martedì 28 gennaio 2025

Declino e trasformazione: l’evoluzione del settore finanziario e assicurativo in Italia (2014-2023)

Il settore delle attività finanziarie e assicurative in Italia tra il 2014 e il 2023 mostra una contrazione complessiva del valore aggiunto pari al 9,35%, equivalente a una riduzione assoluta di 7.780 milioni di euro. Questa dinamica negativa, sebbene graduale nella prima parte del periodo, si intensifica significativamente nel 2023, quando il valore aggiunto registra un calo del 6,58%. Questo andamento riflette una combinazione di fattori strutturali e congiunturali che hanno influenzato le performance del settore, mettendo in luce alcune criticità industriali e la necessità di un ripensamento delle politiche di sviluppo.

Nel 2014 il settore contribuiva all’economia italiana con 83.190 milioni di euro, rappresentando una componente significativa del PIL nazionale. Tuttavia, già nel 2015 si osserva un calo dell’1,25%, che prosegue, seppur a un ritmo più contenuto, negli anni successivi. Tra il 2014 e il 2018 il valore aggiunto si mantiene vicino agli 81.000 milioni di euro, con oscillazioni marginali. Questa stagnazione è attribuibile a diversi fattori. Innanzitutto, il settore finanziario italiano si trovava ancora a gestire gli effetti della crisi finanziaria globale del 2008-2009 e della crisi del debito sovrano europeo, che avevano indebolito la solidità del sistema bancario, aumentato il livello dei crediti deteriorati (NPL, non-performing loans) e ridotto la redditività delle istituzioni finanziarie. Inoltre, il contesto economico interno, caratterizzato da bassa crescita e ridotta fiducia delle imprese e delle famiglie, ha limitato la domanda di servizi finanziari e assicurativi.

Il segmento assicurativo, che rappresenta una parte significativa del settore, ha mostrato una certa resilienza durante questa fase, grazie a una crescita costante dei premi nei rami vita e danni. Tuttavia, questa crescita non è stata sufficiente a compensare la debolezza del comparto bancario, che ha subito una pressione costante sui margini dovuta ai bassi tassi di interesse imposti dalla politica monetaria espansiva della Banca Centrale Europea. I tassi d’interesse ultra-bassi, se da un lato hanno sostenuto il credito e l’economia reale, dall’altro hanno eroso la redditività delle banche, riducendo il valore aggiunto generato dal settore.

Nel 2019 si registra un lieve miglioramento, con un aumento dello 0,38% rispetto all’anno precedente, portando il valore aggiunto a 81.620 milioni di euro. Questo incremento riflette una fase di relativa stabilità economica e un parziale miglioramento della qualità del credito bancario, favorito dalla riduzione degli NPL attraverso operazioni di cartolarizzazione e cessioni. Tuttavia, questa ripresa viene interrotta bruscamente nel 2020 con l’arrivo della pandemia di COVID-19, che ha avuto un impatto significativo sul settore finanziario e assicurativo. Nel 2020 il valore aggiunto scende a 81.530 milioni di euro, con una contrazione dello 0,11%. Sebbene il calo sia relativamente contenuto, la pandemia ha portato con sé una maggiore volatilità nei mercati finanziari, un aumento dei rischi assicurativi legati alla salute e alla vita, e una riduzione della domanda di servizi non essenziali. Tuttavia, il settore ha beneficiato delle misure straordinarie messe in atto dal governo italiano e dalle istituzioni europee, come i finanziamenti garantiti dallo Stato e i programmi di liquidità per le imprese, che hanno sostenuto la stabilità del sistema bancario.

Il 2021 segna un ulteriore calo, con una riduzione del valore aggiunto dello 0,97%, mentre nel 2022 il settore resta praticamente invariato, registrando una variazione negativa dello 0,02%. Questi anni riflettono una fase di consolidamento del sistema finanziario, ma anche un rallentamento nella capacità del settore di generare nuovo valore. Tra i fattori che continuano a penalizzare il comparto vi sono la crescente regolamentazione europea, come gli standard di Basilea III e Solvency II, che hanno imposto requisiti patrimoniali più stringenti per le banche e le assicurazioni, limitandone la capacità di espansione. Inoltre, la digitalizzazione crescente del settore, pur rappresentando un’opportunità a lungo termine, ha richiesto investimenti significativi in tecnologia e infrastrutture, aumentando i costi operativi nel breve periodo.

Il dato più preoccupante si registra nel 2023, con un crollo del valore aggiunto del 6,58%, pari a una perdita di 5.310 milioni di euro, che porta il totale a 75.410 milioni di euro, il livello più basso del periodo analizzato. Questo calo è probabilmente legato a una combinazione di fattori congiunturali, come l’aumento dell’incertezza economica globale, l’inflazione crescente e il rialzo dei tassi di interesse, che ha avuto un impatto sia sui mercati finanziari sia sulla domanda di servizi assicurativi. L’aumento dei tassi, sebbene positivo per i margini delle banche, potrebbe aver ridotto il valore di mercato degli attivi finanziari detenuti dalle istituzioni, incidendo negativamente sul valore aggiunto. Allo stesso tempo, il comparto assicurativo potrebbe aver subito un calo nella raccolta premi, soprattutto nei rami vita, a causa della riduzione del potere d’acquisto delle famiglie.

Dal punto di vista industriale, il settore finanziario e assicurativo italiano si trova ad affrontare sfide strutturali significative. Una delle principali riguarda la necessità di consolidamento del sistema bancario, che rimane caratterizzato da una frammentazione elevata e da una presenza di banche di piccole dimensioni che faticano a competere in un mercato sempre più globalizzato e tecnologico. Il processo di digitalizzazione, che ha visto l’ascesa di fintech e insurtech, rappresenta una sfida ma anche un’opportunità per il settore. Le banche e le assicurazioni tradizionali devono adattarsi rapidamente a un contesto in cui i consumatori richiedono servizi sempre più personalizzati, accessibili e tecnologicamente avanzati.

Un altro elemento cruciale è rappresentato dall’evoluzione delle normative, che richiedono un maggiore sforzo di compliance da parte degli operatori, aumentando i costi operativi. Tuttavia, queste normative sono essenziali per garantire la stabilità del sistema e la tutela dei consumatori, in un contesto di crescente complessità finanziaria. Inoltre, il settore deve affrontare il tema della sostenibilità, integrando criteri ambientali, sociali e di governance (ESG) nelle proprie operazioni e strategie di investimento, in linea con le aspettative dei regolatori e degli investitori.

Le politiche industriali possono giocare un ruolo cruciale nel supportare il settore finanziario e assicurativo in questa fase di trasformazione. È necessario promuovere ulteriormente l’innovazione tecnologica, incentivando gli investimenti in digitalizzazione e sostenendo la transizione verso modelli di business più sostenibili. Allo stesso tempo, occorre favorire il consolidamento del sistema bancario, promuovendo fusioni e acquisizioni che possano aumentare la competitività degli operatori italiani su scala internazionale. Infine, è fondamentale migliorare l’educazione finanziaria dei cittadini, al fine di incrementare la domanda di servizi finanziari e assicurativi più sofisticati e favorire una gestione più consapevole del risparmio e degli investimenti.

In conclusione, il settore delle attività finanziarie e assicurative in Italia ha affrontato un decennio di stagnazione e declino, ma presenta ancora un potenziale significativo per contribuire alla crescita economica del Paese. Per sfruttare appieno questo potenziale, sarà necessario adottare politiche industriali mirate e promuovere un’innovazione profonda, garantendo al contempo stabilità e sostenibilità nel lungo periodo.

 


Fonte: ISTAT

Link: www.istat.it

Metodo: Prezzi concatenati 2020

 

Valore aggiunto nel settore delle Attività finanziarie e assicurative   in Italia

Milioni di euro 

Variazione Assoluta

Variazione Percentuale

2014

83.193

2015

82.151,70

-1.041,30

-1,25

2016

81.484

-667,7

-0,81

2017

81.611,60

127,6

0,16

2018

81.305

-306,6

-0,38

2019

81.615,40

310,4

0,38

2020

81.527

-88,4

-0,11

2021

80.736,20

-790,8

-0,97

2022

80.723,30

-12,9

-0,02

2023

75.411,20

-5.312,10

-6,58

2014-2023

-7.781,80

-9,35

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