L’analisi del valore aggiunto a prezzi
concatenati relativo al settore della ricerca scientifica e dello sviluppo in
Italia nel periodo 2014-2023 evidenzia una crescita complessiva del 18,61%,
pari a un incremento di 2,691 miliardi di euro. Questo settore rappresenta un
elemento strategico per l’economia italiana, poiché costituisce il motore
principale dell’innovazione tecnologica e scientifica, con impatti rilevanti
sulla competitività industriale, sull’efficienza dei processi produttivi e
sulla capacità del sistema economico di adattarsi alle sfide globali.
L’andamento decennale mostra un percorso positivo, con alcune oscillazioni che
riflettono l’impatto di eventi economici, politiche di finanziamento pubblico e
privato, e dinamiche globali legate alla domanda di innovazione.
Nel 2014, il valore aggiunto del settore si
attestava a 14,461 miliardi di euro, rappresentando una solida base per il
comparto della ricerca e dello sviluppo. Tuttavia, nel 2015 si registra una
leggera contrazione di 86,9 milioni di euro (-0,6%). Questo calo può essere
interpretato come il risultato di un contesto economico ancora incerto,
caratterizzato da vincoli di bilancio pubblico e da un’insufficiente
mobilitazione di investimenti privati nel settore della ricerca. La scarsità di
finanziamenti strutturali ha storicamente rappresentato un limite per l’Italia,
rallentando la capacità di molte imprese e istituti di ricerca di investire in
progetti di lungo periodo.
Nel 2016, il settore mostra una ripresa moderata,
con un incremento del valore aggiunto di 221 milioni di euro (+1,54%). Questo
segnale di ripresa può essere attribuito a una combinazione di fattori, tra cui
una maggiore attenzione alla ricerca industriale da parte di grandi aziende e
l’implementazione di programmi di finanziamento europei, come Horizon 2020, che
hanno sostenuto progetti innovativi in vari ambiti tecnologici e scientifici.
La crescita prosegue nel 2017, con un aumento di 203,8 milioni di euro (+1,4%),
indicando una progressiva stabilizzazione del settore e una crescente
integrazione tra il mondo accademico e l’industria.
Il 2018 rappresenta un anno di svolta, con un
incremento significativo di 449,8 milioni di euro (+3,04%). Questo risultato
positivo riflette l’aumento della spesa pubblica in ricerca e sviluppo,
soprattutto in settori strategici come l’energia rinnovabile, le tecnologie
digitali e la sanità, oltre all’espansione di collaborazioni pubblico-private.
Inoltre, molte imprese italiane hanno iniziato a investire in innovazione per
migliorare la propria competitività sui mercati internazionali, spingendo verso
un maggior utilizzo di tecnologie avanzate e processi automatizzati.
Nel 2019, la crescita del settore si stabilizza
su livelli più moderati, con un incremento di 221 milioni di euro (+1,45%). Questo
rallentamento relativo può essere attribuito a una fase di consolidamento, in
cui molti progetti di ricerca avviati negli anni precedenti erano ancora in
fase di sviluppo o implementazione. Tuttavia, l’aumento del valore aggiunto
dimostra come il settore stesse mantenendo un trend positivo, grazie a una
crescente consapevolezza dell’importanza dell’innovazione per il futuro
dell’industria e della società.
Nel 2020, anno segnato dalla pandemia di
COVID-19, il valore aggiunto del settore cresce di 243,2 milioni di euro
(+1,57%). Sebbene la crisi sanitaria abbia colpito duramente molte economie e
settori, la ricerca scientifica ha assunto un ruolo centrale, con ingenti
risorse destinate allo sviluppo di vaccini, terapie e tecnologie mediche.
L’attenzione verso la ricerca biomedica e farmaceutica ha trainato il settore,
dimostrando l’importanza cruciale degli investimenti in scienza e tecnologia
per affrontare emergenze globali.
Nel 2021, la crescita si intensifica
ulteriormente, con un aumento di 348,2 milioni di euro (+2,22%). Questo
risultato positivo riflette la ripresa economica post-pandemia e il
proseguimento degli investimenti in ricerca, sia nel settore pubblico che in
quello privato. Inoltre, il Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza (PNRR) ha iniziato
a destinare risorse significative per sostenere progetti innovativi,
accelerando la transizione digitale e verde del Paese. Settori come
l’intelligenza artificiale, le nanotecnologie e l’energia sostenibile hanno
beneficiato di un maggiore afflusso di finanziamenti, consolidando il ruolo
della ricerca come pilastro fondamentale della crescita economica.
Il 2022 rappresenta un anno eccezionale, con un
incremento del valore aggiunto di 1,057 miliardi di euro (+6,58%). Questa
crescita straordinaria è attribuibile all’attuazione delle misure previste dal
PNRR, che hanno stimolato la spesa in ricerca e sviluppo in vari settori
strategici. Inoltre, l’aumento della competizione globale ha spinto molte
imprese a intensificare i propri sforzi di innovazione per mantenere la
competitività sui mercati internazionali. La cooperazione tra università,
centri di ricerca e industria ha giocato un ruolo chiave nel sostenere questa
espansione, rafforzando le capacità tecnologiche e scientifiche del Paese.
Nel 2023, il valore aggiunto del settore si
stabilizza a 17,153 miliardi di euro, con un incremento più modesto di 34,1
milioni di euro (+0,2%). Questo dato suggerisce che il settore abbia raggiunto
un livello di maturità, in cui le opportunità di crescita futura potrebbero
dipendere da ulteriori investimenti strutturali e dalla capacità di consolidare
i risultati ottenuti nei precedenti anni di espansione. Il rallentamento della
crescita potrebbe essere anche attribuito a una fase di assestamento, con una
maggiore enfasi sull’implementazione dei progetti avviati negli anni
precedenti.
Dal punto di vista industriale, il settore della
ricerca scientifica e dello sviluppo riveste un ruolo cruciale per la
competitività dell’economia italiana. La capacità di innovare rappresenta un
fattore determinante per migliorare la produttività delle imprese, sviluppare
nuovi prodotti e servizi e affrontare le sfide globali, come la transizione
ecologica, la digitalizzazione e la sicurezza sanitaria. Tuttavia, il settore
si trova ad affrontare alcune criticità strutturali, tra cui l’insufficienza di
finanziamenti rispetto alla media europea, la frammentazione dei centri di
ricerca e la difficoltà di trattenere talenti altamente qualificati.
Un altro aspetto rilevante riguarda la crescente importanza
della collaborazione pubblico-privato. Molte imprese italiane hanno iniziato a
sviluppare partnership con università e centri di ricerca, creando ecosistemi
innovativi in grado di attrarre investimenti e competenze. Tuttavia, per
sfruttare appieno il potenziale di questi ecosistemi, sarà fondamentale
migliorare l’efficienza delle procedure burocratiche, semplificare l’accesso ai
finanziamenti e garantire una maggiore continuità delle politiche di sostegno
alla ricerca.
Le opportunità future del settore dipendono anche
dalla capacità dell’Italia di inserirsi nelle catene del valore globali,
partecipando attivamente a progetti internazionali e rafforzando la propria
presenza nei settori ad alta intensità tecnologica. Inoltre, l’integrazione
delle tecnologie emergenti, come l’intelligenza artificiale, la blockchain e le
biotecnologie, rappresenterà un elemento chiave per garantire il successo a
lungo termine del comparto.
In conclusione, il settore della ricerca
scientifica e dello sviluppo in Italia ha mostrato una crescita sostenuta nel
decennio 2014-2023, dimostrando la sua importanza strategica per il futuro del
Paese. Tuttavia, per garantire un progresso continuo, sarà necessario
affrontare le criticità strutturali e investire in modo mirato nelle
competenze, nelle infrastrutture e nelle tecnologie. Il successo del settore
dipenderà dalla capacità di creare un ecosistema innovativo, inclusivo e
competitivo, in grado di sostenere la transizione verso un’economia più
sostenibile e tecnologicamente avanzata.
Fonte: ISTAT
Link: www.istat.it
Metodo: Prezzi concatenate 2020
Valore Aggiunto a prezzi concatenati in Italia Ricerca scientifica e
sviluppo |
|||
Miliardi di euro |
Variazione Assoluta |
Variazione Percentuale
|
|
2014 |
14.461,50 |
||
2015 |
14.374,60 |
-86,9 |
-0,6 |
2016 |
14.595,60 |
221 |
1,54 |
2017 |
14.799,40 |
203,8 |
1,4 |
2018 |
15.249,20 |
449,8 |
3,04 |
2019 |
15.470,20 |
221 |
1,45 |
2020 |
15.713,40 |
243,2 |
1,57 |
2021 |
16.061,60 |
348,2 |
2,22 |
2022 |
17.119 |
1.057,40 |
6,58 |
2023 |
17.153,10 |
34,1 |
0,2 |
2014-2023 |
2.691,60 |
18,61 |
Nessun commento:
Posta un commento