

2022

1.261.073,80

68.752,60

5,77

2023

1.274.321,90

13.248,10

1,05

2014-2023

130.944,50

11,45







Nessun commento:

Posta un commento