riferimento al 2022.
I dati sugli addetti delle multinazionali
italiane mostrano un panorama articolato delle dinamiche regionali in termini
di forza lavoro, produttività e impatto economico. La Lombardia emerge come
leader indiscusso per numero di addetti (459.070) e per la retribuzione per
addetto (40.039,12 €), seguita dal costo del lavoro per addetto (56.647,57 €),
il valore aggiunto (115.163,84 €) e il fatturato per addetto (573.015,10 €).
Questi numeri sottolineano il ruolo della Lombardia come principale motore
economico del Paese, con un’elevata concentrazione di attività industriali e di
servizi avanzati che contribuiscono alla competitività globale. Il Lazio, pur
avendo un numero di addetti inferiore (162.802), si distingue per i valori
economici più elevati in termini di retribuzione per addetto (42.647,41 €),
costo del lavoro (61.055,92 €) e soprattutto fatturato per addetto
(1.770.123,24 €), un risultato eccezionale dovuto probabilmente alla presenza
di Roma, centro amministrativo e commerciale di rilievo. La concentrazione di
multinazionali legate a settori specifici come finanza, tecnologia e governance
potrebbe spiegare questa performance straordinaria. Al Nord, oltre alla
Lombardia, si evidenziano regioni come Emilia-Romagna, Veneto e Friuli-Venezia
Giulia. L’Emilia-Romagna, con 250.897 addetti, mostra una combinazione di
retribuzioni competitive (37.689,33 €) e un valore aggiunto per addetto
significativo (100.178,15 €). Il Veneto, con 230.799 addetti, si distingue per
un fatturato per addetto di 406.531,16 €, supportato dalla forte tradizione
manifatturiera e dalla presenza di distretti industriali competitivi. Il
Friuli-Venezia Giulia, pur avendo un numero minore di addetti (55.391), eccelle
nel fatturato per addetto (561.142,93 €), dimostrando l’efficienza economica
delle sue unità produttive. Le regioni del Centro come Toscana, Umbria e Marche
presentano un quadro più equilibrato ma meno competitivo rispetto al Nord. La
Toscana, con 101.822 addetti, raggiunge un valore aggiunto per addetto
relativamente elevato (105.246,42 €) e un buon fatturato per addetto
(470.387,31 €), grazie a settori come il turismo, il lusso e il manifatturiero.
Umbria e Marche mostrano invece valori economici più contenuti, con
retribuzioni inferiori e fatturati meno performanti, a indicare una minore
densità di multinazionali avanzate. Il Sud e le isole presentano sfide
evidenti, con regioni come Calabria, Basilicata e Sardegna che, pur registrando
alcuni successi, evidenziano un quadro meno competitivo rispetto al
Centro-Nord. La Basilicata, ad esempio, con soli 9.582 addetti, mostra un
interessante valore aggiunto per addetto (121.378,74 €), segno di una
specializzazione produttiva efficace nonostante le dimensioni ridotte del
mercato del lavoro. La Sardegna, con 22.777 addetti, ha un fatturato per
addetto elevato (616.379,24 €), che potrebbe essere attribuito alla presenza di
settori chiave come l’energia e il turismo. La Calabria, con 17.207 addetti,
registra i valori più bassi sia in retribuzioni sia in fatturato per addetto
(285.126,34 €), riflettendo difficoltà strutturali e una minore attrattività
per le multinazionali. Le regioni meridionali più grandi, come Campania, Puglia
e Sicilia, mostrano una maggiore densità di addetti ma con indicatori economici
moderati. La Campania, con 76.068 addetti, ha retribuzioni e valore aggiunto
per addetto in linea con la media nazionale ma un fatturato per addetto
relativamente basso (340.364,56 €), segno di un potenziale economico non
pienamente espresso. La Puglia, con 52.387 addetti, registra un fatturato per
addetto di 525.296,07 €, superiore ad alcune regioni del Nord, probabilmente
grazie alla presenza di specifici settori di eccellenza. La Sicilia, con 50.119
addetti, raggiunge un valore aggiunto per addetto di 94.604,33 €, ma il suo
fatturato per addetto è relativamente contenuto, indicando una produttività che
può essere ulteriormente migliorata. Le regioni più piccole come Valle d'Aosta
e Molise mostrano dinamiche peculiari. La Valle d'Aosta, con soli 3.815
addetti, registra un fatturato per addetto significativo (367.969,10 €),
probabilmente dovuto alla presenza di settori specifici come il turismo di
lusso. Il Molise, con 3.838 addetti, ha un fatturato per addetto molto alto
(518.002,58 €), un dato che potrebbe essere influenzato dalla concentrazione di
attività economiche di nicchia. In sintesi, i dati evidenziano un panorama
economico fortemente polarizzato tra Nord e Sud, con il Nord che guida la
crescita economica grazie a un ecosistema favorevole di infrastrutture,
competenze e innovazione. Il Centro mostra un livello di competitività
intermedio, mentre il Sud e le isole affrontano sfide significative, con alcune
eccezioni positive. Ridurre questo divario richiede interventi mirati per
migliorare l’attrattività delle regioni meridionali, investendo in
infrastrutture, formazione e innovazione per favorire uno sviluppo economico
più equilibrato.
REGIONI |
Addetti |
Retribuzione
per Addetti |
Costo
del Lavoro per Addetto |
Valore
aggiunto per addetto |
Fatturato
per addetto |
Addetti
Per unità |
Piemonte |
160.895 |
36.471,20 € |
51.241,79 € |
93.100,88 € |
352.413,14 € |
21 |
Valle
d'Aosta |
3.815 |
32.680,89 € |
46.494,87 € |
95.021,24 € |
367.969,10 € |
15 |
Lombardia |
459.070 |
40.039,12 € |
56.647,57 € |
115.163,84 € |
573.015,10 € |
24 |
Liguria |
48.170 |
38.512,87 € |
54.227,18 € |
104.968,69 € |
488.013,08 € |
19 |
Trentino-Alto
Adige |
36.665 |
34.924,87 € |
49.256,50 € |
97.592,51 € |
348.549,56 € |
19 |
Veneto |
230.799 |
34.805,05 € |
48.925,38 € |
88.169,49 € |
406.531,16 € |
24 |
Friuli-Venezia
Giulia |
55.391 |
35.013,08 € |
49.296,45 € |
96.241,56 € |
561.142,93 € |
21 |
Emilia-Romagna |
250.897 |
37.689,33 € |
53.614,22 € |
100.178,15 € |
454.913,32 € |
28 |
Toscana |
101.822 |
35.538,57 € |
49.994,38 € |
105.246,42 € |
470.387,31 € |
19 |
Umbria |
24.427 |
29.692,09 € |
42.506,90 € |
75.309,23 € |
359.574,70 € |
21 |
Marche |
51.752 |
32.064,03 € |
45.220,95 € |
77.657,35 € |
326.862,10 € |
21 |
Lazio |
162.802 |
42.647,41 € |
61.055,92 € |
157.021,48 € |
1.770.123,24 € |
28 |
Abruzzo |
27.401 |
33.440,52 € |
46.173,57 € |
91.102,61 € |
364.834,22 € |
15 |
Molise |
3.838 |
31.383,22 € |
43.843,48 € |
83.687,03 € |
518.002,58 € |
9 |
Campania |
76.068 |
34.594,56 € |
47.843,78 € |
91.523,65 € |
340.364,56 € |
21 |
Puglia |
52.387 |
30.528,07 € |
42.798,62 € |
83.613,45 € |
525.296,07 € |
21 |
Basilicata |
9.582 |
31.152,21 € |
44.079,39 € |
121.378,74 € |
524.558,12 € |
17 |
Calabria |
17.207 |
29.889,00 € |
42.228,40 € |
80.968,33 € |
285.126,34 € |
12 |
Sicilia |
50.119 |
33.085,49 € |
45.074,87 € |
94.604,33 € |
376.907,12 € |
18 |
Sardegna |
22.777 |
33.453,88 € |
46.059,59 € |
90.968,05 € |
616.379,24 € |
14 |
Clusterizzazione
con algoritmo k-Means ottimizzato con il metodo di Elbow. La clusterizzazione con
algoritmo k-Means ottimizzato con il metodo di Elbow mostra un valore ottimale
in corrispondenza di k
Il Cluster 0 comprende Valle d'Aosta,
Umbria, Marche, Abruzzo, Molise, Campania, Puglia, Basilicata, Calabria,
Sicilia e Sardegna. Questo gruppo include una prevalenza di regioni del Sud e
delle isole, oltre a alcune aree del Centro e del Nord meno industrializzate.
Le regioni di questo cluster condividono caratteristiche economiche comuni,
come un numero di addetti relativamente basso, retribuzioni più contenute e
livelli di produttività e fatturato inferiori rispetto ad altre aree. La Valle
d'Aosta, nonostante sia una regione settentrionale, rientra in questo cluster
probabilmente per via della sua piccola dimensione economica e della
specializzazione limitata. Al Sud e nelle isole, la presenza di multinazionali
è meno diffusa, e quelle esistenti spesso operano in settori meno avanzati
tecnologicamente o con minor valore aggiunto. Questo cluster riflette
chiaramente le difficoltà strutturali delle regioni del Mezzogiorno,
caratterizzate da una più bassa densità industriale, minori investimenti in
infrastrutture e una limitata capacità di attrazione per il capitale estero.
Nonostante la presenza di alcune eccellenze, come il settore agroalimentare o
il turismo in regioni come Puglia e Sicilia, il divario con le aree
settentrionali rimane significativo.
Il Cluster 1 è costituito
esclusivamente dal Lazio, una regione che si distingue per il suo profilo
economico unico, grazie alla presenza di Roma. Il Lazio si caratterizza per
valori molto alti di retribuzione, costo del lavoro, valore aggiunto e
fatturato per addetto, che riflettono l'importanza della capitale italiana come
centro politico, amministrativo ed economico. La concentrazione di
multinazionali operanti in settori avanzati come finanza, tecnologia e servizi
governativi spiega l'unicità di questa regione. Inoltre, la presenza di
importanti sedi centrali di organizzazioni internazionali e istituzioni
politiche genera un’economia basata su attività ad alto valore aggiunto.
Tuttavia, questa forte centralizzazione nel Lazio può anche accentuare il
divario con le regioni vicine, specialmente nel Centro-Sud, che non beneficiano
dello stesso livello di sviluppo infrastrutturale ed economico.
Il Cluster 2 raggruppa Piemonte,
Lombardia, Liguria, Trentino-Alto Adige, Veneto, Friuli-Venezia Giulia,
Emilia-Romagna e Toscana. Questo cluster rappresenta il cuore produttivo e
industriale del Paese, con regioni caratterizzate da un’elevata densità di
multinazionali, alti livelli di produttività, e valori significativi in tutte
le metriche economiche. La Lombardia guida il cluster grazie alla sua posizione
di leader economico e industriale, seguita da Veneto ed Emilia-Romagna, regioni
note per i distretti industriali innovativi. Liguria e Friuli-Venezia Giulia,
pur avendo una dimensione economica inferiore rispetto a Lombardia e Veneto,
mantengono un’elevata efficienza grazie alla specializzazione in settori
specifici come la logistica, la cantieristica navale e il commercio
internazionale. La Toscana, con la sua economia diversificata che include
turismo, lusso e manifatturiero, rappresenta il limite meridionale di questo
cluster. Le regioni di Cluster 2 condividono una rete infrastrutturale
avanzata, un mercato del lavoro dinamico e una forte capacità di innovazione,
fattori che contribuiscono alla loro competitività globale.
I risultati della clusterizzazione sottolineano
il persistente divario Nord-Sud, con il Cluster 2 che rappresenta le regioni
più avanzate, il Cluster 0 che riflette le difficoltà economiche del Sud e
delle isole, e il Lazio che si distingue come un’entità economica unica. Questo
divario richiede politiche mirate a rafforzare la competitività del Sud,
migliorando le infrastrutture, sostenendo l’innovazione e attirando
investimenti esteri, con l’obiettivo di creare un’Italia economicamente più
equilibrata e inclusiva.
Fonte: ISTAT
Link: www.istat.it
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