sabato 11 gennaio 2025

La spesa per consumi individuali delle amministrazioni pubbliche italiane tra il 2014 ed il 2023

 

L’ISTAT calcola la spesa per consumi individuali delle amministrazioni pubbliche italiane. La spesa per consumi individuali delle amministrazioni pubbliche è una variabile della contabilità nazionale che misura il valore dei beni e servizi forniti dallo Stato direttamente alle famiglie, come sanità, istruzione, welfare e altri servizi erogati gratuitamente o a prezzi simbolici. Questa componente è essenziale per determinare il Prodotto Interno Lordo (PIL) secondo il metodo della domanda aggregata, contribuendo direttamente al valore totale dei beni e servizi finali prodotti in un'economia. I dati fanno riferimento al periodo tra il 2014 ed il 2023.

Nel PIL, questa spesa rappresenta una parte della spesa per consumi finali delle amministrazioni pubbliche ed è distinta dai consumi collettivi, che riguardano servizi offerti alla collettività nel suo insieme. La spesa individuale riflette il grado di intervento dello Stato nel garantire il benessere dei cittadini e ridurre le disuguaglianze, svolgendo un ruolo cruciale nel sostenere la domanda interna, soprattutto in periodi di crisi. Essa genera inoltre effetti moltiplicativi sull'economia, favorendo l'occupazione e il reddito in settori chiave.

La spesa per consumi individuali delle amministrazioni pubbliche rappresenta il valore dei beni e servizi forniti direttamente alle famiglie da parte dello Stato, come istruzione, sanità e altre prestazioni individuali gratuite o a prezzi simbolici. Questa variabile, nell’ambito della contabilità nazionale, è essenziale per comprendere l’impatto diretto della spesa pubblica sul benessere individuale e per analizzare il contributo di tale componente al Prodotto Interno Lordo (PIL). I dati relativi al periodo 2014-2023 mostrano un andamento variabile, con una crescita complessiva della spesa di 19.629,20 milioni di euro, pari a un incremento del 10% in termini percentuali, ma con fluttuazioni significative legate a scelte di politica fiscale, priorità di bilancio e contingenze economiche e sociali.

Nel 2014 la spesa per consumi individuali delle amministrazioni pubbliche ammontava a 195.351,50 milioni di euro, ponendosi come base di partenza per il periodo considerato. Nel 2015 si registra un aumento di 2.131,50 milioni di euro (+1,1%), dato che riflette una moderata crescita della spesa in un contesto di ripresa economica dopo la crisi del debito sovrano, che aveva imposto restrizioni fiscali negli anni precedenti. Questo incremento segna un primo passo verso un graduale rafforzamento dei servizi pubblici destinati alle famiglie, in linea con un miglioramento delle condizioni macroeconomiche. La crescita prosegue nel 2016, sebbene con un ritmo più contenuto, con un incremento di 1.054,90 milioni di euro (+0,5%), segnale di un consolidamento della spesa, ma anche di una cautela nell’espansione dei bilanci pubblici.

Nel 2017 si osserva un’accelerazione della crescita, con un aumento di 1.993,70 milioni di euro (+1%), mentre nel 2018 la spesa cresce ulteriormente di 2.326,80 milioni di euro (+1,2%). Questo periodo riflette un impegno crescente delle amministrazioni pubbliche nel potenziamento dei servizi individuali, in particolare sanità e istruzione, settori che richiedono investimenti costanti per rispondere alle esigenze della popolazione. Tuttavia, l’espansione della spesa non è uniforme e si interrompe nel 2019, quando si registra una contrazione di 1.196,80 milioni di euro (-0,6%). Questo calo riflette una fase di restrizioni nella spesa pubblica, probabilmente legata a vincoli di bilancio imposti dall’Unione Europea e a una politica di contenimento delle uscite pubbliche. La riduzione della spesa nel 2019 potrebbe aver avuto ripercussioni sulla qualità dei servizi erogati, specialmente in settori con una domanda in costante aumento, come la sanità.

L’anno 2020 segna un altro calo della spesa, pari a 687,6 milioni di euro (-0,3%), in un contesto caratterizzato dall’emergenza pandemica di COVID-19. Sebbene si sarebbe potuto prevedere un aumento della spesa individuale a causa della crisi sanitaria, il dato riflette le difficoltà operative delle amministrazioni pubbliche nel rispondere prontamente alle esigenze emergenti. È probabile che parte delle risorse necessarie sia stata destinata ad altre priorità di spesa straordinaria, come il finanziamento delle misure di emergenza economica, lasciando poco spazio per un aumento significativo della spesa individuale.

La ripresa è evidente nel 2021, quando la spesa per consumi individuali delle amministrazioni pubbliche aumenta di 8.616 milioni di euro (+4,3%), registrando il dato di crescita più elevato dell’intero periodo. Questo incremento riflette l’impegno straordinario dello Stato nel potenziare i servizi pubblici individuali, in particolare per affrontare la pandemia. Gli investimenti nella sanità, come le campagne vaccinali, e il rafforzamento dei sistemi di istruzione e welfare hanno contribuito a questo aumento significativo. Tuttavia, nel 2022 si osserva una crescita più contenuta, con un incremento di soli 834,6 milioni di euro (+0,4%), segnale di un ritorno alla normalità nelle priorità di bilancio pubblico, ma anche di una maggiore attenzione al controllo della spesa in un contesto di inflazione crescente e pressione sui conti pubblici.



Nel 2023 la spesa riprende a crescere in modo più marcato, con un aumento di 4.556,10 milioni di euro (+2,2%), portando il totale a 214.980,70 milioni di euro, il valore più alto registrato nel periodo considerato. Questo risultato può essere attribuito a un miglioramento della disponibilità di risorse, anche grazie ai fondi del Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza (PNRR), destinati al potenziamento dei servizi pubblici essenziali. La ripresa della spesa individuale è particolarmente rilevante in un contesto di crescenti bisogni sociali e sanitari, alimentati dalle conseguenze della pandemia e dalle sfide legate all’invecchiamento della popolazione.

Analizzando l’intero periodo 2014-2023, emerge che la spesa per consumi individuali delle amministrazioni pubbliche ha registrato una crescita complessiva di 19.629,20 milioni di euro (+10%). Sebbene l’andamento sia stato caratterizzato da fluttuazioni, la tendenza generale è positiva, con un impegno crescente delle amministrazioni pubbliche nel sostenere i bisogni delle famiglie. Tuttavia, le contrazioni osservate nel 2019 e nel 2020 mettono in luce le difficoltà di mantenere una crescita costante della spesa, soprattutto in presenza di vincoli di bilancio e shock esterni come la pandemia. Questi episodi evidenziano la necessità di politiche di spesa più resilienti e flessibili, capaci di rispondere tempestivamente alle esigenze emergenti.

Nel contesto della contabilità nazionale e del PIL, la spesa per consumi individuali delle amministrazioni pubbliche rappresenta una componente importante della domanda aggregata, contribuendo direttamente alla crescita economica. Inoltre, essa ha un impatto significativo sul benessere sociale, migliorando l’accesso ai servizi essenziali e riducendo le disuguaglianze. Il suo contributo al PIL non si limita al valore diretto della spesa, ma include anche effetti moltiplicativi, sostenendo l’occupazione e il reddito in settori chiave come sanità, istruzione e welfare. Nel complesso, i dati evidenziano l’importanza di questa variabile per la crescita economica e sociale del paese, ma sottolineano anche la necessità di un approccio strategico alla gestione della spesa pubblica, in grado di garantire una crescita sostenibile e inclusiva nel lungo periodo.

 

 

Spesa per consumi individuali delle amministrazioni pubbliche

in milioni di euro

Variazione assoluta

Variazione percentuale

 

2014

195.351,50

 

2015

197.483

2.131,50

1,1

 

2016

198.537,90

1.054,90

0,5

 

2017

200.531,60

1.993,70

1

 

2018

202.858,40

2.326,80

1,2

 

2019

201.661,60

-1.196,80

-0,6

 

2020

200.974

-687,6

-0,3

 

2021

209.590

8.616,00

4,3

 

2022

210.424,60

834,6

0,4

 

2023

214.980,70

4.556,10

2,2

 

2014-2023

 

19.629,20

10

 

 

Fonte: ISTAT

Link: www.istat.it

Nessun commento:

Posta un commento